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Il dizionario “Camilleri”: tutti i termini usati dall’autore siciliano dalla A alla Z

"Il Camilleri", dizionario siciliano-italiano contenente i termini utilizzati nei romanzi dell'omonimo autore del Commissario Montalbano รจ disponibile online.

Da un autore cosรฌ attivo e fantasioso non poteva non nascere una simile iniziativa. Infatti, Camilleri รจ noto per avere riempito i suoi libri di termini tipici del dialetto siciliano, spesso confusi con la lingua italiana dando vita ad un linguaggio unico. Da questa particolaritร  di linguaggio รจ nato il “Camilleri”, il dizionario siciliano-italiano compilato da Mario Genco e pubblicato sul Giornale di Sicilia nel gennaio 2001.

Ecco quali sono i termini siciliani-italiani dalla A alla Z utilizzati da Camilleri nei suoi romanzi.

“Il Camilleri”: il dizionario siciliano-italiano

A

  • A mia: a me.
  • A pampera: a visiera.
  • A patrasso: eufemismo per “a puttane”, detto di cosa o intrapresa che finisce molto male.
  • A pedagna: a piedi. Sembra siciliano ma non lo รจ: Dizionario della lingua italiana Palazzi – Folena, editore Loescher (da qui Diz.): “Latino tardo: pedanea, che riguarda il piede”.
  • A taci-maci: di nascosto.
  • A tia: a te.
  • A tinchitรจ: in abbondanza, a iosa.
  • A vacante: a vuoto, senza motivo.
  • Abbacato: abbassato, placato, scemato. Detto di luce, di vento, di mare, di incendio. Il verbo รจ abbacari, e significa anche: lenire, mitigare la sofferenza. Nella zona metanifera della provincia di Enna (Gagliano, Castelferrato) significa anche: lavorare con assiduitร , dedicarsi con solerzia (Vocabolario Siciliano edito dal Centro studi filologici e linguistici siciliani a cura di Giorgio Piccitto; da qui: Voc. Sic.).
  • Abbanniare: Bandire per vendere la mercanzia. Fig., significa: diffondere in pubblico notizie riservate, da cui: diffamare, svergognare. Significa anche: urlare, sgolarsi.
  • Abbascio: giรน, dabbasso.
  • Abbrusciare: bruciare, incendiare. La grafia รจ: abbruรฒiari “La lettera รฒ รจ una sibilante prepalatale sorda, come nella pronuncia fiorentina di pece, pace, bacio. Anche: abbuรฒiari, bbruรฒiari”. (Voc. Sic.)
  • Abento (Abbentu): esiste nel Diz. come vocabolo di origine dialettale meridionale: significa quiete, riposo, tempo di raccapezzarsi. Stesso significato nel dialetto siciliano.
  • ย Aviri u mal’abbentu: modo di dire per avere l’argento vivo addosso; tรจneri abbentu: lasciare in pace. Nel Nuovo dizionario scolastico della lingua italiana di Policarpo Petrocchi (edizione 1908) la parola รจ definita “fuori d’uso”.
  • Abossรฌa: a vossรฌa, ehi voi (espressione di richiamo).
  • Accanuscenza: conoscenza. Il verbo in siciliano รจ: canรนsciri.
  • Acchianare: salire, portar su. Acchianari mura lisci: equivale a arrampicarsi sugli specchi, cioรจ tentare di tutto pur di raggiungere lo scopo.
  • Acchittato: vestito accuratamente.
  • Accia: sedano.
  • Acciuncare: azzoppare, troncare, stroncare.
  • Accumenzari (Accuminzari): cominciare; terza persona indicativa: accumenza.
  • Accusรฌ: cosรฌ.
  • Accuttufare (Accutufari): ammaccare, pestare, bastonare, malmenare. Ma anche: accoccolarsi, rannicchiarsi nel letto, imbacuccarsi.
  • Accutufatu: malazzato, pieno d’acciacchi.
  • Santu accutufatu: chi vive appartato dal consorzio civile. Nel personale glossario di Camilleri – Montalbano: “Altro verbo che gli piaceva. Significava tanto essere preso a legnate quanto allontanarsi dal consorzio civile”.
  • Acito: acido.
  • Acqua di cielo: pioggia.
  • Adascio (Adajiu, arajiu): adagio.
  • Addannarsi (Addannarisi): dannarsi, arrovellarsi, rodersi, arrabbiarsi, ammattire. Anche: andare all’inferno.
  • Addrevo (Addevo): Camilleri lo usa dandogli significato di: scolaro. “Neonato, bambino lattante o comunque assai piccolo. Piccolo di animale prima che venga separato dalla madre. Ragazzo; fig.: bamboccio (Catania)”;(Voc. Sic.).
  • Addrรฌtta: eretto, all’impiedi.
  • Addrivare (Addivari): allevare, educare. Allattare.
  • Addivร risi a varva: farsi crescere la barba (Voc. Sic.).
  • Addrumare (Addumari): accendere. Provocare bruciore.
  • Addrummiscire (Addurmisciri): addormentare.
  • Addubbare: saziare, rimpinzare. Governare gli animali, farli pascolare finchรฉ siano sazi. Riempire. Accomodare, aggiustare alla meglio. Rimediare a un errore, cercare di sistemare una faccenda. Soccorrere. Contentarsi, abbozzare, fare buon viso a cattivo gioco. Sistemare bene i propri affari, specie in maniera illecita.
  • Addubbata: fornita, equipaggiata.
  • Addunarsi (Addunarisi): accorgersi.
  • Adenzia: dari adenzia “prestare attenzione, dare ascolto, curarsi di qualcosa. Dare assistenza, accudire, badare a qualcosa “specie della moglie nei confronti del marito e i figli”. (Voc. Sic.)
  • Affaticoso: a fatica. Neosiciliano camilleriano.
  • Affruntarsi (Affruntarisi): vergognarsi.
  • Affruntato: vergognato.
  • Aggiarniare: diventare giallo di paura, di rabbia. Impallidire.
  • Aggilร ta: gelata.
  • Aglino (piรน spesso Aglini): Helix aperta, chiocciola commestibile.
  • Agliuttรฌri (Agghiรนttiri): inghiottire. Tollerare senza poter reagire, mandar giรน un rospo. Agghiรนtiri a sputazza: tacere per paura di fronte a qualcuno frenando l’impulso di rispondere per le rime.
  • Agniddruzza: agnellini.
  • Aieri a sira: ieri sera.
  • Aiola: pesce “bianco” della famiglia degli sparidi, quella del sarago e del dentice, Mormora (Linneo: Lithognathus mormyrus, Pagellus mormyrus).
  • Aipazzi:ย  gabbiani: “Aipa. Uccello acquatico che ha il becco dentellato, a lesina, quasi cilindrico e alla sommitร  uncinato. Smergo. Gabbiano comune”. (Dizionario siciliano – italiano di Vincenzo Mortillaro, marchese di Villabena, terza edizione riveduta e corretta del 1876 (da qui: Mort.). Ma il gabbiano รจ il gabbiano e lo smergo, secondo Mort. una specie di anatra. Spesso, come si vedrร , in siciliano una parola indica uccelli di specie e razze diverse. Camilleri, gli aipazzi li fa gracchiare.Alla ghiotta: “Agghiotta: vivanda marinaresca fatta di pesci, cipolle ed olio cotti insieme.
  • Fari n’agghiotta: metafora, fare inavvertitamente un’imprudenza. Gliotta รจ, (Voc. Sic.) parola usata nell’Agrigentino invece che gghiotta.
  • Fari la gghiotta a unu: far la pelle a uno, spacciarlo.
  • Alla scurata: all’imbrunire.
  • Alla sfaccialata: a viso scoperto. Sfaccialatu si dice anche di cavallo che presenta una macchia bianca sulla fronte o longitudinale sulla faccia (Voc. Sic.). Alla spajacarretto.
  • Astutacannila: posizioni erotiche del Kamasutra siculo.
  • Spajare: significa togliere un animale dalle stanghe. Astutare significa spegnere; cannila significa candela astuitacannili significa sia spegnitoio e che sacrestano, cioรจ colui che spegne le candele
  • Astutaccannili: cicala, falena.
  • Allazzatu allacciato, legato.
  • Badda allazzata: insieme di due palle unite con catena che, sparate, producevano distruzione senza scampo, da cui, per estensione, a badda allazzata significa procedere superando qualsiasi ostacolo e allazzatu รจ “lanciato senza curarsi degli ostacoli”.
  • Alliffarsi: imbellettarsi, farsi bello.
  • Alliffari: blandire, adulare, prendere con le buone. Alloccato ( Alluccatu, alluccutu): stordito, intronato, rimbecillito.
  • Alloppiare (Alluppiari): addormentare profondamente. Etimologicamente, significa oppiare, metter l’oppio in una bevanda. Alloppiarsi vale addormentarsi profondamente.
  • Allordare (Allurdari): sporcare.
  • Allurdร risi i manu: lasciarsi corrompere, prendere parte a affari disonesti.
  • ย All’urbina: alla cieca. Ma forse nel testo c’รจ un refuso: all’urbigna o all’urbisca. (?)
  • Ammammaluccuto:da mammalucco, voce popolare di mamelucco solo nel senso di sciocco, goffo. Perciรฒ, potrebbe valere: chi rimane sbalordito con faccia da sciocco.
  • Ammaraggiarsi: avere il mal di mare.
  • Ammaraggiari: confondere, turbare. Nel Siracusano: fare lo specchietto a qualcuno, abbagliandolo. Nel Messinese: guastarsi del tempo (Voc. Sic.).
  • Ammatola (Ammatula): invano, inutilmente.
  • Ammattunato: letteralmente : assodato con ghiaia, smaltato.
  • Metonimia: termine gastronomico che indica una pietanza stufata in un recipiente di terracotta smaltata (Mort.). Secondo il Voc. Sic.
  • Ammuttunari: lardellare la carne.
  • Amminazzare: minacciare.
  • Amminchiare: avvilirsi, scoraggiarsi. Rincitrullire temporaneamente, non afferrare un concetto, un ragionamento che ad altri sembra semplice (Mort.). Camilleri, in Il gioco della mosca, raccolta di aneddoti, dร  questa definizione: โ€œSi dice che una persona amminchia quando si intestardisce su una posizione difficilmente sostenibile a lume di ragioneโ€.
  • Ammuccare: inghiottire; per metafora, prendere per buona una notizia non necessariamente veritiera. Il Voc. Sic. registra ventisei significati leggermente diversi della parola.
  • Ammucciare: nascondere.
  • Ammucciรนni: di nascosto.
  • Ammuttare: spingere. Stimolare: istigare qualcuno contro altri. Forzare, costringere a fare qualcosa. Varare un’imbarcazione. Nel Ragusano: dare sottomano una somma di denaro a qualcuno per corromperlo (Voc. Sic). Subire, sopportare.
  • Analfabetichi: analfabeti. Neosiciliano camilleriano.
