Per la Sicilia, il mese di gennaio è stato caratterizzato sin dal suo inizio dalla costante minaccia di un passaggio di colore, più precisamente dal giallo all’arancione. Anche questa settimana la situazione è in bilico ed è naturale porsi la fatidica domanda: da lunedì si passerà ad una fascia di restrizioni più alte? Secondo il commissario Covid di Palermo, la Sicilia è al picco della pandemia, ma i risultati si vedranno solo in 10 giorni.
Il primo a rispondere ai dubbi dei siciliani è proprio il governatore dell’Isola, Nello Musumeci. “Spero di no – ha dichiarato durante una video-conferenza stampa, interrogato sulla possibilità di passaggio della Sicilia in zona arancione – i dati al momento sono dalla nostra parte”. Tuttavia, ha aggiunto che “ogni giorno, la situazione può mutare anche nello spazio di qualche ora”, per cui “dobbiamo continuare a essere prudenti, sta aumentando il numero delle prime e delle terze dosi”.
“Prudenza”, in effetti, è la parola d’ordine che caratterizza in questi giorni la Sicilia: aumentano di giorno in giorno le zone arancioni in Sicilia. Se fino a ieri erano 125, con una ulteriore ordinanza firmata dal Governatore siciliano, i comuni in arancio, compresi quelli per cui la norma è stata prorogata, ammontano da oggi in poi a 136: 11 comuni, infatti (Aragona, Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ispica, Modica, Pozzallo, Ragusa, Santa Croce Camerina, Scicli e Vittoria) sono stati posti in una fascia di restrizioni più alte.
A livello sanitario, la situazione siciliana si può definire piuttosto incerta: il nuovo report dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Nazionali (AGENAS) evidenzia come, a differenza di regioni in miglioramento come le Marche e altre in peggioramento come il Friuli, i dati delle terapie intensive siciliane rimangano stabili al 20%, trovandosi dunque sulla “linea di confine” che separa il passaggio da zona gialla ad arancione.
Un altro dato, sfortunatamente a sfavore dell’Isola, è il tasso di occupazione dei letti in area medica: si è giunti oltre la saturazione, con ben il 36,4% di posti occupati; la corsa del Coronavirus, purtroppo, non si arresta neanche di fronte alle porte degli ospedali: al Vittorio Emanuele di Gela si è scatenato un focolaio che ha coinvolto gli stessi sanitari, costringendo un primario, un OSS e due infermieri alla quarantena. Gli assistiti, a seguito del fatto, sono stati trasferiti al Sant’Elia di Caltanissetta.
Altri dati, invece, arrivano dal report della Fondazione GIMBE: anche per questa settimana, si evidenzia in Sicilia un drastico aumento dei soggetti attualmente positivi ogni 100mila abitanti (ben 3.777), tuttavia i nuovi contagi rilevati giornalmente sono scesi, dalla scorsa settimana, del 16%. Aumentano le vaccinazioni, sebbene non si riesca a pareggiare la media italiana (73,8% siciliana contro 79,6% nazionale); aumentano infine anche le prime dosi somministrate: 4,1% tra la popolazione adulta, mentre il 19,9% nella fascia 5-11.