Università in pillole

Università, con quali lauree trovare lavoro? I dati

Quale università scegliere per avere un futuro assicurato? Ecco alcuni dati specifici frutto di sondaggi annuali di Almalaurea.

La scelta di una buona università che possa dare un posto ”assicurato” al futuro laureato è ancora un mistero. Ma da alcuni sondaggi sono emerse alcune delle università che sicuramente danno una spinta in più così che ciò avvenga. Durante il 2020, considerato come un anno orribile soprattutto per un punto di vista economico e dunque per le possibili assunzioni, si è avuto un tasso di occupazione pari al all’88,1% tra i laureati di primo livello e all’87,7% tra i laureati di secondo livello

Il tipo di laurea secondo il Rapporto Almalaurea 2021, durante il 2020, la retribuzione mensile netta  è all’incirca in  media, pari a 1.270 euro per i laureati di primo livello e a 1.364 euro per i laureati di secondo livello, mentre a 5 anni dalla laurea la retribuzione mensile all’incirca è pari a 1.469 euro per i laureati di primo livello ed a 1.556 euro per quelli di secondo livello.

Secondo alcuni analisti di Almalaurea:  ”All’aumentare del livello del titolo di studio posseduto diminuisce il rischio di restare intrappolati nell’area della disoccupazione”, confermando che a seconda della durata della laurea, quindi tra una triennale ed una magistrale ci sia una reale differenza dal punto di vista dell’occupazione.

Secondo la Commissione Europea, un settore in forte crescita e quindi che avrà di conseguenza una forte richiesta nei prossimi anni è quello degli specialisti in tecniche dell’informazione della comunicazione affermando che 9 posti di lavoro su 10 richiederanno competenze digitali”.

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Però da alcuni sondaggi è emerso che una percentuale di popolazione che va dai 16 e i 74 anni, non ha competenze digitali specifiche e risulta un problema in quanto utilizzati in quasi tutti i settori come, l’agricoltura, la sanità, i trasporti, l’istruzione, la vendita al dettaglio, l’automazione, l’energia, i trasporti marittimi, la logistica, l’insegnamento e l’industria delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Si può dunque dire che per tutte le materie STEM acronimo che indica:  Science, Technology, Engineering and Mathematics, e quindi per le università che forniscono questa formazioni, il futuro potrebbe essere già certo.

Si parla anche della possibilità dei laureati di avere molti più  vantaggi occupazionali rispetto ai diplomati di scuola secondaria di secondo grado durante la propria carriera lavorativa. Nel 2020 secondo l’ISTAT, il tasso di occupazione della fascia d’età 20-64 è pari al 78,0% tra i laureati, rispetto al 65,1% di chi è in possesso di un diploma . Se invece dobbiamo parlare di effettivo tasso di disoccupazione, la pandemia da covid-19 sembra aver colpito soprattutto le donne. Ma una strategia che è ancora in atto è come riuscire a sfruttare al meglio le molteplici potenzialità che i giovani hanno.