  • Angileddro (Ancileddu): angioletto.
  • Angileddu: rondine.
  • Anichi: qualche. Ma in quale lingua?
  • Annacare: cullare. Farsi beffe di qualcuno. Prendersela con comodo, perdere tempo gingillandosi. Assumere atteggiamenti mafiosi, vantarsi. In alcune zone del Catanese e dell’Ennese (Voc. Sic.) significa, a ribaltone: affrettarsi. Camilleri, in Il gioco della mosca, dร  alcune delle diverse definizioni in uso nella parlata siciliana:โ€Eโ€™ universale convinzione che una donna che si “annaca” tutta nel camminare, pubblicamente proclama la sua scarsa serietร โ€. Per un uomo il discorso si fa piรน complesso. โ€œIo domandai un favore al sindaco e lui mi annacรฒ per un anno senza concludere: mi illuse, mi cullรฒ nella speranza, in definitiva, mi prese in giroโ€.
  • Appagnarsi (Appagnari): spaventare, far adombrare le bestie. Essere in sospetto, temere. โ€œInsospettirsi, temere. Comunemente si dice di animali. Ombrareโ€. (Mort.) Per il Diz: โ€œOmbrare…. Figurato arcaico: adombrarsiโ€. Nel Messinese: cucinare verdure messe crude nel tegame con acqua, a cui si aggiunge poi l’olio (Voc. Sic.).
  • Appattarsi: mettersi d’accordo.
  • Appinnicarsi: appisolarsi.
  • Appinnicunato: appisolato.
  • Appizzare: appendere, attaccare. Conficcare. Affiggere. Compiere o dire qualcosa all’improvviso Dirigersi con sveltezza e decisione verso un luogo. Cominciare.
  • Appoiato: appoggiato. Ma anche: di persona, avanzato negli anni; di vino, carico di colore.
  • Apprigare (Appriari, apprigari): pregare.
  • Apprisintarsi: presentarsi. Anche: costituirsi.
  • Apprisintari l’armi: abbandonare una carica, dimettersi (Voc. Sic.).
  • Arbulo: albero.
  • L’arca e l’amerca: di origine oscura. Arca รจ, in senso figurato, un luogo dove si allevano molti animali. Arca (e arga) รจ anche alga. Camilleri spiega nel suo ultimo La scomparsa di Patรฒ, che si tratta di โ€œespressione popolare che significa ogni cosaโ€).
  • Ardosa: piccante.
  • Armร lo: animale.
  • Armiggi: arnesi.
  • Armuar: armadio, dal francese armoire.
  • Arraggiunata: ragionevole, ben pensata.
  • Arrassarsi: allontanarsi, mettersi da parte. Ma nella forma riflessiva, il Voc. Sic. registra: stabilirsi, domiciliarsi.
  • Arravuglio: detto di mani: torcersi. Il verbo arravugghiari, imbrogliare.
  • Arrรจ: dietro. In alcuni testi, darrรจ.
  • Arrefutarsi: rifiutarsi.
  • Arregordo: ricordo.
  • Arricamparsi: tornare, rincasare. Il Voc. Sic. registra questo significato al settimo posto. Prima, dร  i significati di: raccattare, fare raccolto, mettere insieme delle cose per rassettarle, radunare e portare nella stalla gli animali.
  • Arricampร risi a unu: chiamare a sรฉ qualcuno, di Dio o della morte.
  • Arricogliersi: rincasare, ma anche ripresentarsi dopo un certo tempo.
  • Arricriarsi: ricrearsi, trarre piacere da qualcosa. Nella provincia di Enna, come accade a volte a certe espressioni e verbi siciliani, il significato รจ esattamente capovolto: coprire di improperi
  • Arridรฌ: terza persona singolare del passato remoto del verbo arrรฌdiri: ridere.
  • Arriminare: mescolare.
  • Arriminarsi: muoversi.
  • Arrinanzato: arricchito, rifatto.
  • Arriniscรฌ: riuscรฌ, da arrinรฉsciri.
  • Arrisaccare: โ€œMuovere e agitare una cosa violentementeโ€ (Mort.); scuotere per compattare ciรฒ che รจ contenuto in un sacco. Il Voc. Sic. per la provincia di Agrigento registra: scherzoso, di persona che, dopo aver mangiato, si prepara a un nuovo pasto, smaltendo con una passeggiata la pienezza di stomaco.
  • Arrisbigliare: svegliare.
  • Arrisorbuto: deciso, risoluto
  • Arrispunnere: rispondere.
  • Arriversa: al contrario.
  • Arrizzelarsi (Arrizzilร risi): aggricciarsi, risentirsi, aversi a male di qualcosa (Voc. Sic.).
  • Arrizzillร ri: sobbalzare, di carro o di imbarcazione. Arroposo: riposo.
  • Arrubbatina: furtarello.
  • Arrunchiare: ammucchiare mettendo di lato. Anche: ritrarre un arto, scorciare una tonaca o una veste troppo lunga, corrugare della fronte, arricciare (il naso), accartocciarsi delle foglie, rannicchiarsi per il freddo, ritirarsi da un’azione, e infine, scherzoso, rincasare (Voc. Sic.).
  • Arrussicare: arrossire per la vergogna.
  • Arruttari: eruttare, emettere rutti.
  • Asciddre: ascelle.
  • Ascutato: ascoltato.
  • Assammarare: bagnare abbondantemente, inzuppare. Originariamente, era verbo proprio delle operazioni di bucato.
  • Assicutare: inseguire.
  • Assintomare: svenire, ma anche rimanere di stucco. Sintomo puรฒ significare anche colpo apoplettico o, piรน modestamente, svenimento.
  • Assistimare: sistemare; in senso metaforico, dare il fatto suo a qualcuno o qualcosa.
  • Assittarsi: sedersi.
  • Assufficare: soffocare, mandare il cibo per traverso.
  • Assugliare: aizzare il cane contro qualcuno, assaltare; affollarsi attorno a qualcuno con domande insistenti.
  • Assuperarsi: superarsi.
  • Assuperchiare: sopravanzare.
  • Assuppato: inzuppato, imbevuto.
  • Astreco: austriaco. Da non confondere, non si sa mai, con astricu, che significa terrazza che costituisce il tetto della casa; ballatoio, pianerottolo alla sommitร  della scala esterna. In un’isola delle Eolie, per locale e indecifrabile questione di punto di vista, il significato viene capovolto e astricu sta per pavimento.
  • Accattarsi: acquistare.
  • Acconsolata: consolata.
  • Aggrancuto: rattrappito, participio passato del verbo aggrancari, โ€œnon poter distendere i membri per ritiramento di nerviโ€(Mort.).
  • Ammazzatina: uccisione. In Sicilia si usa la parola quasi sempre al plurale,ammazzatine, con senso frequentativo, come a voler indicare la biasimevole ma incorreggibile propensione di certi tempi, certe contrade e certe persone alla reiterata esecuzione di omicidi.
  • Arraggiato: irato, infuriato.
  • Arramazzarsi: a senso, sembra significare girarsi e rigirarsi nel letto. Nโ€š il Mort. nโ€š il Tra. registrano la parola.
  • Arriccamato: ricamato.
  • Asciucato: asciugato, consunto, dimagrito.
  • Asciucarisi a unu: uccidere qualcuno.
  • Assugliare (Assugghiari): il Tra. rimanda alla voce
  • Assaiari: incitare un cane o un uomo contro qualcuno, aizzare. Intransitivo passivo: ardirsi, osare.
  • Assummata: participio passato del verbo assummari, venire a galla e, anche, sommare. In un testo di Camilleri c’รจ assumata, ma forse la m mancante รจ da mettere in conto al monoglotta correttore di bozze.
  • Astutato: spento. Ma anche metafora per ucciso.
  • Attaccare turilla: attaccare bottone o attaccar briga.
  • Attagnare: spalmare di vernice vitrea una superficie, rendere stagno un recipiente di legno, fermare un’emorragia, interrompere una perdita d’acqua. In senso riflessivo, esaurirsi di una sorgente, arrestarsi di un’emorragia, normalizzarsi dell’intestino dopo un attacco di diarrea
  • Attanata: rintanata.
  • Attisare: tendere, tirare una corda, rizzarsi del membro virile, ringiovanire; irrigidirsi.
  • Attrassato: arretrato. โ€œIndugiato. 2. Parlandosi di pagamento, vale non eseguito. 3. Dicesi ancora chi rimane molto indietro nelle lettere. 4. Per chi รจ stato posposto ad altri meno degni nelle promozioni”. (Mort.). Il Voc. Sic. registra anche: antiquato, fuori moda, disordinato, trasandato nel vestire.
  • Attrivito: temerario. Sfacciato. Ardito (Mort.). Ringalluzzito, vivace e cosรฌ via, accrescendo il significato fino a: cattivo, Perverso (Voc. Sic.).
  • Aver gana: avere intenzione e voglia.
  • avuto (Autro): alto.
  • Azzalori (Azzalora): frutti dell’azzaruolo o lazzeruolo. Anche la pianta stessa: arboscello delle Rosacee, con fiori bianchi e profumati e frutti piccoli rotondi, rossi o gialli, di sapore acidulo, commestibili

B

  • Bajardoโ€œBajardu”: Strumento portatile fatto di tavole per comprimere la vinaccia sotto il torchioโ€. (Mort.) Che sarebbe definizione di ardua attribuzione a un equino, come Camilleri fa nel romanzo La mossa del cavallo: infatti, ha anche il significato di cavallo eccellente, che il Voc. Sic. registra come voce citata per la prima volte da Giuseppe Vinci nel suo Etymologicum siculum del 1759.
  • Babbiata: presa in giro, scherno.
  • Balร te: pietroni, anche basole del selciato.
  • Bannera:ย  bandiera.
  • Baschiare: agitarsi, smaniare per la febbre o per difficile digestione, ansimare dopo una lunga corsa.
  • Battarรฌa: fracasso.
  • Biastemio: blasfemo, forse neosiciliano camilleriano; il Voc. Sic. non registra la parola. Quindi, biastemiaย ย significherebbe bestemmia.
  • Billizza: bellezza.
  • Biunno/a: biondo/a.
  • Bonarma: la buonanima.
  • Borgise (Burgisi): โ€œColui che tiene le altrui possessioni in affittoโ€ (Vocabolario Siciliano โ€“ Italiano di Antonino Traina, 1868, da qui Tra.). Ceto della societร  contadina equivalente al โ€œceto medioโ€ cittadino.
  • Botta dโ€™accupa: improvvisa difficoltร  di respiro; traslato: repentina sensazione di cupezza, sia fisica che mentale.
  • Brioscia: piccolo dolce di pasta soffice e leggera. Brioche, dallโ€™antico normanno brier, impastare.
  • Brรฌpito: brivido. Significato a orecchio, non registrato dai dizionari consultati.
  • Bumma: bomba.
  • Bummulo: orcio di terracotta, che se fatto e cotto secondo lโ€™arte mantiene fresca la temperatura dellโ€™acqua.
  • Burdello: bordello, anche metaforico.

