La procura di Catania ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per sette professori e due ex rettori dell’Università di Catania. L’ambito è l’inchiesta “Università bandita“, sui presunti concorsi truccati nell’ateneo, nato su indagini di Digos e Questura. L’accusa rappresentata dai pm Marco Bisogni, Agata Vinciguerra e Santo Distefano ha chiesto al Gip Marina rizza il processo, tra gli altri, degli ex rettori Francesco Basile e Giacomo Pignataro. Inoltre, è stata chiesta la condanna a due anni di reclusione per il professore Giancarlo Magnano San Lio, che ha fatto ricorso al rito abbreviato.
A tutte le figure coinvolte sono contestati i reati di associazione per delinquere, turbata libertà di scelta del contraente, abuso d’ufficio, induzione indebita a promettere o dare utilità, corruzione per atti contrari ai propri doveri e falso ideologico e materiale. Tali reati, stando all’accusa, sarebbero stati commessi al fine di garantire la nomina a soggetti “preventivamente individuati dagli stessi associati” in svariate posizioni all’interno di Unict, quali “docenti, ricercatori, dottorandi e personale amministrativo”.
Tra gli altri professori di cui è stato chiesto il rinvio a giudizio ci sono: Giuseppe Barone, Michele Maria Bernadetta Cavallaro, Filippo Drago, Giovanni Gallo, Carmelo Giovanni Monaco, Roberto Pennisi e Giuseppe Sessa. La discussione in tribunale proseguirà con le arringhe per la difesa, fissate il 7 e il 20 maggio. La discussione per il rito abbreviato, invece, è fissata l’1 giugno.
L’inchiesta “Università Bandita” è composta anche da un secondo filone, che coinvolge altre 45 personalità del mondo accademico e non, di cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Le indagini sono coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro e dall’aggiunto Agata Santonocito.
Tra gli indagati del secondo troncone figurano docenti di altre facoltà italiane, ma anche figure quali l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, l’ex procuratore di Catania Vincenzo D’Agata, una sua figlia docente universitaria e l’ex assessore comunale e professore universitario Orazio Licandro. È in corso in questo caso l’udienza preliminare davanti al Gip Simona Ragazzi.