Andare al bar con gli amici, incontrarsi nella piazzetta, studiare insieme, mangiare e bere tutti attorno ad un tavolo, e la lista potrebbe andare ancora avanti. Sono abitudini che ognuno di noi dà ormai per scontate, sono cose che “si fanno” perché fanno parte di noi, ci fanno stare bene, arricchiscono il nostro tempo. Il 9 marzo alle 21:30 il nostro Presidente del Consiglio Conte ha parlato all’Italia, annunciando il bisogno vitale di restare a casa per il benessere di tutti. Dal 10 marzo il nostro Paese è una zona protetta e ci è stato chiesto di rinunciare a tutte quelle abitudini che prima sembravano naturali, come respirare.
Il Covid-19 ci ha costretti a fermarci, ha scoperto le nostre debolezze, ma chiusi in trincea l’eccesso di tempo libero che ci è stato concesso può rivelarsi un’opportunità per coltivare abitudini e interessi personali che avevamo finora trascurato. LiveUnict ha chiesto ad alcuni giovani, studenti e studentesse come si stanno ingegnando per far passare il tempo nella maniera meno noiosa possibile e cosa hanno scoperto da questa “permanenza forzata” in casa.
Tra i più giovani si sta diffondendo a macchia d’olio l’abitudine di effettuare videochiamate di gruppo, per condividere con gli amici momenti di quotidianità resi meno monotoni dalla compagnia – seppur virtuale – dei propri amici. “Così combattiamo la solitudine – spiega uno studente – ci facciamo compagnia davanti ad un caffè nella speranza che tutto torni al più presto normale”.
Moltissimi stanno invece riscoprendo un amore incondizionato per la lettura. “Ieri ho finito un libro in un giorno”, commentano. Oppure, facendo un paragone con la vita precedente: “Non leggevo da tempo un libro che non fosse per motivi di studio”. Che sia il Decameron o I Promessi Sposi, rispolverare un classico dagli scaffali della libreria non fa mai male. Altri ancora si stanno dedicando allo sport, seppure da casa, cosa agevolata anche da diverse applicazioni di fitness che hanno reso disponibili le piattaforme per incentivarlo anche se, come dice uno studente: “mi manca non poter andare in palestra e non potermi allenare”. C’è poi chi riflette sul fatto che “abbiamo tanto tempo per cucinare, leggere, guardare film o darci a nuovi hobby”.
E riguardo all’università? “Con tutto questo tempo libero sto riuscendo a studiare volta per volta, posso concentrarmi sullo studio”, considera uno studente guardando ai “pro” della permanenza forzata a casa. “Restare a casa quando ci si trova in sessione ha un fine – riflette un’altra studentessa -, ma restare a casa perché sei costretto è molto difficile”.
Quello che la grande maggioranza di giovani si ritrova a scoprire e apprezzare è il tempo passato in famiglia, forse a volte sottovalutato. “Stiamo più tempo con la nostra famiglia – considerano gli studenti -, facciamo insieme cose che normalmente non abbiamo il tempo di fare (un dolce, un gioco di società, guardare un film insieme)”. D’altro canto, la quotidianità è fatta anche d’altri rapporti, assenze che iniziano a pesare: “Manca il contatto con gli amici, fidanzati, nonni, zii”.
Coronavirus: la quotidianità nell’emergenza
Certamente in una tale situazione di difficoltà è estremamente utile riuscire a trovare i “lati positivi”, cercare ottimisticamente di affrontare un momento di crisi con quanta più forza possibile. È però anche vero che la diffusione pandemica del Coronavirus sta portando con sé tutta una serie di disagi. “Non poter fare feste, viaggiare, nuotare, frequentare l’università sono tutte cose che davamo per scontato e non pensavamo ci mancassero così tanto”, lamenta una studentessa. C’è anche chi riflette sul fatto che certe cose sono davvero insostituibili. “Nonostante la tecnologia che ci permette di fare tutto da casa – dichiarano a LiveUnict -, in questi momenti niente può eguagliare cose che diamo per scontato come andare al cinema, fare una passeggiata, stare con gli amici, un abbraccio di una persona importante”. Infine, c’è anche chi pensa al dopo: “Basta poco per mettere un blocco alla nostra quotidianità. Dopo l’emergenza apprezzeremo lo stare insieme”, specifica uno studente.
“Le condizioni attuali saranno determinanti per il futuro di ognuno di noi – dichiara un giovane operatore della Protezione civile -. Per quanto mi riguarda l’aspetto negativo è al momento predominante. Si avverte il timore per l’evoluzione della situazione”. Chi fa professioni che hanno a che fare con la salvaguardia degli altri, infatti, è la categoria più esposta e che vive con più difficoltà questa situazione. “Trovandomi a contatto con tanta gente – dichiara un infermiere -, vedo come i pazienti vivono momenti di sconforto alternato a nervosismo. I parenti li incontriamo noi all’ingresso, ma le distanze sono spesso impossibili da rispettare. È tutto surreale”.
Purtroppo non abbiamo altra scelta, questa è la nostra lotta e combattere non è un’opzione. Se oggi ci sentiamo prigionieri privati delle nostre libertà, domani, quando tutto tornerà a quella che un tempo ci sembrava noiosa quotidianità, saremo forse in grado di apprezzare le piccole cose di cui abbiamo scoperto, finalmente, esserne perdutamente innamorati.