C

  • Cโ€™inzertรฒ: ha indovinato.
  • Ca: particella enfatica a inizio di frasi interrogative o esclamative; a volte sta per ma: ca quali: ma quando mai!ย macchรฉ!
  • Cabarรฉ: vassoio, dal francese cabaret, che perรฒ non significa vassoio ma โ€œtaverna con spettacoli di varietร โ€, Dizionario Francese โ€“ Italiano di Raoul Bloch, ed. Zanichelli. In francese, vassoio รจ plateau.
  • Cabasisi: eufemismo per coglioni.
  • Cacciare: andare verso qualcosa. Fig. cacciari a una, insidiare lโ€™onestร  di una donna (Voc. Sic.).
  • Cacarsi: oltre allโ€™ovvio significato, sta anche per: prendersi una gran paura, tale daโ€ฆ
  • Cacรฒcciola: carciofo.
  • Cadรฌ: terza persona del passato remoto del verboย cร diri o cร riri,cadere: cadde.
  • Cajorda: sozza, sordida. Figurato: puttanaccia.
  • Calannario: calendario.
  • Calati juncu ca passa la china: letteralmente, calati giunco finchรจ non passa la piena (del fiume). Espressione che si vuole โ€œadottataโ€ dal lessico โ€œtatticoโ€ della mafia, a indicarne lโ€™estrema adattabilitร  a qualsiasi situazione avversa. Passata la piena, il giunco ritorna dritto, cosรฌ la mafia fra unโ€™operazione di polizia, o una โ€œcampagna antimafiaโ€, e la successiva, e cosรฌ via.
  • Calatina: secondo il โ€œdizionarioโ€ redatto dal The Camilleriโ€™s fan club, significherebbe: companatico. Origine non specificata.
  • Cร lia e simenza: misto di fave, ceci e arachidi tostate e semi di zucca secchi e salati o non salati.
  • Calorio: Calogero.
  • Calumare: termine marinaresco che significa allentare,ย ย mollare (una cima, un cavo), tirare lentamente da un luogoallโ€™altro una barca. In alcune zone marinare dellโ€™Agrigentino, calumare significa spingere qualcuno sottโ€™acqua; a Agrigento, ha il significato di inghiottire, mangiare con voracitร .
  • Camiare: scaldare il forno; infiammarsi, scaldarsi, ardere di febbre o di passione. Eโ€™ anche termine pescatorio e significa spargere sul mare una poltiglia di mollica e pesce marcito per attrarre i pesci; in senso figurato: sedurre, allettare.
  • Cร mmara:camera.
  • Cammarino di commodo: gabinetto
  • Camminari a pedi lรจggio: camminare in punta di piedi.
  • Cร mmisi: camice; cammรฌsi significa invece camicie.
  • Camurria: grossa scocciatura. Eufemismo per storpiamento della parola gonorrea, malattia venerea fastidiosa, e perย tale origine veniva considerata una parola da non pronunciare in societร . Ma di ciรฒ nessuno si ricorda piรน e camurria รจ di uso comune e disinibito.
  • Campiere (Camperi): Colui che รจ preposto alla custodia dei campi, guardiano (Mort.). Nellโ€™organizzazione della societร  contadina mafiosa, il campiere era se il guardiano, ma degli interessi della mafia piuttosto che di quelli del proprietario; non era sempre chiara, tuttavia, lโ€™appartenenza del proprietario. Il prefetto Mori cercรฒ di tirarli dalla parte della Legge ed organizzรฒ per e con loro adunate antimafiose e gli conferรฌ attestati di lealtร  civile e decorazioni al valore. Partito Mori
  • Canala: tegole.
  • Cangiare: cambiare.
  • Cannalivari: carnevale.
  • Cannarozza: esofago.
  • Cannรฌlere: candeliere.
  • Cร ntaro (Cantaru): vaso da notte. Per metafora, persona stimabile come un vaso da notteโ€ฆ
  • Cantร ro (Cantร ru): vecchia misura di peso equivalente a cento rotoli, cioรจ circa ottanta chilogrammi. Anche:ย quintale.
  • Cantoni (Cantuna): conci di tufo.
  • Canรนscire: conoscere.
  • Capozziare: tuffarsi, precipitare.
  • Cร ppisi: capsule, proiettili.
  • Carcarazzo/a: Gazza. Ma Camilleri sembra adoperarla anche per indicare cornacchie e corvi.
  • Cardascioso: esageratamente apprensivo, fastidioso, molesto, seccante, impaziente, pruriginoso, che si da briga e mostra zelo eccessivo e inopportuno.
  • Cardaciusu: Fastidioso, molesto (Mort.)โ€ Da cardacรจa, che significa mal di cuore.
  • Carriche: cariche.
  • Carta dโ€™intinnirintร : carta dโ€™identitร . Non รจ espressione di dialetto: deriva da storpiamento di parola, come accadeย spesso nel dialetto con i termini burocratici, medici, scientifici ecc.
  • Carusi: ragazzini ma ancheย sarbadanari,ย salvadanai.
  • Carzaro: carcere.
  • Cascione: cassetto.
  • Cassariarsi:ย  pavoneggiarsi passeggiando per il cassaro, cioรจ il corso principale del paese che parte dal palazzo dove si gestisce il potere. Cassaro dallโ€™arabo qasr, castello.
  • Catafero: cadavere.
  • Catafottere (Catafuttiri): strapazzare, rovinare, sciupare.
  • Catafriccicare: rafforzativo del verbo friccicari: suscitare intenso desiderio di cosa che piace; premere, stare a cuore, frizzare, prudere. Rifl.: stare sulle spine o, solito capitombolo siculo, prendere gusto (Voc. Sic.).
  • Cataminare/rsi, Cataminiari/si: smuovere, spingere con sforzo, spostare continuamente, muoversi, agitarsi,ย dimenarsi camminando, tentennare di cose che non stanno ben ferme, muoversi lentamente o indugiare a bella posta,ย maneggiare.
  • Cato: catino, secchio.
  • Catojo: monolocale al livello stradale, abitazione misera.
  • Catรนnio: noia, molestia.
  • Cavagne: sinonimo di fascedda, cestino in cui si tiene la ricotta.
  • Cร vucio: calcio.
  • Cร vudo: caldo.
  • Cร vusi: pantaloni.
  • Cazzarola: casseruola.
  • Cazzicatรนmmolo: capitombolo.
  • Centilimetro: centimetro.
  • Che ci accucchia?:ย  che cโ€™entra? Lโ€™ex pubblico ministero on. Di Pietro traducerebbe: โ€œChe ci azzecca?โ€
  • Chiacchiariare: chiacchierare.
  • Chiangรฌri: piangere.
  • Chiantare: piantare.
  • Chiapparina: capperi della qualitร  piรน fine.
  • Chiarchiร ro:ย  dosso pietroso. Leonardo Sciascia, in Occhio di capra, lo descrive cosรฌ: โ€œEโ€™ una collina rocciosa, unย sistema di anfratti, di crepacci,, di tane. Pauroso rifugio di selvaggina, di uccelli notturni, di serpiโ€ฆ Al chiarcร ru, dunque, รจ come dire agli Inferi, a un luogo di morte in cui tutti ci incontreremo. E senza dubbio vi agisce la memoria delle antiche necropoli scavate nelle colline roccioseโ€.E Vincenzo Consolo, in Di qua dal Faro, aggiunge: โ€œNon solo la memoria ancestrale, ma vi agisce la conoscenza, lโ€™esperienza: il chiarcร ro era spesso il luogo dove si occultavano i cadaveri dei morti ammazzati dalla mafiaโ€. Camilleri, nel Gioco della mosca, ne da questa definizione: โ€œLuogo impervio, desolato di sassi e di saggina, soprannome ideale per uno iettatoreโ€.
  • Chiazza: piazza.
  • Chiddru (Chiddu): quello.
  • Chiesastrica: donna di chiesa.
  • Chiffare: faccenda, occupazione, daffare.
  • Chiรน: piรน.
  • Chiummo (Chiummu): piombo. Detto di persona o di circostanza: noiosa.
  • Ciร vula: cornacchia grigia; ma anche gazza, ghiandaia marina, taccola, corvo nero; di persona, specialmente donna, che ciarla molto (Voc. Sic.).
  • Cicarone: accrescitivo di cicara, chicchera, tazzina. Cicarruni significa anche: maschio della capra; uomo grossolano.
  • Ciciri: ceci. Parola del mito siculo: si tramanda che, costringendoli a pronunciarla, gli insorti dei Vespri Siciliani scoprissero cosรฌ i francesi, per i quali era parola impronunziabile โ€œalla sicilianaโ€, e ne facessero mattanza.
  • Cimiร re: pendolare, oscillare, andare da un capo allโ€™altro di un luogo. Fare come la cima di un albero quando cโ€™รจ vento. Il Voc. Sic. registra solo il significato di: attendere a qualcosa, tramare.
  • Cโ€™inzertรฒ: ha indovinato, ha colto nel segno.
  • Ciriveddru: cervello.
  • Ciruso:ย  detto di uovo: bazzotto; detto di uomo: scontroso; detto di terreno: argilloso (Voc. Sic.).
  • Civare: cibare, imboccare. Ha anche il significato di: adescare.
  • Cizziรฒn: eccezione, in neosociliano camilleriano.
  • Cocou: Il Voc. Sic. registra cocรฒ, nel significato di stupido, credulone.
  • Coffa: sporta.ย Avirini cuย (con)ย liย (le)ย coffi: avere abbondanza di qualcosa e anche, non poterne piรน.
  • Dari coffa: rispondere con un diniego ad una profferta amorosa. Col palmo e laย gnutticatรนra: โ€œGnutticatรนra: lโ€™atto delย raddoppiare i panni, la carta, e altro. Fig. vale apparenza, sembianza, nascondimento del vero. Coperturaโ€;ย โ€œPalmo: spazio di quanto si distende la mano dallโ€™estremitร  del dito grosso a quella del mignolo. Spanna, palmoย (Mort.)โ€. Ripagare col palmo e la gnutticatรนra: ripagare con il doppio del favore ricevuto. Nel romanzo La mossa delย cavallo, Camilleri spiega lโ€™espressione cosรฌ: โ€œEโ€™ la misura del panno: un palmo e un pollice ripiegato per buon pesoโ€.ย Il verbo รจย gnutticari: in senso figurato, vale: raggirare qualcuno, persuaderlo, tirarlo dalla propria parte.
  • Comarca: combriccola, compagnia di sodali o congiurati. Niente a che vedere con la parola italiana, che significaย marca, provincia di confine, regione; o anche, grado di funzionario bizantino.
  • Comerdioni: nella lingua italiana esiste la parola comedone, dal francese comedon che รจ dal latino comedo โ€“ onis: mangione. Nel linguaggio medico, rilievo puntiforme di colorito nero, comunemente detto punto nero della pelle, determinato dallโ€™accumulo di sebo allโ€™interno del follicolo pilifero.
  • Conzare (la tavola): apparecchiare.
  • Cunzari: significa anche condire.
  • Coria: cuoio.
  • Farisi un corio: uccidere qualcuno.
  • Correre trรฌnguli mรฌnguli: correre barcollando, tentennando (Voc. Sic.).
  • Cortiglio: cortile.
  • Cozzo: occipite. Piรน in generale, la parte posteriore di qualcosa: cozzu du libru, dorso del libro (Tra.).
  • Crasticeddru: piccolo crasto, cioรจ piccolo agnello castrato.
  • Criata: creata, ma anche cameriera.
  • Cristiani: uomini.
  • Crita: creta.
  • Cu: chi.
  • Cumanno: comando.
  • Cummigliare (Cummigghiari): coprire.
  • Currรนta: corsa.
  • Custureri: sarto.
  • Custura รจ: cucitura.

