Meno di 20 giorni e si riaccenderà il dibattito sui diritti della comunità lgbtq su un tema che l’Europa chiede da tempo all’Italia di rivedere: una legge che punisca le offese e i reati denigratori di genere e sulle scelte sessuali. Venerdì 2 ottobre il Salone delle Scuderie di Castello Ursino ha ospitato il meeting organizzato da Arcigay Catania dal titolo “Una risposta indifferibile: omotransfobia, una legge da tempo attesa”.
Tanto attesi come ospiti, Alessandro Zan, deputato e relatore della legge contro l’omotransfobia e la misoginia, e Monica Cirinnà, senatrice e relatrice del DDL sulle unioni civili, approvato in Parlamento l’11 maggio del 2016, che per un grave problema familiare non ha potuto presenziare. Assieme a Zan c’era l’avvocato Lele Russo, Consigliere dei Diritti Civili e delle Politiche Trans e il prof. di Economia Politica ed ex militante di Arcigay, Maurizio Caserta. L’intero incontro è stato moderato dalla vice presidente di Arcigay Vera Navarria.
“Non è un punto d’arrivo – ha esordito così durante i saluti iniziali il giovane e neoeletto Presidente di Arcigay Catania, Armando Caravini – ma un punto di partenza per continuare a fare battaglia per i nostri diritti”. Caravini ha esortato così gli uditori a non mollare la presa, come si era fatto dopo l’approvazione della legge delle Unioni Civili e ha annunciato un sit-in il prossimo 17 ottobre “per approvare la legge senza modifica”.
Ma, a proposito di modifiche, l’opposizione ha già provveduto in anticipo a contestare il DDL Zan presentando ben 1000 emendamenti. Non c’è solo la destra conservatrice che non vuole far passare la proposta di legge, ma, a sorpresa, anche alcuni membri della sinistra di Italia Viva, che si sono dichiarati contrari alla giornata nazionale contro l’omotransfobia per coinvolgere gli studenti delle scuole alla sensibilizzazione su questo tema. “C’è una forte necessità di lavorare soprattutto con le scuole – ha dichiarato il deputato Zan-, per questo la legge prevede una parte ad hoc sull’istruzione. Si tratta sia dell’istituire una giornata nazionale dedicata, ma anche dell’introduzione dell’UNAR nel campo lgbtq”.
Non solo contro l’omotransfobia ma anche contro la misoginia. Il DDL Zan, dunque, riguarda anche le donne, dato l’aumento di femminicidi. “Ci stiamo occupando di tutelare anche le donne – ha continuato Zan -, che spesso silenziosamente, combattono una battaglia più grande di loro. Abbiamo raccolto consensi anche nell’opposizione, ma, guarda caso, sono tutte donne quelle che voteranno per il sì, come la Prestigiacomo e la De Girolamo“.
La proposta di legge del deputato Zan si configura come un ampliamento della legge Macino del 1993, che può punire penalmente chi mostra atteggiamenti di odio (con parole, slogan e immagini) di natura razzista, etnica, religiosa o nazionale. Ma, soprattutto, nasce come una forma di tutela rafforzata. “Secondo una statistica europea socio-ambienatale, l’Italia è tra i Paesi che stanno in basso – ha aggiunto Alessandro Zan – perché molte coppie hanno paura di vivere la propria vita nei luoghi pubblici. È emerso, infatti, che la maggior parte delle persone lgbtq hanno paura di tenersi la mano in pubblico per paura di essere discriminate con parole o con gesti omofobici. In mancanza di una legge che vieti ciò, alcune persone si sentono automaticamente legittimate a odiare”.
L’ampliamento Zan è stato definitivo più spesso come una legge “liberticidia”, “bavaglio” e “mordacchio”, non solo dai partiti contrari ma anche al di fuori delle sedi istituzionali, quindi anche dalla CEI. “L’opposizione sostiene che con l’approvazione di questa legge non potrà più esprimere la sua opinione – spiega il deputato – e si è appellata alla libertà d’espressione. Istigare all’odio e alla violenza non può essere più libertà di opinione”.
A tal proposito, il prof. Caserta ha fatto un excursus storico e politico sull’uso, a volte improprio, di due parole: liberale e libertà. “Utilizzerei questa idea di libertà: a ciascuno la possibilità di operare per migliorare e crescere – ha detto il professore di Economia -, e questa legge è l’occasione adatta. Difendere uno spazio, la cui esistenza è innegabile, come la comunità lgbtq dà una grande opportunità al Paese di crescere”.
L’avvocato Lele Russo, esperto in Diritti Civili ha documentato le varie responsabilità, prendendo come esempio anche alcuni fatti di cronaca. “Attraverso il singolo si colpisce il gruppo – ha dichiarato l’avvocato -. Ci sono premesse per una legge del genere? L’articolo 3 comma 2 della Costituzione Italiana parla chiaro a tal proposito e dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano libertà ed eguaglianza dei cittadini”.