Lā11 giugno, presso il Ministero dellāUniversitĆ e della Ricerca, ha avuto luogo la presentazione della XII Indagine Almalaurea sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati. Alla presentazione del rapporto, che ha coinvolto 76 Atenei italiani e più di 290mila laureati nel 2019, ha preso parte il Ministro dellāUniversitĆ e Ricerca Gaetano Manfredi. Lāobiettivo ĆØ, come ogni anno, fotografare le caratteristiche principali di quanti coloro fuoriescono dal sistema universitario italiano per confluire nel mondo del lavoro, non senza valutare efficacia e punti deboli dellāuniversitĆ stessa.
In 5.732 i laureati dellāAteneo di Catania coinvolti, il 92% del totale.
Almalaurea: Profilo dei laureati del DIEEI
Il rapporto sul Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica dellāUniversitĆ degli Studi di Catania lascia emergere un indice di ritardo alla laurea (rapporto fra il ritardo e la durata normale del corso) ĆØ dello 0,64, con un ritardo medio di 1,8 anni. LāetĆ media per la laurea di primo livello ĆØ infatti di 24,4 anni, ma il 31,6% riesce a laurearsi prima dei 23 anni, con un risultato medio finale di 102,3. Il 39,3% ha concluso gli studi regolarmente, mentre il 24,8% si ĆØ laureato un anno fuori corso. Da considerare, però, che lā85,1% del campione di studenti analizzati si ĆØ immatricolato in un arco di tempo compreso tra lāetĆ regolare e il ritardo di un anno. Solo il 21,4% dei laureati ĆØ di genere femminile. Per la laurea magistrale, lāetĆ media si alza a 27,3 anni, con una durata media degli studi di 3 anni e un indice di ritardo dello 0,33.
La stragrande maggioranza dei laureati ā lā80,7% – intende proseguire negli studi, e tra questi il 76,5% intende conseguire la laurea magistrale biennale. Al contrario, il 19,1% non ha intenzione di proseguire ulteriormente.
Il 63,7% degli studenti del DIEEI mostra di aver conseguito il diploma di scuola secondaria nella stessa provincia degli studi universitari, il 33,2% in una provincia limitrofa. Inoltre, il 76,3% dei laureati ha conseguito la maturitĆ liceale, scientifica nel 67,7% dei casi.
Lāindagine, riferita al complesso dei laureati, ha inoltre mostrato che quasi la totalitĆ (97,1%) non ha compiuto studi allāestero.
Per l’esperienza universitaria, determinante risulta essere lāuso dei servizi offerti dallāAteneo: il 62,6% ha usufruito dei servizi bibliotecari, e ben il 90,5% ha beneficiato degli spazi dedicati allo studio individuale.
Nel complesso, il 36,7% ĆØ assolutamente soddisfatto del corso di laurea, mentre il 52,1% dei laureati si dichiara mediamente soddisfatto. Infatti, il 70,9% si iscriverebbe allo stesso corso di laurea e allo stesso Ateneo, ritenendo il carico di studi adeguato nel 34,5% dei casi e il 44,5% ĆØ soddisfatto per più della metĆ degli appelli dāesame svolti.
Prospettive lavorative
Una maggioranza del 64,1% ĆØ interessata ad avviare una carriera nel settore privato, preferibilmente con un contratto a tempo pieno (ben lā87,8% propende per questa modalitĆ lavorativa). Il 68% del campione preferirebbe trovare lavoro nella provincia di residenza, o per lo meno nella provincia dove si sono svolti gli studi (71,1%), ma in ogni caso gli spostamenti non sembrerebbero comportare grandi problemi: 52,6% ĆØ disposto ad effettuare trasferte di lavoro con cambio di residenza, il 27,4% ĆØ disponibile a trasferte frequenti senza cambio di residenza. Solo l’1%, infatti, non dimostra disponibilitĆ a compiere trasferte per ragioni di lavoro.
Inoltre, quasi la metĆ (47,2%) dei laureati ha risposto di aver giĆ avuto esperienze di lavoro durante gli studi, anche se solo nellā11,9% queste esperienze si sono rivelate coerenti con lāindirizzo di studi.
Condizione occupazionale dei laureati
Dai dati che riguardano la condizione occupazionale, emerge che lā83,6% dei laureati alla magistrale biennale giĆ lavora, ma il 73,6% dei laureati alla triennale non lavora e non cerca un impiego, dato comprensibile se si considera che ben il 72,1% di questi ultimi ĆØ impegnato in un ulteriore corso universitario o alle prese con un praticantato.
Analizzando i dati per genere, il 100% delle donne in possesso di laurea magistrale ha unāoccupazione lavorativa, mentre gli uomini hanno un tasso dellā82,8%. Più bassi gli indici riguardanti la laurea di primo livello: ad avere un impiego ĆØ il 20,1% degli uomini contro il 12,3% delle donne. I dati Istat rivelano un tasso di occupazione pari al 90,2% per i laureati alla magistrale biennale.
Ingresso nel mercato del lavoro e caratteristiche dellāimpiego ottenuto
Il 66% inizia a lavorare dopo la laurea, impiegando in media 1,1 mesi prima di iniziare la ricerca dellāimpiego e 2,6 mesi prima di reperire il primo lavoro.
Dopo il conseguimento della laurea, il 54% si dedica a professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione ā con un picco del 68,6% nel caso dei laureati alla magistrale biennale ā e il 53% ha giĆ firmato un contratto a tempo indeterminato (32,7% dei laureati di primo livello; 72,5% con laurea magistrale).
Per quanto concerne i settori di attivitĆ , il 95% dei laureati confluisce nel settore privato; il 39% sarĆ coinvolto in attivitĆ economiche legate allāindustria (di cui 25% destinati al settore informatico) ma il settore che riporta la percentuale più alta ĆØ quello dei servizi, con il 59%. Le aree geografiche più gettonate del territorio nazionale sono le Isole, dove si registra un trend del 52%, subito seguite dallāarea Nord-Ovest della penisola con il 28%. Il 3% lavora allāestero.
Il 20% laureati che scelgono di proseguire il lavoro iniziato prima del termine degli studi ha notato un miglioramento nella posizione lavorativa dopo la laurea; nessuno, invece, dal punto di vista economico. Inoltre, se il 51% ritiene adeguata la formazione professionale acquisita grazie allāUniversitĆ , il 37% dissente, ritenendola poco adeguata ai fini professionali. Per ben il 48% dei laureati occupati la laurea si ĆØ rivelata efficace (anche perchĆ© nel 34% dei casi la laurea non ĆØ prevista dalla legge per lāassunzione ma ĆØ spesso necessaria); si registra un indice di soddisfazione pari a 7,6 per la professione svolta.
La retribuzione media netta ĆØ di 1.258 euro al mese, anche se non ĆØ trascurabile la differenza di genere, dato che la retribuzione media maschile ĆØ di 1.280 euro mentre quella femminile di 1.094.