Dย 

  • Dammรนso: il tetto di un tipo di costruzioni siciliane antiche, soprattutto campagnole, costruito in modo da raccogliere lโ€™acqua piovana e convogliarla dentro una cisterna. Per sineddoche, un certo tipo di costruzione. Isola dei dammusi per antonomasia รจ considerata Pantelleria.
  • Desi: terza persona singolare del passato remoto del verbo dari, dare.
  • Didoppo: poi, dopo.
  • Dโ€™incollo: addosso.
  • Discurruta: conversazione. Anche: colloquio, per stabilire un accordo o appianare una divergenza.
  • Distrubbร re: disturbare.
  • Donchi: dunque, in siculo โ€“ italiano maccheronico.
  • Dragunara: tromba marina, ma anche tempesta, bufera in senso figurato.
  • Dugno: prima persona del presente indicativo del verbo dare, dari.

Eย 

  • Ebica: epoca.
  • Elasso: trascorso, uscito di regola, passato, scaduto.
  • Erbaspada: Specie vegetale non registrata da nessuno dei vocabolari consultati e neppure da Flora Sicula, Dizionario trilingue illustrato, di Filippo Maria Provitina, Edizioni Kefagrafica.

Fย 

  • Fร cchisi: traslitterazione della pronuncia deformata della parola fax.
  • Faccia stagnata: faccia di bronzo.
  • Facenna: faccenda.
  • Fagliare (Fagghiari): in Siciliano, si modica il significato della parola italiana (rara, piรน usata รจ sfagliare), che significa: scartare una carta da gioco. Sfaglio (Voc. Trec.) รจ sia lo scarto improvviso di un animale sia il balzo di un grosso capo di selvaggina e, quindi, le tracce che, fuggendo, lascia sul terreno.
  • Fagghiu: mancanza di un seme della carte da gioco. Fagghiari รจ sia lo scartare lโ€™ultima carta di un seme sia lโ€™essere privo di quel seme. Per estensione, essere fagghiu significa: mancare di qualcosa. Camilleri usaย fagliareย per mancare.
  • Fannu tutte accussรฌ: lโ€™opera di Mozart Cosรฌ fan tutte
  • Fare come una maria: piangere a dirotto (Voc. Sic.).
  • Fare il noccentino: fare lโ€™innocentino, lo gnorri.
  • Fare voci: vociare.
  • Farfantaria: furfanteria, bugia dopo una marachella.
  • Farlacca: asse di legno.
  • Farsi sangue : detto di persone, sentirsi in sintonia vicendevole, provare sentimenti reciproci. Fare sangue (a qualcuno): suscitare ardente e impellente desiderio.
  • Fastuca: pistacchio, pianta e frutto. Fig.: donna che cerca marito accanitamente (Voc. Sic.).
  • Favuso: falso.
  • Fera: delfino. Nella Mossa del cavallo, Camilleri usa lโ€™espressione: โ€œFare piรน danno di una fera in una tonnaraโ€,ย dando lโ€™impressione di identificare la fera con uno squalo, esso se pericoloso dentro una tonnara.
  • Fรจto: puzza.
  • Fรฌcato: fegato.
  • Ficazzana: albero di fico: Nome di una delle varietร  dellโ€™albero, o del frutto, del fico. โ€œFicazzana vera รจ quella che porta i frutti piรน grandi di tutte le altre specie, si matura sul fine di giugno, ha la scorza nera e la polpa dolce, sugosa e bianchiccia rosea, con minutissimi granellini.
  • Fari stari a unu comu na ficazzana: malmenarlo; parlando di cosa: ripiegarla male, gualcire.
  • Ficazzana cu lโ€™ossu ruci (dolce): รจ un detto volgare, che si usa per accennare una negativa, poichรจ questo frutto con osso non esiste, dunque si accenna un impossibileโ€ (Mort.).
  • Ficcata: coito, โ€œscopataโ€.
  • Filร ma: fama, reputazione, Camilleri la usa spesso nel significato di: diceria calunniosa, accusa ingiusta.
  • Finire a schifรฌo: finir male.
  • Finuta: finita.
  • Firetto: furetto.
  • Firriare: girare, sia in senso transitivo che intransitivo.
  • Firrigna: ferrigna.
  • Firticchio: estro, voglia, capriccio.
  • Fissa: fesso, stupido. Ma anche vulva, organo sessuale esterno della donna.
  • Fissiarsela: indugiare, perdere tempo.
  • Fitinzรฌa: schifezza.
  • Flabbicato: fabbricato, in โ€œmaccheronicoโ€.
  • Fodetta (Faudetta o fadetta): gonna, sottana, sottoveste.
  • Fofรฒ: diminutivo di Alfonso.
  • Fora: fuori. Eโ€™ anche, ma quasi obsoleto, il condizionale del verbo essere: sarebbe.
  • Forasteri: forestiero.
  • Foravรฌa (diโ€ฆ): di straforo. Venire di foravia: arrivare da un luogo estraneo, o da una direzione inaspettata, nonย consueta.
  • Fratre: fratello.
  • Friccicari: piacere, allettare. Friccicร risi: โ€œBaloccarsi, muoversi qua e lร  ciondolandoโ€ (Mort.). Camilleri sembraย dare al verso il significato di graffiarsi.
  • Friscanzana: tempo fresco senza vento; tempo umido.
  • Frisco frisco: fresco fresco, detto di qualcuno che ostenta disinvoltura.
  • Friscoliddro: freschetto (detto di tempo).
  • Frivaro: febbraio.
  • Frussione: raffreddore.
  • Fuitรฌna: fuga. Per antonomasia, fuitรฌna in Sicilia รจ la fuga consensuale di due giovani che vogliono sposarsi contro la volontร  delle famiglia: basta una notte passata insieme per rendere โ€œobbligatorioโ€ il matrimonio. Pratica non piรน molto diffusa ma non del tutto scomparsa. Talvolta, solo una messa in scena โ€“ perfino con un โ€œrapimentoโ€ spettacolare quanto concordato tra le famiglie โ€“ per risparmiare le ingenti spese per una festa di matrimonio regolare.
  • Fumolizzo: esalazione di fumo, vapore acqueo.
  • Funnuto:ย  profondo.
  • Furgarone: grosso petardo pirotecnico. Termine settecentesco non piรน usato dai โ€œpirotecniciโ€ siciliani (secondo Ignazio Buttitta jr, antropologo, che su fuochi e fuochisti pirotecnici siciliani sa, praticamente, tutto). Nellโ€™Agrigentino significa anche: uomo di alta statura (Voc. Sic.).
  • Furiare: aizzare, far montare in furia bestie o persone, dare in escandescenze, infuriarsi, dare la baia, sgridare, sbandare un gregge (Voc. Sic.).

Gย ย 

  • Gaddrina: gallina.
  • Gammi: gambe.
  • Garrusiare: comportarsi in modo astuto e ambiguo. Daย garruso, che perรฒ significa โ€œomosessuale passivoโ€. Nellโ€™Agrigentino il Voc. Sic. registra il detto popolare:ย garruso a ccridenza, persona che si intromette inopportunamente nei fatti degli altri. Di metafora in metafora, misteriosamenteโ€ฆ
  • Gastime: imprecazioni, maledizioni, recriminazioni lamentose. Verbo: gastimari; in alcuni testi di Camilleri รจย lastimare.
  • Gattigliare: fare il solletico.
  • Giarno: giallo, impallidito.
  • Giarre: grandi recipienti di terracotta.
  • Gilecco: gilรจ.
  • Girgentana: agrigentina. Agrigento si chiamava Girgenti fino al periodo prefascista.
  • Gnuri: cocchiere, vetturino.
  • Grancio: granchio.
  • Graste: vasi da fiori.
  • Grecchia: orecchia.
  • Grevia: detto di persona, pesante, senza spirito; chi non voglia dare soddisfazione allโ€™interlocutore; di condimento,ย scipito.
  • Guร llara: ernia.
  • Guttera: stillicidio dal tetto.

H

  • Havรฌri chi fari: essere occupato.

