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Gender Gap, troppe differenze tra uomini e donne: Italia tra i peggiori in Europa

Il Gender Gap in Italia è tra i peggiori d'Europa: troppe ancora le differenze di retribuzione e di carriera tra donne e uomini nel Paese, con le prime ancora nettamente svantaggiate.

Quali sono le differenze fra uomini e donne in termini di opportunità, occupazione e prospettive di carriera? Quanto guadagnano le donne rispetto ai colleghi uomini? Perché? Com’è la situazione italiana rispetto a quella del resto del mondo? Le differenze salariali uomo-donna stanno diminuendo o crescono? Le donne sono soddisfatte della loro retribuzione? Queste e altre questioni vengono affrontate quando si parla di Gender Gap, le differenze di genere a livello di retribuzione e carriera tra uomini e donne.

L’Osservatorio JobPricing (quest’anno in collaborazione con Spring Professional e Fondazione Libellula) ha pubblicato oggi il suo studio annuale sul Gender Gap nel mercato del lavoro (privato) italiano.

Secondo il report, l’Italia perde 6 delle 12 posizioni guadagnate lo scorso anno nella classifica WEF sulle differenze di genere, e rimane al 17° posto in Europa. Stando ai dati riportati nello studio annuale del WORLD ECONOMIC FORUM (Global Gender Gap Report 2020) il GENDER GAP INDEX, che misura le differenze di genere in campo sanitario e della salute, della partecipazione e opportunità economiche, dell’istruzione e della partecipazione politica, è nel nostro paese pari a 70,7% (dove 100% indica la parità raggiunta).

A livello mondiale l’indice medio è del 68,6%. Su 153 paesi siamo settantaseiesimi, e prendendo a riferimento solo l’area relativa all’Europa Occidentale (quella mediamente più virtuosa), siamo al 17° posto su 20 paesi, davanti solamente a Grecia, Malta e Cipro.

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Ancora secondo il WEF, partecipazione politica e quella economica delle donne hanno nel nostro Paese livelli del tutto insufficienti. E al di là della posizione in classifica (la prima ci vede comunque nel gruppo di “testa”, la seconda ci vede al 117° posto) gli indici mostrano quanto l’Italia sia arretrata in questi due ambiti: secondo il GLOBAL GENDER GAP REPORT 2020 del WORLD ECONOMIC FORUM, guadagniamo una posizione in classifica rispetto allo scorso anno nell’area della partecipazione ed opportunità economiche delle donne, ma il gap da colmare è ancora superiore al 40%. Molto grave invece il campo della valorizzazione politica, dove il nostro paese rimane nella parte alta della classifica, ma con un gap da recuperare di oltre il 73%.

L’aspetto più critico della bassa partecipazione economica delle donne in Italia è il c.d. Gender Pay Gap: l’indice medio a livello mondiale per quanto concerne l’equità di salario a parità di lavoro fra maschi e femmine è del 61,3%. In Italia siamo fermi al 52,9%. (125° posto nella classifica del WORLD ECONOMIC FORUM). Eurostat attesta il gender pay gap italiano al 20,7%, posizionando il nostro Paese al 18° posto su 24 Paesi dell’UE.

Il gender pay gap in Italia

A parità di lavoro con un collega uomo, in Italia è come se una donna cominciasse a guadagnare dal 6 febbraio: Dopo una diminuzione del gap vista nel periodo 2016-2018, nel 2019 la differenza retributiva tra uomini e donne è peggiorata, attestandosi all’11,1%, pari ad oltre 3.000 € lordi annui a sfavore delle lavoratrici. Questa brusca frenata allunga i tempi di raggiungimento della parità salariale, stimati in non meno di 55 anni.

L’accesso delle donne alle posizioni apicali resta ancora molto basso, soprattutto nelle aziende private: secondo ISTAT nel 2019 la percentuale di dirigenti donna è del 32%, quella dei quadri il 46%. Considerando solamente i dipendenti di aziende private, escludendo i dipendenti della pubblica amministrazione, la situazione peggiora, con il 15% di dirigenti donna e il 29% di quadri donna.

Il Gender Pay Gap, inoltre, cresce al diminuire della categoria contrattuale ed è più alto fra impiegati e operai, che fra dirigenti e quadri: a parità di inquadramento contrattuale, le donne hanno sempre una retribuzione inferiore rispetto ai colleghi uomini. Il divario retributivo è più penalizzante tra gli operai (11,3%), seguito dal gap tra gli impiegati (11,1%), dal gap tra i dirigenti (8,8%) e infine quello più contenuto tra i quadri (4,4%).

Infine, una donna guadagna meno di un collega maschio sia a parità di ruolo professionale, che a parità di settore d’impiego: da un’analisi statistica condotta sul database di JobPricing, nel 77,8% dei casi gli uomini hanno retribuzioni superiori alle donne e questa situazione è estesa a tutti i settori professionali.

Questi presentati sono solo alcuni dei dati più salienti riguardanti il Gender Gap. Per chi volesse analizzare a fondo la questione, si rimanda al report completo, disponibile al seguente link:

  • https://www.jobpricing.it/blog/project/gender-gap-report/