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La fine dell’attuale legislatura, la diciottesima, era fissata a marzo 2023. A modificare le date รจ stato, tuttavia, il subentrare della crisi di Governo prima, l’annuncio delle dimissioni del Premier Mario Draghi e lo scioglimento delle Camere poi. Gli italiani, dunque, si recheranno alle urne anticipatamente, giร a settembre 2022: si voterร soltanto giorno 25, dalle ore 7:00 alle ore 23:00. Ma in quanti adempiranno a questo dovere civico? Il confronto tra dati sull’affluenza registrati nel corso dei diversi anni, oltre che le parole degli esperti, non fanno ben sperare.
Affluenza alle urne in settant’anni: i numeri a confronto
Ciรฒ che gli ultimi anni, tra il resto, hanno dimostrato รจ che la partecipazione al voto in Italia รจ in forte calo. Basta osservare e confrontare i dati presentati dallโArchivio storico elettorale (interno al portale delle elezioni del Ministero dellโInterno Eligendo) per rendersene conto.
Non si potrร che partire dal 1948. Tra domenica 18 e lunedรฌ 19 aprile si tennero, allora, le Elezioni politiche per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano, ovvero la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Gli italiani votanti per la Camera furono 26.855.741 su 29.117.554, il ben 92.23%. Tasso, questo, quasi identico a quello dell’affluenza legato al voto per il Senato, che raggiunse il 92,15 %.
Esattamente settant’anni dopo si sono tenute le ultime elezioni politiche che hanno registrato numeri lontani, specchio di una partecipazione elettorale nettamente mutata. L’affluenza alle elezioni del 2018 ha raggiunto appena il 72,94% per la Camera, il 73,01% per il Senato.
Dall’oltre 92% al quasi 73%: si nota uno scarto netto tra le Elezioni politiche “agli estremi”. E, nel frattempo, cosa รจ accaduto?
Nel 1953 ancora piรน italiani hanno espresso una preferenza: raggiunti il 93,84% di votanti per la Camera, 93,78% per il Senato ovvero dati quasi identici a quelli riportati al termine delle successive elezioni, quelle del 1958 (93,83% per la Camera, 93,98% per la Senato).
Tra alti e bassi, fino al 1976 l’affluenza non ha registrato variazioni significative e si รจ attestata sempre al di sopra del 92%. Un cambio di rotta emerge giร a partire dalle Elezioni politiche del 1979, quando รจ stato registrato il 90,62% per la Camera e il 90,69% per il Senato: un calo, rispetto al ’76, pari a quasi 3 punti percentuali.
Da questo momento inizia una fase discendente destinata a non arrestarsi. Si notino i tassi sullโaffluenza fino al 2013: nel giro di un trentennio il numero di votanti รจ ridotto di quasi il 13%.
- Elezioni del 1983: affluenza all’88,01% per la Camera, all’88,83% per il Senato;
- Elezioni del 1987: affluenza all’88,83% per la Camera, all’88,37% per il Senato;
- Elezioni del 1992: affluenza all’87,35% per la Camera, all’86,80% per il Senato;
- Elezioni del 1994: affluenza all’86,31% per la Camera, allโ85,83% per il Senato;
- Elezioni del 1996: affluenza all’82,88% per la Camera, all’82,21% per il Senato;
- Elezioni del 2001: affluenza all’81,38% per la Camera, all’81,32% per il Senato;
- Elezioni del 2006: affluenza dell’83,62% per la Camera, all’83,50% per il Senato;
- Elezioni del 2008: affluenza all’80,51% per la Camera, all’80,40% per il Senato;
- Elezioni del 2013: affluenza al 75,20% per la Camera, al 75,11% per il Senato.
Eccetto che nel 1987 e nel 2006, ogni nuova elezione ha segnato un “meno” rispetto alla precedente. Ad ogni modo, come giร anticipato, il dato piรน preoccupante รจ quello legato alle ultime Elezioni politiche in Italia. Cosa aspettarsi dalle prossime?
Elezioni 25 settembre: le previsioni sull’affluenza
Il confronto tra i dati innesca inevitabilmente un quesito: “In quanti si recheranno alle urne il prossimo 25 settembre?”. In attesa di risposte certe, รจ possibile farsi un’idea attraverso alcuni sondaggi. Secondo quello di Tecnรฉ, realizzato lo scorso 8 agosto, quasi la metร degli italiani intervistati (il 45,2% per la precisione) non saprebbe ancora a chi riservare il proprio voto nรฉ se, il mese prossimo, uscirร di casa per esprimere una preferenza.
Anima diversi sondaggisti, poi, la convinzione che la partecipazione degli italiani sarร inferiore a quella registrata nel 2018, giร in calo rispetto al 2013.
Il trend di disaffezione dei cittadini alle urne non dovrebbe arrestarsi anzi, secondo quanto riferito da Nicola Piepoli ad Adnkronos giร a fine luglio, il tasso di affluenza dovrebbe scendere ancora di 2 o 3 punti percentuali. Il sondaggista, ad ogni modo, non esclude del tutto la possibilitร di un โrisveglio popolareโ: si tratterebbe, ad ogni modo, di un’ipotesi meno accreditata.
A credere che si consulteranno numeri peggiori รจ anche Maurizio Pessato.
“Il trend sarร in calo rispetto al 2018“: dichiara questo secondo sondaggista sempre ad Adnkronos.
Astensionismo: alcuni fattori da considerare
Quali fattori si celano dietro la graduale crescita del “partito del no”? Dalle radici “storiche” all’attualissima e ben diffusa sfiducia o delusione dei cittadini per forze politiche spesso divise e in contrasto: il tema dellโastensionismo รจ complesso e prevede almeno la menzione di questi ed altri punti.
Tra il resto, potrebbe essere considerato anche il fatto che la possibilitร di voto sarร limitata a poche ore: solo un giorno, festivo, di settembre verrร di fatto riservato alle elezioni. ร sempre stato cosรฌ? La risposta รจ “no”: nel corso della Storia repubblicana, dodici volte si รจ votato per due giorni, tanto domenica quanto lunedรฌ. Per sette Elezioni politiche (tra cui le ultime, del 2018) รจ stato, al contrario, stabilita unโunica data.
Di particolare rilievo, perรฒ, il nodo della partecipazione alle elezioni di giovani e fuorisede, categorie che nella maggior parte dei casi coincidono. Secondo recenti stime Istat, circa 4,9 milioni studenti o lavoratori fuorisede dovrebbero necessariamente far ritorno a casa per votare: ciรฒ perchรฉ la Legge italiana, almeno per il momento, prevede che il diritto di voto venga esercitato esclusivamente nel Comune di residenza.
E, come ribadito dal comitato civico Iovotofuorisede, sono proprio i giovani di etร compresa tra i 18 e i 35 anni, lontani per formazione o ricerca di un primo impiego, ad essere maggiormente colpiti negativamente dalla mancanza di una legge che tuteli il diritto di voto in mobilitร .
Ciรฒ significa anche che il corpo elettorale risulta formato in maggioranza da persone piรน anziane e ciรฒ incide nettamente anche sui temi cardine della campagna elettorale, sull’agenda politica.