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Nuovo Dpcm Natale: Musumeci chiede porte aperte in Sicilia

musumeci e conte
Domani i vertici delle regioni si incontreranno con l'esecutivo per poter discutere delle esigenze regionali da introdurre nel nuovo Dpcm. Il clima previsto non è dei migliori. Musumeci vuole chiedere il rientro dei siciliani nella propria regione.

In queste ore c’è trepidazione per l’incontro di domani tra regioni ed esecutivo. Le regioni aggiorneranno il governo per quanto riguarda l’andamento dei contagi e discuteranno delle nuove misure previste dal nuovo Dpcm, che entrerà in vigore a partire da martedì 4 dicembre, fatto ad hoc per il periodo natalizio. Non sarà un incontro molto facile, ogni territorio ha le sue esigenze. Ad esempio, le regioni del nord vorrebbero riaprire alberghi e impianti sciistici per evitare il tracollo economico del turismo montano. Ma ci sono anche Presidenti regionali che vogliono ottenere la riapertura dei ristoranti la sera di Natale e di Santo Stefano.

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Il governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci, spalleggiato dall’assessore alla salute Ruggero Razza, hanno intenzione di chiedere l’apertura delle regioni, anche quelle dichiarate zone rosse, per permettere i ricongiungimenti familiari, tipici di questo periodo dell’anno. Dall’altra parte, l’esecutivo, invece, pare che sia contrario agli spostamenti tra regioni. I due esponenti siciliani vorrebbero trovare una via di mezzo per permettere ai lavoratori o agli studenti fuori sede di poter trascorrere le festività natalizie con i propri cari. Sono disposti anche a introdurre l’obbligo di tampone.

Ma la proposta del governo siciliano, inoltre, andrebbe a cozzare con le modalità in cui si potrà svolgere il cenone di Natale. Infatti, secondo le prime indiscrezioni, solamente i conviventi della stessa abitazione potranno riunirsi sotto lo stesso tetto. A tal proposito si discuterà anche sulla possibilità di allentare la presa sugli orari di chiusura di bar, ristoranti e pizzerie e permettere di aprire anche la sera. Tra i tanti favorevoli, c’è anche il governatore della Liguria Giovanni Toti, le cui attività “hanno già sofferto tanto”.