Settembre si avvicina e per i maturandi è già tempo di decidere dove studiare. Una scelta resa difficile dal fatto che molti degli Open Days universitari si sono svolti online o sono saltati, rendendo più complicata la decisione. Se a ciò si aggiunge che gli aspiranti studenti di Giurisprudenza si preparano a un percorso di cinque anni, senza biennali che lascino il tempo di cambiare facilmente strada, diventa ancora più importante la classifica università Giurisprudenza stilata ogni anno dal Censis. L’istituto di ricerca socio-economica, infatti, elabora annualmente una lista con le migliori università di Giurisprudenza e non solo, tenuta molto in considerazione dagli studenti per le loro scelte.
Classifica Censis 2020/2021: i parametri di valutazione
Prima di esaminare attentamente le posizioni dei vari atenei italiani, diamo uno sguardo ai parametri di valutazione. Innanzitutto, è bene precisare che le classifiche Censis si possono separare in due macro-categorie. Le classifiche sugli atenei tengono in considerazione cinque parametri (borse; comunicazione e servizi digitali; internazionalizzazione; servizi; strutture; occupabilità), dai quali viene poi calcolato il punteggio medio complessivo. Si tratta di fattori, quindi, che non entrano nel merito per quanto attiene alla didattica. A tal proposito, il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi ha “difeso” gli atenei meridionali, affermando che la qualità delle università si misura sul livello della ricerca e della didattica, non sui servizi.
Diverso, invece, il caso delle valutazioni sui singoli rami di studio, che include anche la classifica università Giurisprudenza. Per queste classifiche vengono prese in considerazione due famiglie di dati: la progressione di carriera degli studenti e i rapporti internazionali.
Nel primo caso, i parametri includono tre fattori: tasso di iscritti regolari; tasso di regolarità dei laureati; tasso di persistenza tra il primo e il secondo anno degli immatricolati negli anni precedenti. Per il secondo, invece, si valutano la mobilità studentesca in uscita, il rapporto tra numero di università ospitanti e totale degli iscritti e la percentuale di iscritti stranieri.
Le migliori università di Giurisprudenza per l’a.a. 2020/2021
Adesso che conosciamo i parametri con cui viene stilata la classifica università Giurisprudenza del Censis, è più facile leggere i dati presentati per l’a.a. 2020/2021. Per il prossimo anno accademico, le migliori università di Giurisprudenza sono, nell’ordine: Piemonte Orientale; Trento; Milano Bicocca. I tre atenei si classificano con punteggi compresi tra i 100.5 punti dell’università piemontese e i 96 della Bicocca.
In generale, la classifica università Giurisprudenza premia gli atenei del Centro-Nord. Bisogna scendere alla 15esima posizione per trovare l’Università di Foggia, prima delle Università a Sud di Roma nella lista stilata dal Censis, mentre Roma Tre si piazza solo due posizioni più in alto. Sono 34, invece, le università conteggiate in tutto.
La situazione non cambia molto se si leggono i dati relativi agli atenei non statali. A fronte di nove università in totale, la Bocconi di Milano e la LUISS di Roma occupano le prime due posizioni, seguite subito dopo da un altro ateneo lombardo, la LIUC Cattaneo. In fondo alla classifica, invece, si trova l’Università Kore di Enna.
Classifiche Censis Giurisprudenza: la posizione dell’Università di Catania
Come si evince facilmente dalle immagini in alto, nella classifica università Giurisprudenza il dipartimento dell’Università di Catania occupa l’ultima posizione, con una media di soli 68 punti. Nel dettaglio, Catania totalizza 69 punti per la progressione di carriera dei suoi studenti, al pari dell’Università di Cassino e peggio dell’Università di Camerino. Più basso il punteggio per l’internazionalizzazione, pari a 67 punti. In questo caso, Catania condivide la penultima posizione con altri due atenei meridionali: l’Università di Catanzaro e l’Università della Calabria. In fondo, a solo un punto di differenza dall’ateneo catanese, l’Università di Salerno.
L’Università di Catania paga probabilmente l’alta durata degli studi del corso in Giurisprudenza. Stando agli ultimi dati AlmaLaurea, infatti, gli studenti impiegano in media quasi nove anni per laurearsi. Sarebbero poche, inoltre, anche le esperienze all’estero, con solo un laureato su dieci ad aver svolto parte dei propri studi fuori. Nonostante ciò, emerge un dato positivo. La metà degli studenti, infatti, si iscriverebbe ancora in Giurisprudenza scegliendo lo stesso ateneo. Segno che, malgrado la difficoltà degli studi e i tempi lunghi per laurearsi, viene premiata la preparazione ricevuta e la qualità dell’insegnamento.