Iย 

  • Iddru (Iddu): egli.
  • Immeci: invece.
  • Imparpagliato: imbarazzato, chi rimane senza parole
  • Impiccicata: appiccicata.
  • Imprenare: ingravidare.
  • In prรฌmisi: in primis, innanzi tutto.
  • Inca: inchiostro.
  • Incaniato: arrabbiato come un cane. Da incaniarsi.
  • Incaprettato: uomo ucciso e poi impacchettato, con le gambe ripiegate dietro la schiena e legate a un capo di una cordicella, a volte un filo di ferro, il cui altro capo รจ rigirato attorno al collo. Sistema preferito dagli assassini mafiosi per lo stivaggio modulare di un cadavere nel portabagagli di unโ€™auto. Secondo alcuni esegeti, lโ€™incaprettamento verrebbe eseguito dal vivo, e la morte avverrebbe a poco a poco, in sincronia con il progressivo afflosciarsi delle gambe ripiegate che causerebbe la tensione della cordicella e perciรฒ lo strangolamento. A volte, lโ€™incaprettato รจ tale per comoditร  di trasporto, in vista del successivo incenerimento insieme con il contenitore; altre volte, deve servire come messaggio eย monito. Negli anni โ€™70 โ€“ โ€™80, tale dettagliata spiegazione sarebbe stata superflua, essendo lโ€™incaprettamento pratica frequente e ben descritta dai cronisti di nera. Oggi sembra sistema poco utilizzato, ma non si puรฒ mai dire e da quegliย anni remoti sโ€™รจ alfabetizzata e arrivata allโ€™etร  della ragione almeno una generazione ignara di quegli scellerati ritualiโ€ฆ
  • Incarcare: calcare, premere, spingere con forza; anche metafora dellโ€™atto sessuale.
  • Incatricchiato: sarebbe il participio passato del verbo italiano incatricchiare, che perรฒ non รจ registrato da nessuno dei vocabolari della lingua italiana consultati ed รจ citato solo dal Vocabolario Siciliano โ€“ Italiano di Antonio Traina, come traduzione del verbo siciliano incatriculari, nel significato di avvolgere, arruffare, avviluppare. Camilleri cita Pirandello, che usรฒ la parola italiana in una sua novella.
  • Inchรฌre: riempire.
  • Incignare: inaugurare, mettere per la prima volta, togliere la verginitร . Il verbo รจ identico, a parte la desinenza siciliana in ari, sia nella lingua italiana che nel dialetto. Vocabolo dotto, deriva dalla parola greca kainรฒs, nuovo (Voc. Trac.)
  • Incocciare: incappare.
  • Incupatissimo: occupatissimo.
  • Incuponarsi: coprirsi.
  • Infaccialate: con il volto coperto.
  • Infatato: fatato, miracoloso.
  • Infuscarsi: rabbuiarsi, alterarsi.
  • Inganzato (Ngarzatu): amante.
  • Ingrasciato: lurido.
  • Inguelรฌno: inquilino.
  • Insallanuto (Nsallanutu): stordito, attonito, dubbioso. Anche: ubriaco.
  • Insรจmmula: insieme.
  • Insitarsi nellโ€™agro: essere di cattivo umore, inacidirsi: detto di persona.
  • Insugnate: sognate. Nulla a che fare con sugna, che รจ lo strutto.
  • Insunsuniare: il Voc. Sic. registra il verbo, usato in alcune zone dellโ€™Agrigentino, nzusizzunari: insaccare qualcosa dentro una fodera o dentro un contenitore a orma di budello (salsiccia); montare una persona contro unโ€™altra.
  • Intifico: identico.
  • Intollarsi: nel dialetto siciliano esiste lโ€™aggettivo ntollu, stupido, sciocco; ubriaco. Farโ€™u ntollu, fare il nesci. Intollarsi di qualcosa, puรฒ stare quindi sia per istupidirsi che per imbottirsi, in senso traslato, per esempio, di pillole.
  • Intordonuto: stordito, intontito.
  • Intortati: storti, incurvati.
  • Intreppete: interprete. Il gruppo di lettere rpr รจ di ardua pronuncia per qualsiasi siciliano, perciรฒ si aggira lโ€™ostacolo.
  • Inzertare: indovinare.
  • Isare: alzare
  • Itivรฌnni: andatevene.
  • Ittร re: gettare.

Jย 

  • Jรจnniro: genero.

L

  • Lagnusรฌa: pigrizia, svogliatezza.
  • Laido: brutto, malconcio.
  • Lanna: latta.
  • Lastrico: deformazione, per elastico.
  • Latata: lato ma anche parentela.
  • Lebbro: lepre.
  • Lรจggio: leggero.
  • Lento dโ€™incascio: chi abbia diuresi frequenti. Metafora per chi non riesca a tenere un segreto.
  • Liccasapone: coltello a serramanico.
  • Liggiรนto (il) e lo scrivรนto: il saper leggere e scrivere.
  • Limmita: confini agrari.
  • Limosรฌna: elemosina.
  • Limitu: termine, confine. Pietra o segnale di confine.
  • Linzรฒlo: lenzuolo.
  • Lippo: erbe, muschi o alghe, sulle rive di corsi dโ€™acqua o sugli scogli a fior dโ€™onda.
  • Livari u (il) pilu (pelo): percuotere duramente qualcuno.
  • Lรฒzio (Lรนzziu): bonaccione ma lento nei riflessi (Voc. Sic.).
  • Luffarรฌa: pigrizia.

Mย 

  • Mโ€™avi a scusare: le chiedo di scusarmi.
  • Macร ri: anche, perfino.
  • Maceriarsi: arrovellarsi, tormentarsi. In Siciliano esiste anche il verbo maciriari: โ€œTrattar con mano la farina daย impastare fregandola sulla madiaโ€ (Tra.).
  • Magร ra: strega, fattucchiera. I vocabolari siciliani ottocenteschi danno: maliarda, ammaliatrice e il Tra. riporta questa singolare versione: โ€œI piรน rozzi montanari cosรฌ chiamano anche il convoglio della ferroviaโ€.
  • Magarรฌa: magia.
  • Malacunnรนtta: mascalzone e, in generale, uomo di pessimo carattere; fannullone, dedito ai piaceri della carne.
  • Mallitto: maledetto.
  • Malostare: miseria; incubo.
  • Mammalucchigne: le parole usate negli esorcismi, ma anche sbigottite, meravigliate.
  • Mammana: levatrice.
  • Mandillo: una delle trappole che maliziosamente Camilleri. dissemina fra le sue parole dal siciliano. Questa รจ, inย realtร , parola dotta, dottissima, con un pedigree che parte dal latino e arriva fino al greco bizantino: come mandilio indica il fazzoletto su cui, secondo una leggenda del 4ยฐ o 6ยฐ secolo, sarebbe rimasto impresso il volto di Cristo. Come mandillo, indica il fazzoletto che le donne di alcune regioni meridionali portavano in capo, annodato sotto la gola e ricadente sulle spalle, oppure inamidato e disposto come un vero copricapo. Entrambe le definizioni sono copiate dal Voc. Trec. Per quel che vale, il correttore ortografico inserito nel programma del computer segna entrambe le parole con la linea zigrinata rossa, che indica errore ortografico.
  • Mangiuga: mangiatoria, pappatoria.
  • Maniร re: maneggiare, toccare con le mani.
  • Maniร ta: gruppo di persone; traccia di selvaggina seguita dai cani.
  • Mร nnara: recinto in cui si rinchiude un gregge.
  • Manopera: manovra.
  • Manu cu manu: da una mano allโ€™altra (puรฒ usarsi per indicare consegna di oggetti o somme di denaro senza formalitร , equivalente dellโ€™espressione latina brevi manu.
  • Masannรฒ: altrimenti, in caso contrario.
  • Mascuiliddru: maschietto.
  • Masculo: maschio.
  • Matapollo: una qualitร  di tela di cotone; imbroglio, imbroglione, bugiardo. Fโ€ฆrisi u vudeddu a matapollo, torcersi le budella per disappunto o rabbia o dispiacere.
  • Mร zzara: masso di pietra usato come ancora, ma anche per far colare a fondo, e perchรจ ci rimanga, un assassinato delย quale non si voglia lasciare traccia.
  • Mรจnnula: mandorla.
  • Mรจusa: milza.ย Pani caโ€™ mรจusa:ย panino imbottito con la milza. Secondo Camilleri (Il Cane di terracotta) la mรจusaย ย sarebbe: โ€œInteriora dโ€™agnello bollite e cosparse di caciocavalloโ€, invece la milza รจ fritta nellโ€™olio ed รจ di bue. Interiora dโ€™agnello arrotolate e cotte alla brace sono invece le stigghiola. Ma Camilleri non รจ palermitano.
  • Midicร no (Miricanu): americano.
  • Minchia: organo sessuale maschile. Iterazione fin troppo frequente nel parlato dei siciliani: esprime meraviglia, apprezzamento, disprezzo, e qualsivoglia altro stato dโ€™animo.
  • Minna: mammella.
  • Minnitta: vendetta, ma anche scempio.
  • Mischineddru: poverino.
  • Misirizzi: Altra trappola camilleriana. Chi se lโ€™aspetterebbe? Eโ€™ parola italiana, entrata nellโ€™uso fin dal 1629, come autorevolmente registra il Diz.: โ€œDa mi si rizzi, giocattolo consistente in una figura di legno o altro materiale leggero che, appesantito alla base, comunque si getti non puรฒ non restare dritta. Figurato: uomo politico che riesce a sopravvivere a ogni cambiamentoโ€. Queste le definizioni della parola che, si confessa, non sโ€™era mai udita o letta prima. E che sia parola rara o dimenticata, lo proverebbe il fatto che, in questi anni di continuo gioco politico ai quattro cantoni, mai sia accaduto di ascoltarla nรฉ di leggerla nel suo significato figurato.
  • Moccaro: moccio.
  • Mocconelli: piccoli bocconi o piccoli sorsi
  • Momento di virivirรฌ: vivamaria, momento di estrema confusione.
  • Mormoriarsi: borbottare.
  • Morsi: prima persona singolare del passato remoto del verboย murรฌri, morire.
  • Moschitta: zanzara.
  • Motuperio: menzogna, falsitร , impostura; frottola; grande quantitร  di qualsiasi cosa. Camilleri ne deriva, forse, il verbo mutuperiare, a cui in un testo sembrerebbe attribuire il significato di: muovere ritmicamente la testa, o in su e giรน. Ma chissร .
  • Muffoletto: piccolo pane molto morbido, che si confezionava in certe ricorrenze festive.
  • Munnizzaro: discarica, ma anche โ€œoperatore ecologicoโ€, che sarebbe la definizione politicamente corretta perย identificare quelli una volta erano chiamati spazzini, netturbini ecc.
  • Murmuriari: borbottare ma anche: spettegolare, insinuare, fare maldicenza sul conto di qualcuno.
  • Murritiare: infastidire, ma anche scherzare con le mani o con le parole. Camilleri, nel Gioco della mosca: โ€œStuzzicare, provocare. Ma se il provocare si tramuta in dileggio si diceย scuncicariโ€. Cincischiare.
  • Murritiuso: che non sta mai fermo, che tocca tutto. Anche chi soffre di emorroidi.
  • Muschittera: carta moschicida.
  • Mutร nghero: silenzioso, ma anche chi abbia difficoltร  di parola.
  • Mutriarsi: cambiare umore, dal buono al cattivo. Mutria รจ parola della lingua italiana: โ€œGrugno, musoโ€; figurato:ย atteggiamento del volto che mostra orgoglio o sdegnoโ€ (Diz.). Il verbo non esiste.

