Tra i vari settori in crisi in Sicilia, al primo posto c’è, senza dubbio, il turismo. Il presidente Musumeci ha autorizzato l’avvio dei lavori preparatori per la stagione ma, nonostante ciò, le perdite subite finora sono state ingenti e la ripresa sarà, inevitabilmente, condizionata dall’impossibilità di avere turisti stranieri e dalle tante misure e limitazioni imposte per garantire la massima sicurezza.
A subire i danni più gravi sono le città che vivono, praticamente, solo di turismo e che, quindi, hanno visto il venire meno dalla loro principale fonte di sostegno. Tra queste, Taormina, dove più del 50% del fatturato previsto per l’anno 2020 è andato già perso. I numeri, seppure parziali, rivelano una realtà disastrosa. La città ha bisogno di ripartire perché la perdita di fatturato alberghiero allo stato attuale è di circa 80 milioni, una cifra elevatissima per una città che conta solo 10mila abitanti. Gli albergatori, intanto, comunicano che il sistema alberghiero è pronto a ripartire ed ha studiato nell’ultimo mese tutti i protocolli sanitari per garantire agli ospiti la sicurezza più totale.
Nonostante i fondi e gli aiuti stanziati dal governo e dalla regione, il sindaco di Taormina Mario Bolognari ha recentemente riflettuto con l’Agi che, rispetto al turismo in Sicilia, Taormina rappresenta “un caso a se stante perché vive di un movimento che per l’85% è straniero. Il turismo di prossimità, i voucher, gli interventi per regalare una notte – ha proseguito il primo cittadino – sono cose bellissime che però non aiutano queste località perché se non si aprono le frontiere e non riprendono i voli saremo penalizzati per l’85%”.
“Chiudere quest’anno per puntare sul 2021 – continua – è illusorio perché quando ci presenteremo sul mercato internazionale nel 2021 tutto si sarà spostato altrove, abbiamo bisogno di aiuti che consentano alle persone di tenere aperto, questo significa contributi a fondo perduto adeguati al mantenimento delle strutture in proporzione al fatturato degli ultimi due o tre anni, prestiti, mentre agevolazioni sui suoli pubblici, sono tutte misure utili, ma non risolutive”.
Infine, Taormina significa anche grandi eventi culturali, una realtà ad oggi instabile. Numerosi eventi, infatti, erano previsti per quest’anno: il Taobuk, il Taormina film festival, i Nastri d’argento e i numerosi concerti e spettacoli organizzati nella città. Anche qui, l’annullamento di queste occasioni rappresenta un’ulteriore perdita per la città che, se non ripartirà in breve tempo, rischia di rimanere in ginocchio.