In nome di un ritorno più veloce possibile alla vita normale, alla libera circolazione, alla possibilità di viaggiare, nascono i “Covid-19 party“, ultima frontiera del divertimento statunitense. Si tratta di feste in cui si mescolano invitati sani a soggetti positivi al virus con lo scopo di venire – deliberatamente – contagiati, così da contrarre il virus e poter diventare immuni.
L’allarme per i Covid-19 party, questa nuova preoccupante pratica mondana, parte dallo Stato di Washington, dove oggi i casi sono più di 15mila, e in particolare da Walla Walla.
La direttrice dell’assessorato alla Sanità della contea di Walla Walla, Meghan DeBolt, ha asserito duramente che “È inaccettabile ed irresponsabile esporsi deliberatamente ad un contagio è rischioso per chi lo fa e per gli altri“.
Tra l’altro, questo tipo di “feste” non è del tutto sconosciuto negli USA: fino a pochi anni fa, diverse mamme accompagnavano i figli alle “feste della vericella”, con lo scopo di far loro contrarre la malattia e dunque renderli immuni.
A incentivare l’organizzazione dei “Covid-19 party” potrebbe essere stata la possibilità, profilata dalle autorità sanitarie mondiali, di rilasciare passaporti di immunità, un documento che certificherebbe l’assenza di rischio di contagio da parte della persona che ne è in possesso.
Contrari a questo tipo di party si dichiarano anche i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), cioè l’ente federale a cui è affidata la salute pubblica negli USA: se i giovani che si espongono al contagio, nella maggioranza dei casi, non necessitano un ricovero in ospedale, a un rischio ben più grande sono invece deliberatamente esposti soggetti ben più vulnerabili, mettendone a repentaglio la vita.