Catania

Catania, in piazza Verga si riaccende la fontana de “I Malavoglia”

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La fontana dei Malavoglia si riaccende per tornare a dare lustro e vita a una delle piazze più iconiche della città di Catania, p.zza Verga.

La famosa piazza Verga, che dal 1975 ospita la monumentale opera di Carmelo Mendola, dedicata allo scrittore verista catanese Giovanni Verga e a una delle sue opere più famose, il romanzo de “I Malavoglia”, dopo anni di restauro tornerà a riaccendersi e a dare nuovamente splendore a una delle piazze più iconiche della città di Catania.

L’inaugurazione

Venerdì 3 settembre, alle ore 19,30 il sindaco Salvo Pogliese, alla presenza delle altre autorità istituzionali cittadine, ha riconsegnato alla città, rigenerata e funzionante in ogni sua parte, la fontana de “I Malavoglia”, opera realizzata dallo scultore Carmelo Mendola installata nel 1975, ma non funzionante da parecchi anni.

Il progetto di riqualificazione fu proposto nel 2017 alla consultazione pubblica, senza risultare vincitore, seppur per poco. Una proposta che nell’anno successivo fu condivisa dalla Giunta Pogliese, appena insediata, che ritenne opportuno privilegiare la rinascita di un simbolo della città di Catania, ispirata all’opera dello scrittore verista catanese, di cui nel 2022 ricorre il centenario della scomparsa.

La complessità del restauro

Anche per la totale assenza, nei decenni scorsi, di adeguata manutenzione specialistica, nella fase di esecuzione, gli interventi si sono rivelati molto più complessi delle previsioni progettuali. I lavori hanno infatti riguardato la sostituzione del telaio in acciaio, non visibile dall’esterno, che sostiene il manufatto scultoreo verghiano.

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Il rimpiazzo di tutti gli impianti di diffusione dell’acqua e del sistema elettrico di riciclo e della caratteristica illuminazione e soprattutto il ritorno al colore originario dell’opera, che negli anni era stata riverniciata con modalità del tutto improprie, utilizzando persino la resina. Interventi che hanno rischiato di danneggiare la preziosa opera, su cui si è dovuto agire con una certosina azione di ripristino, anche sulla scorta delle indicazioni di esperti di restauro di beni monumentali.

L’elevato costo degli interventi

Una complessa azione di rigenerazione avvenuta in periodo di pandemia, con speciali materiali non sempre agevolmente rinvenibili nel mercato, che ha richiesto un intervento economico suppletivo allo stanziamento originario di duecentomila euro, al fine di ridare vita un’opera particolarmente importante sotto il profilo identitario per la comunità cittadina.

I fondi utilizzati sono quelli per la democrazia partecipata che prevedono una compartecipazione, in favore dei comuni, al gettito regionale dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e un successivo intervento di 30 mila euro della giunta Pogliese, prelevati dalla tassa di soggiorno e dunque senza incidere sul bilancio comunale.


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