N

  • Na picca: un poโ€™.
  • Na poco: alcuni.
  • Nร nfara: costipazione nasale, raffreddore. โ€œInfreddatura,ย ย spezie di malattia nella quale vi รจ intasamento di naso, oย distillazione di moccio liquido. Corizza (coriza)โ€, (Mort.). In un testo, Camilleri la definisce cosรฌ: โ€œQuel particolare modo di parlare che viene quando uno ha il naso chiuso eย stracangiaย (vedi) la pronuncia delle consonantiโ€.
  • Narrรจย (variante:ย darrรจ): dietro.
  • Narreri: indietro.
  • Nasche: narici.
  • Ncaniato: adirato, fuori dai gangheri, insomma incazzato.
  • Ncasciata: letteralmente: incassata. Eโ€™ anche termine culinario: pasta โ€˜ncasciata: timballo di pasta al forno.
  • Neglia: nebbia.
  • Nenti: niente.
  • โ€˜Ngiuria (Inciuria): offesa, oltraggio. Ma soprattutto usato in Sicilia per indicare il soprannome, non necessariamente spregiativo o ridicolo, attribuito a un โ€œcapostipiteโ€, i cui discendenti se lo trasmettono di generazione in generazione: nei paesi, รจ piรน facile essere conosciuti e identificati dalla inciuria piuttosto che dal cognome. Se vi accadesse di cercare qualcuno, tuttavia, usate qualche cautela: puรฒ capitare che essere chiamati da un estraneo con la inciuria non sia gradito.
  • Nglisa: inglese.
  • Nguliate: appetitose, che sollecitano la gola,
  • Nibba: no, niente affatto, a vuoto, inutilmente. Il Voc. Sic. lo definisce termine antiquato: lo usรฒ anche il poetaย Giovanni Meli. Piรน correnti,ย nรฌbbisiย eย nisba.
  • Nicareddru: diminutivo di nico (vedi).
  • Nico: piccolo.
  • Nirbuso: nervoso. Il nirbuso: attacco di nervi.
  • Nรฌvuro: nero.
  • Non appattare: non combaciare, non capirsi.
  • Non lasciare di corto: non farsi sfuggire chi si pedina, a qualunque costo.
  • Nonsi: contrazione per nossignore.
  • Notรฒmia: anatomia.
  • Nuciddre americane (Nucidde): semi di arachide tostati nel baccello. Nucidda, รจ la nocciola.
  • Nuddru (Nuddu): nessuno.
  • Nunnร to: neonato. Nunnata รจ il novellame di pesce, in genere di sarda.
  • Nuovaiorca: New York.
  • Nzmร : non sia mai, Dio ne scansi.
  • Nzinga: cenno. Nei primi testi di Camilleri: zinga.

O

  • Occhi sgriddrati: occhi spalancati.
  • Oglio (Ogghiu): olio.
  • Omo di panza: uomo che sa tenere un segreto (nella pancia).ย Camilleri lo definisce cosรฌ, nel Gioco della mosca:ย โ€œPersona pronta ad affrontare temerariamente situazioni rischioseโ€. Si vuole sia stata una โ€œqualitร โ€ mafiosa, perย cui lโ€™espressione indica, tout court, un mafioso
  • Onze: monete del Regno delle Due Sicilie. Unโ€™onza era divisa in dodici tarรฌ. Un tarรฌ nel 1861 era pari a 0,425ย lire, equivalenti a circa 2.900 lire attuali.
  • Opira dei Pupi: Opera dei Pupi, spettacolo di marionette sui temi del ciclo di Carlo Magno e dei suoi Paladiniย contro i Mori.
  • Orliare: girare attorno.
  • Osso pizziddro: malleolo.

Pย 

  • Pagnottuna: schiaffoni.
  • Palรฌco: stecchino; metaforicamente, cosa o persona di poco conto.
  • Palloneddro di acqua saponata: bolla di sapone
  • Palumma: colomba.
  • Pampรจra: visiera.
  • Pampineddra: letteralmente, piccola foglia.
  • Pร mpini pร mpini: detto degli occhi, occhi aย pampinedda: quando gli occhi si socchiudono e le palpebre sbattono (come una fogliolina per la brezza, appunto)per stanchezza o sonno. Pampina significa foglia; pampino, nella lingua italiana, รจ la foglia della vite.
  • Papรจ: babbeo, minchione; termine infantile per indicare le scarpe (Voc. Sic.). Piรน sbrigativo, Camilleri usa la parola come contrazione di papellu: lunga lettera; rapporto disciplinare, denuncia.
  • Papรฒre: piroscafo a vapore.
  • Pappatacio: pappataci, che in italiano รจ invariabile, piccolo insetto dei Ditteri, (โ€œche punge e vola senza far rumoreโ€ (Diz.).
  • Parannanza: non รจ una parola siciliana, ma del dialetto romanesco, dal Voc. Trec.: grembiule da lavoro o da cucina.
  • Parrino: prete; padrino.
  • Passiร re: passeggiare.
  • Passiddrร : passa da lร , cioรจ cambia strada, vattene.
  • Passuluna: olive nere appassite.
  • Patangelo: vantaggio che si concede allโ€™avversario in una corsa.
  • Pattiare: mercanteggiare, convenire.
  • Pazinziuso: paziente.
  • Pedi leggio (a): in punta di piedi.
  • Peju: peggio.
  • Perciale: brecciame.
  • Pertuso (Pirtuso): pertugio, buco.
  • Petrafรจrnula: torrone, durissimo, di zucchero tostato e mandorle.
  • Petrosino: prezzemolo.
  • Picca: poco.
  • Piccamora: per adesso.
  • Picciliddro: bambino.
  • Picinosamente: picinusuย significa: fastidioso, pignolo. Il verboย piciniari: bisbigliare; chiacchierare; fare pettegolezzo; borbottare o mostrare disappunto con insistenza e monotonia; discutere animatamente a voce alta. Sta anche per piovigginare (Voc. Sic.).ย Piciย significa pece.
  • Picuna: picconi.
  • Pifanรฌa: Epifania.
  • Pigliare il fujuto: prendere la fuga.
  • Pilacchio: blatta delle cucine, scarabeo stercorario.
  • Pilaja: spiaggia. Ma nel dialetto siciliano corrente si usano, indifferentemente, praia e plaia. Camilleri scrive sempre pilaja; si incontra plaja solo a partire dal racconto La revisione del volume Gli arancini di Montalbano.
  • Pilere: pilastro.
  • Pinnotizzata: ipnotizzata.
  • Pinnuli: pillole medicinali.
  • Pircoco: albicocco/a.
  • Piriazzola: peretta/e.
  • Pรฌrita: scoregge.
  • Pirrettu: grosso limone.
  • Pirsรนna: persona.
  • Pirriatore: minatore nelle cave di pietra.
  • Pirtusa: buchi.
  • Piscariggio: peschereccio.
  • Piscipร ino: pitch-pine, legno di pino americano che, ben stagionato, รจ di qualitร  particolarmente adatta allโ€™ebanisteria e alla carpenteria edile e navale.
  • Pistiร re: pestare, ma anche mangiare (pestare con i denti).
  • Pistiato e ripistiato: spiegato e rispiegato.
  • Pitin(i)oso: pitรฌniaย significa eczema, verruca. In senso figurato, sta per: persona fastidiosa, puntigliosa allโ€™eccesso, di carattere agro e sospettoso.
  • Pititto: appetito.
  • Pitroglio, pitrolio: petrolio.
  • Ponno: terza persona plurale dellโ€™indicativo del verboย putiri.ย Pozzo: idem, prima persona dellโ€™indicativo.
  • Prena: incinta.
  • Pribenna: privativa, privilegio, concessione.
  • Primentรฌo: Primintiu. Si dice del frutto della terra che si matura di buonโ€™oraโ€ (Mort.). Luceย primentรฌa: alle prime luci (del giorno).
  • Primisso: permesso.
  • Prisenza: presenza.
  • Proรฌ: passato remoto di prรฒiri , porgere. Camilleri usa anche: pruรฌ.
  • Prรฒtico: prodigo. Figliรฒ prรฒtico: figliol prodigo. Deformazione del linguaggio popolare.
  • Pruvulazzo: polvere.
  • Pulรฌsi: poliziotti, storpiamento in americano-brooklyno della parola Police.
  • Puliziare: pulire.
  • Puliziatina: lโ€™atto del lavarsi, ma con moderazione.
  • Pupi pupi: detto degli occhi; fari pupi pupi: lโ€™annebbiarsi e lo sfocarsi della vista per cui le righe di un libro sembrano oscillare. Insomma, quando โ€œballa la vistaโ€.
  • Purmonรฌa: polmonite.
  • Purrito (Purritu): marcio, fradicio. Dal francese: pourri.
  • Putรฌa: bottega.

Qย 

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  • Quacรฌna: calce.
  • Quadane: โ€œSubito calore che invade la persona per paura, confusione, (emozione) o altra causaโ€ (Mort.).
  • Quadiare (Quariari): riscaldare.
  • Quartarella: piccola anfora di terracotta
  • Quartiarsi: cautelarsi, prendere delle precauzioni, non esporsi.
  • Quasette: calze.
  • Quatelosi: cauti.
  • Quatrare: convincere, detto di gente della quale non si riesca a inquadrare la personalitร .
  • Quatrigliรจ: quadrettato.

