A partire dall’1° luglio, l’Università di Catania, così come le Università di Palermo e Messina, darà il via agli esami di laurea e di profitto in presenza. Tuttavia, la decisione dev’essere vidimata dai dipartimenti, ai quali spetta la decisione finale di consentire o meno l’espletamento delle sedute di laurea e degli esami nei locali. A tal proposito, il dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’ateneo catanese, contrariamente da quanto deciso dai corrispettivi dipartimenti palermitani e messinesi, ha stabilito che tirocini e lauree previsti per la sessione di luglio continueranno a svolgersi online. Una decisione che ha scatenato la protesta degli studenti laureandi di Medicina, i quali in una lettera aperta indirizzata al Rettore, al Presidente del Corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, al Preside della Scuola “Facoltà di Medicina” e a tutto il corpo docenti del dipartimento di poter concludere i sei anni di studio con una cerimonia in presenza.
Di seguito, si pubblica il testo integrale della lettera così come inviato alla nostra redazione:
“Siamo gli studenti di “Medicina e Chirurgia” e “Odontoiatria e Protesi Dentaria” della Università di Catania, laureandi della sessione di luglio 2020. Abbiamo appreso con grande rammarico e dispiacere che nonostante le direttive nazionali del ministero e la delibera del C.R.U.S. in merito alla possibilità della “laurea di presenza”, il Consiglio di Dipartimento della nostra facoltà ha disposto il proseguimento delle lauree per via telematica. Date le direttive puntuali del magnifico Rettore in materia di sicurezza anti-contagio per la ripresa delle attività e gli evidenti ampi spazi – molteplici, areati, palesemente congeniali agli spostamenti in totale assenza di assembramenti – di cui il nostro dipartimento offre, risulta evidente come la scelta sia basata sull’inerzia e sulla facilità nel continuare a gestire a distanze gli eventi più articolati, confermata per altro dalla ripresa degli esami di profitto di presenza.
Per noi e per l’intera comunità accademica, non è una formalità, ma la cerimonia ufficiale che riconoscerà e dichiarerà pubblicamente l’impegno profuso e la dedizione messa nel nostro cammino accademico, e che ci chiamerà ad essere i medici e gli odontoiatri dell’imminente e incerto futuro, coloro i quali l’emergenza COVID (e chissà cosa altro) dovranno affrontarla non sui libri, ma a letto del malato.
A conclusione del nostro ciclo di studi nell’Università che abbiamo imparato ad amare nonostante tutte le difficoltà, Vi chiediamo di preservare una discussione/proclamazione presenziale decorosa e degna del percorso svolto e dell’Università cui apparteniamo. L’informatizzazione è solo uno strumento nelle mani dell’uomo per gestire in maniera efficiente il suo operare, non il rifugium al quale ricorrere per sfuggire ai propri doveri.
Solo per esemplificare ci permettiamo pochi, semplici e pratici consigli, tratti dalle ordinanze del Rettore e del Ministero:
- rigida pianificazione degli orari distinti per laureandi;
- limitazione del numero di accompagnatori per ogni laureando (cinque come da
Disposizione Regionale); - obbligo di mascherina per tutti gli accompagnatori; per i laureandi durante le
attese, come da Disposizione Regionale; - previsione di percorsi distinti per l’accesso e l’uscita dalle aule per la
discussione delle tesi; - fruizione di più aule qualora si volesse restringere il numero delle settimane
dedicate alle lauree; - uso di spazi esterni.
Per concludere, vorremmo ricordarVi che in tutti gli altri Atenei italiani i Direttori si stanno impegnando per poter svolgere le cerimonie in presenza. In Sicilia saremmo l’unica Facoltà di Medicina a non svolgere le lauree in presenza, e nello stesso Ateneo di Catania molti Dipartimenti riprenderanno lauree e anche esami di profitto, per non parlare delle altre Regioni, anche nella sfortunata Lombardia si stanno muovendo in tal senso, perché noi, studenti di un Corso di Laurea del Sud, dobbiamo sentirci sempre ultimi in tutto? Siamo orgogliosi del nostro Dipartimento anche perché è una struttura moderna e spaziosa. Non crediamo che sia difficile né costoso adattare le aule all’esigenza di evitare le aggregazioni.
Invochiamo quindi il vostro autorevole intervento per rendere concreta questa esigenza e vi ringraziamo per l’attenzione”.