R

  • Racina: uva. Dal francese raisin.
  • Radica: eufemismo per il membro sessuale maschile.
  • Raggia: rabbia.
  • Ralogio: orologio.
  • Ranto ranto: tuttโ€™attorno. Ranto, da solo, significa: radente a, accanto. โ€œRanti ranti: rasente, allato, benย accosto. Italiano: a randa a randa, voce derivata dal Provenzaleโ€ (Mort.). โ€œRanda: arcaico, margine, estremitร :ย Nella locuzione avverbiale โ€œa randaโ€, rasenteโ€ (Diz.).
  • Raprire: aprire.
  • Retr: gabinetto.
  • Revorbaro: revolver.
  • Rifardiarsi: tirarsi indietro; prendere le distanze; non tener fede a un impegno. Camilleri usa anche:ย arrifardiarsi.
  • Riperticare: rintracciare.
  • Rispostiare: rispondere in maniera sgarbata o aggressiva, per avere lโ€™ultima parola.
  • Rivotare: rivoltare, girare.
  • Rizzetto: sistemazione.
  • Rrinรจsciri: riuscire.
  • Rumorata: rumore.
  • Rusciana: rubiconda, sanguigna.

Sย 

  • Saccarolo: scaricatore.
  • Sacchetta: tasca.
  • Saccio: iรฒ saccio, tu sai, iddu sape: prime tre persone dellโ€™indicativo presente del verboย sapiri,ย sapere.
  • Sanfasรฒ: alla rinfusa, senza ordine, alla carlona.
  • Santarma: anima santa.
  • Santione: bestemmia.
  • Sarsa: salsa.ย Fari a sarsa: fingere per simulare o dissimulare qualcosa. Anche: irridere.
  • Sasizza: salsiccia.
  • Satare: saltare. Sauta un torzolu e va in culu allโ€™ortolano: salta un torsolo eโ€ฆ
  • Sร vuto: salto.
  • Sbalanco (Sbalanzu): dirupo, precipizio, torrura.
  • Sbariare: distrarre da pensieri gravosi, rasserenare.
  • Sbarracato: spalancato. Dal verbo sbarrachiari.
  • Sbergie: nocepesche.
  • Sberginato: sverginato.
  • Sbinchiare (Sminchiari): Guastare, disordinare, ma anche storpiare, malmenare duramente.
  • Sbinturato: sventurato, anche nel senso di senza cervello.
  • Sbinรนto: svenuto.
  • Sbirrittare: salutare togliendosi il cappello. Sbirrittiata vale anche: contesa verbale, diverbio.
  • Sbommicare (Sbummicari): dallโ€™antica parola italiana bonicare, vomitare: trapelare, manifestarsi allโ€™improvviso,ย per esempio, della febbre. Anche: sfogarsi.
  • Sburrare: eiaculare.
  • Scaffa: buca stradale, avvallamento del terreno. Anche: scaffale, ripiano.
  • Scagno: ufficio commerciale, anche scrivania.
  • Scampare: spiovere.
  • Scanata: il battere la pasta o lโ€™impastarla con le mani.
  • Scanato: detto del pane, pane biscottato. Il verbo scanari significa anche: parlare per frasi pungenti e allusive (Voc. Sic.).
  • Scangio: cambio.
  • Scantato: impaurito.
  • Scanto: paura.
  • Scantuso: pauroso.
  • Scappacavallo: calesse.
  • Scappottarsela: sgusciar via, evitare, dribblare un imprevisto, un fastidio.
  • Scarfaglio: scarafaggio.
  • Scarmazzo: aria calda e soffocante; nuvole tipiche del vento di scirocco, sparse e rade (Voc. Sic.). Camilleri faย dire al commissario Montalbano che significa โ€œmovimento dโ€™acquaโ€.
  • Scarpร ro: ciabattino.
  • Scarso: povero.
  • Scasciare: mancare, ma anche cedere, riferito a un meccanismo.
  • Scascione: cagione, causa.
  • Scatasciante: part. pres. di scatasciari, verbo dai molteplici significati: dire ciรฒ che non si sarebbe dovuto; confessare spontaneamente; fare la spia; dare in escandescenze; millantarsi; ridere a crepapelle; piovere a dirotto; togliere collositร  alla tela; scuocersi della pasta; dissodare un terreno (Voc. Sic.).
  • Scatร scio: come il verbo, sostantivo polivalente: denuncia; temporale; flusso dโ€™acqua dโ€™irrigazione; dissodamento delย terreno. In un testo, Camilleri sembra attribuirgli il significato di: gran fracasso.
  • Scattusarรฌa: dispetto.
  • Scร vuso: scalzo.
  • Scecco: asino.
  • Schetto: celibe.
  • Schifรฌo: disgusto.ย Finire a schifรฌo:ย vedi finire.
  • Schina: schiena.
  • Schiticchio: pasto in compagnia. โ€œDi quelli che si definiscono: scialare il tempo: oziare con spensieratezzaโ€ (Voc. Sic.).
  • Sciarra: lite.
  • Sciauro (Ciauru): odore
  • Sciccaroli: conducenti di asini.
  • Sciddicuso: scivoloso.
  • Sciddricare: scivolare.
  • Scรฌnnire: scendere.
  • Scioppoย (a volteย scioppetto): รจ una misteriosa parola che, unita a birra, significa: una bottiglia di birra, piccola.ย ย eโ€™ espressione usata solo in Sicilia, e non sono neppure sicuro che sia ormai capita da tutti i baristi. Probabilmente deriva da una parola di slang americano, udita e chissร  come storpiata dai siciliani ai tempi dellโ€™occupazione americana della Sicilia, o importata con il โ€œbrooklynoโ€ degli emigrati di ritorno. In inglese โ€“ americano chop significa tante cose, ma la radice riportaย sempre al verbo tagliare: puรฒ darsi che i soldati americani, chiedessero una chop-beer quando volevano una bottiglia Piccola (tagliata rispetto alla misura standard?). Il Voc. Sic. registra scioppa come parola del linguaggio degli italo -americani tornati al paese: fabbrica di capi dโ€™abbigliamento e anche piccolo negozio senza pretese; lavoro continuativo ben pagato.
  • Scocciare i fรฌlleri: scucire i soldi, pagare senza fare tante storie.
  • Scocco: fiocco.
  • Scรฒncica: scherno, provocazione.
  • Sconcicare: infastidire (vedi: murritiare).
  • Scopetta: fucile da caccia. Scopettata, fucilata.
  • Scoppo: serratura a scatto. Eโ€™ voce onomatopeica, in quantoย scoppuย significa anche scatto, rumore, fracasso.
  • Scorcia: scorza, buccia.
  • Scrafazzare: schiacciare.
  • Scrรนscio: rumore.
  • Scugnare il naso: battere violentemente il naso tanto da farlo sanguinare.ย Scugnareย significa cavare, togliere daย un incastro; mandar via, cacciare.
  • Scumazza: schiuma. Fari scumazza: pavoneggiarsi.
  • Scuratina: imbrunire.
  • Scursunaย (plurale diย scursuni): varie specie di serpenti,ย ย velenosi e no; cravatta; denaro o tesoro nascosto; uomo furbo e astuto, o scontroso e insocievole (Voc. Sic.).
  • Sdisonorato: disonorato, ma anche astuto senza troppi scrupoli.
  • Sdunare: uscire di senno. Camilleri lo usa nel senso di uscire, uscire dalla tanaโ€ perchรจ in un testo aggiunge: โ€œcome fa un coniglio quando vieneย assugliatoย (vedi assugliare) dal furettoโ€.
  • Secundis (in): in secondo luogo.
  • Seggia: sedia.
  • Sentirsi la bocca allapposa: impappinarsi.
  • Serbatici: selvatici.
  • Sfagliare: indietreggiare.
  • Sfondapiedi: buca coperta e mimetizzata con frasche per farne una trappola; tranello.
  • Sgallumata: scolata, detto di bottiglia. Detto di persona: dal corpo o dal portamento sgraziato.
  • Sgriddati: detto di occhi โ€œQuasi fuori dallโ€™orbitaโ€ (Tra.).ย ย Sgriddariย significa scappare via, sfuggire alla presa,ย scampare, liberarsi.
  • Si votava e rivotava: si voltava e si rivoltava.
  • Sicarro: sigaro.
  • Sicutare: inseguire.
  • Si-donna: forma sincopata e enfatica per: signora donna. Eโ€™ lโ€™equivalente del cosiddetto titolo dโ€™onore premesso alleย nobili e presunte tali. Puรฒ prendere intonazioni ironiche. Espressione in uso nellโ€™Agrigentino.
  • Signo: segno, segnale.
  • Simร na: settimana.
  • Sinibbio: questa รจ una parola toscana, che secondo il Diz. significa vento con neve, neve che il vento polverizza.ย ย Forse dal latino volgare subnibulus, oscuro, tenebroso; in uso nellโ€™Italiano dal 1891.
  • Sรฌnnaco: sindaco.
  • Sisiร ta: parlarsi con il sรฉ, cioรจ mettersi dโ€™accordo.
  • Smร fari: enormitร .
  • Smรจuso: โ€œDicesi di chi ha la pancia vuota. Smilzo; 2. Detto di uomo meschino, e senza moneta. Asciutto; detto di composizione come di versi, e simili, vale languida. Smilzo. (Mort.). Puรฒ anche significare scialbo.
  • Smorcare lo sbromo: modo di dire non facilmente interpretabile. Smorcare (vedi). Sbromo (o bromo), รจ lโ€™agglomerato di minuscole meduse e di altri celenterati urticanti che si attacca alle reti o ai palancari e irrita le mani di chi maneggia quegli attrezzi. Camilleri spiega lโ€™espressione cosรฌ: โ€œVoglia di pigliare per il culoย ย lโ€™interlocutoreโ€. Appunto.
  • Smorcata(?): Participio passato dellโ€™indecifrato verbo smorcare, usato per definire sia la fame sia la febbre: a senso, sembrerebbe indicare lโ€™insorgenza sia dellโ€™una che dellโ€™altra (ma anche esattamente lโ€™opposto).
  • Smurritiare: frugare; provocare.
  • Soprassutta: sottosopra.
  • Soru: sorella.
  • Spacchio: sperma
  • Spaccimme: sperma, nel dialetto napoletano.
  • Sparatina: sparo. Lโ€™uso della parole nel dialetto siciliano รจ analogo a quello descritto per la parolaย ammazzatinaย (vedi).
  • Sparagnare: risparmiare.
  • Spardare: sprecare.ย Spardatuย ha il significato diย ย malconcio, lacero.
  • Sparla: pettegolezzo malizioso.
  • Sparlare: parlar male di qualcuno.
  • Sparluccicare: brillare.
  • Sperciare: avere voglia.
  • Sperto: astuto, abile.
  • Spiare: chiedere.
  • Spicato: sviluppato
  • Spiega: spiegazione
  • Spinasanta: Astragalus siculus. Nessuna paura, รจ una pianta leguminosa delle Papillonacee, i suoi semi vengono (venivano?) usati come surrogati del caffรจ (Flora Sicula).
  • Spinno: voglia; anche: nostalgia.
  • Spirtizza: astuzia, ma anche bravata.
  • Spirtusato: bucherellato.
  • Spitร li: ospedale.
  • Splร pita: Parola non registrata da nessuno dei vocabolari consultati. Usata da Camilleri nel Cane di terracotta, come aggettivo sia di โ€œcuriositร โ€ sia di โ€œluceโ€ (specificatamente, di un acciarino), sembrerebbe significare scialba, scarsa, moderata.
  • Sponza: spugna.
  • Squasciariate: detto, da Camilleri, di voci durante una lotta.
  • Squieta: inquieta.
  • Squietare: spazientire, infastidire.
  • Stacciรนto: robusto.
  • Staminarรฌa: inclinazione a fare dispetti.
  • Stascionale: lavoratore stagionale.
  • Stascione: stagione. La parola usata isolatamente significa, per antonomasia, lโ€™estate.
  • State: estate.
  • Sticchio: organo sessuale femminile.
  • Stigliolo (Stigghiola): budello.ย Stigghiolaย sono le budella di capretto arrotolate a uno spiedino e arrostite sulle brace. Recentemente bandite dalle norme igienico-sanitarie europee, facevano, fanno โ€“ e faranno? โ€“ parte del variegato assortimento di โ€œcibo stradaleโ€ palermitano.
  • Stimpagnare: sfondare, sturare. Per estensione: sgorgare.
  • Stinnicchiato: disteso.
  • Stoccare: spezzare.
  • Stracangiare: stravolgere, cambiare radicalmente.
  • Stracangiarsi: mutare lโ€™espressione del volto, per una sorpresa non sempre gradita.
  • Strammato: disorientato, stupefatto.
  • Strammo: strambo.
  • Strร neo: estraneo.
  • Stranuto: starnuto.
  • Strata: strada.
  • Strazzare: stracciare.
  • Strubbo: mancamento, deformazione dialettale di:ย sturbo, disturbo, definito โ€œraro, voce popolareโ€ dal Diz.
  • Strucciulerรฌe: pettegolezzi.
  • Strucciulรจro: pettegolo.
  • Strumentiare: armeggiare, escogitare ma anche mettersi allโ€™opera.
  • Strumentรฌo: il darsi da fare; puรฒ valere anche: macchinazione.
  • Struppiare: far male a qualcuno.
  • Stufficante: noioso.
  • Stunare: stonare, distrarre.
  • Sucarsi la vita: gustarsi la vita.ย Maย sucari la vita:ย togliere a qualcuno la forza vitale, inaridirlo.
  • Suffolizio: spiffero dโ€™aria.
  • Sugnu: prima persona dellโ€™indicativo presente del verbo essere.
  • Sulfaro: zolfo.
  • Sullenne: solenne.
  • Sunnu: terza persona plurale dellโ€™indicativo presente del verbo essere: sono.
  • Superchiare: avanzare.
  • Supra a (la) pasta mi(e)nnulicchi: sulla pasta mandorline, come dire: piove sul bagnato.
  • Supra u seriu: sul serio.
  • Surdรฌa: sorditร .
  • Surruschi: baleni; โ€œQuel chiaro, e momentaneo, mostrarsi della luce prodotto dal vapore elettrico, che trapassa da una parte allโ€™altra dellโ€™atmosfera per mettersi in equilibrio. Ci su surruschi, fig. vale vi sono dei guaiโ€. (Mort.)
  • Susciare: soffiare.
  • Susรฌrisi: alzarsi. Sรนsiri: alzare.
  • Susรนto:ย  alzato, sollevato.
  • Svacantare: svuotare.

T

  • Tabbutu: bara.
  • Tacimaci: โ€œSi dice del fare checchessia in compagnia ma pagando ciascuno il proprio scottoโ€ secondo il Vocabolario siciliano โ€“ italiano di Antonino Traina (1868), che cita il Vocabolario etimologico italiano e latino del filologo palermitano F. A. Pasqualino, barone della Rocchetta (1785), secondo cui la parola sarebbe composta da tascia e mangia โ€œquasi dire si pegni quanto si mangiaโ€.
  • Tavola sconsata: tavola sparecchiata.
  • Tempi di conseguenza: i tempi dellโ€™Inquisizione.
  • Tiatro: teatro, usato nel senso di: messa in scena, anche in senso figurato.
  • Timbulata: schiaffo.
  • Timpa: piccolo poggio.
  • Timpagno: fondo della botte.
  • Tinnirume: cime della pianta di zucchina lunga.
  • Tirarsi sparte: farsi da parte, cedere il campo.
  • Tirribรฌlio: โ€œQualitร  di ciรฒ che รจ terribile. 2. Figurato.ย Dicesi per dinotare moltitudine di persone, e grande quantitร  di cose e simili. 3. Per fracasso, confusione. Scompiglio. (Mort.)โ€.
  • Tistiare: crollare il capo.
  • TR: indicata come sigla della provincia di Trapani, รจ invece quella di Terni. Potrebbe essere un refuso tipografico.
  • Tradimentosa: ingannevole, fuorviante.
  • Tragediatore: chi metta zizzania, anche simulatore eย ย dissimulatore.
  • Trร sere: entrare (da cui trasรนto).
  • Trazzera: sentiero campestre.
  • Tredicino: tredicenne.
  • Trentino, quarantino, cinquantino ecc: che รจ sui trenta, quaranta, cinquanta ecc. anni dโ€™etร .
  • Trimoliร re: tremolare.
  • Tripistiร re: pestare e ripestare.
  • Trispa: cavalletti, trespoli.
  • Troffa: cespuglio.
  • Trovatura: scoperta casuale di un tesoro: Secondo la tradizione favolistica siciliana, il tesoro consisteva in genere, di una pentola piena di monete dโ€™oro sepolta sotto un albero o murata dentro una parete.
  • Trubbato: turbato. Stessa radice di trรนbbolo (vedi).
  • Trรนbbolo: torbido, non chiaro. In Inglese e in Francese trouble ha lo stesso significato.
  • Truniata: rumore del tuono.
  • Truppicare: inciampare.
  • Tumazzo: formaggio.
  • Tuppuliare: bussare alla porta. Anche: tuppiare.
  • Trusciteddra: fardellino, fagottino. Diminutivo di truscia, rotolo di panni da trasportare.
  • Tussiculiร ta: colpettini di tosse.
  • Tuttโ€™insรจmmula: allโ€™improvviso.

Uย 

  • รนmito: umido.
  • Ummira: ombra.
  • Unni: dove.
  • Uogner: il musicista Wagner, che fra i siciliani descrittiย da Camilleri nel Birraio di Preston, non era molto conosciuto.
  • Urbigna: alla cieca.

Vย 

  • Vagnare: bagnare.
  • Vagnaticcio: bagnaticcio.
  • Varba (Varva): barba.
  • Vardedda: lโ€™imbottitura posta sotto la sella.
  • Variare: stare malfermo sulle gambe, barcollare.
  • Vasalicรฒ (Bbasilicรฒ): basilico.
  • Vasannรฒ: altrimenti.
  • Vasata: bacio.
  • Vascio: basso.
  • Vastasi: volgari, maleducati.
  • Vastoniata: bastonata. Da vastuniari.
  • Vavaluci: lumache. Bava (vava) di luce.
  • Vesparo: vespaio, focolaio di infezione.
  • Vestemmia: bestemmia.
  • Vestia: bestia.
  • Viddrano: villano.
  • Vidiri e svidiri: in un battibaleno.
  • Vidรฌri: vedere.
  • Vigilante: presente a se stesso.
  • Vigliante: sveglio.
  • Virivirรฌ: parapiglia.
  • Virrina: trapano; โ€œstrumento a forare, che ha la punta a spireโ€ (Tra.), anche con il significato di โ€œpersona che fa imbrogli e rigiriโ€.
  • Visazza: bisaccia.
  • Vรฌviri: bere.
  • Voscenza: contrazione di Vostra Eccellenza.
  • Voscienzabinidica: Vostra Eccellenza benedica. Formula di saluto rivolta da un uomo di condizione sociale inferiore a uno di condizione superiore. Il dislivello รจ, come si capisce, incolmabile.
  • Vossia: contrazione di Vostra Signoria.
  • Vrazza: braccia.
  • Vrigogna: vergogna.
  • Vucceri: macellaio.
  • Vurza: borsa.

Z

  • Zammรน: essenza alcolica di anice che in Sicilia si spruzza nel bicchiere dโ€™acqua.
  • Zara zabara: iterazione che, secondo Camilleri, equivale a mutatis mutandis. Zabร ra รจ il fusto dellโ€™agave e, per estensione, tutta la pianta.
  • Zaurdo (Zaurru, zagurdu): zotico, incivile.
  • Ziano: zio di parentela remota.
  • Zirlรฌo: trappola, ultima in ordine alfabetico ma forse la prima fra quelle disseminate da Camilleri nei suoi racconti, in ordine di tempo se non di pubblicazione.ย ย Zirlรฌo รจ infatti parola della lingua italiana, e deriva dal verbo, onomatopeico, zirlare, che indica il verso dei tordi e di altri uccelli. Usata in senso traslato o metaforico, la parola puรฒ indicare unโ€™idea o una concatenazione di idee, che rimangono nel sottofondo di un ragionamento e che si acuiscono o scemano a seconda che esso tenda a coincidere con esse. Puรฒ essere significativo che il Voc. Trec. citi lโ€™uso della parola in due frasi di autori siciliani. โ€œOh, stelle splendenti di quella notte zirlata dai grilli!โ€, di Rosso di San Secondo. โ€Sโ€™udiva un lontanissimo zirlรฌo di grilliโ€, di Luigi Pirandello. Naturalmente, il correttore ortografico compreso nel programma del computer visualizza la solita riga zigrinata rossa, segnale di errore. Nel dialetto siciliano esiste la parolaย zurrรฌu, che significa mormorio, ronzio (Vocabolario italiano โ€“ siciliano di Salvatore Camilleri, edizioni Greco).
  • Zitaggio: fidanzamento.
  • Zito/a: fidanzato/a.
  • Zorbi: sorbe.
  • Zuppiร re: zoppicare.