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Concorso scuola 2020, in arrivo i bandi: posti per 70mila docenti

Concorso scuola 2020: la neoministra dell'istruzione, Lucia Azzolina, in seguito all'incontro coi sindacati tenutosi ieri, ha fissato posti e obiettivi.

All’incontro tra i sindacati e la ministra Azzolina, tenutosi nella giornata di ieri, si è discusso del concorso scuola 2020, ma non solo. “Stiamo alacremente lavorando per bandire 24.000 posti sul concorso straordinario per la secondaria di primo e secondo grado e 25.000 sull’ordinario”. Queste le parole della neoministra in merito al concorso scuola 2020, di cui si attende ansiosamente l’uscita dei bandi.

La ministra ha precisato che i posti disponibili per i concorsi saranno circa 70 mila. La necessità di questo copioso numero di assunzioni è evidente: servono stabilità per l’istruzione e per la docenza. È quindi richiesto il massimo sforzo dalle autorità competenti.

Si cercherà di procedere fin da subito per mettere ordine nel sistema di accesso e abilitazione all’insegnamento. Inoltre, sarà emanato un decreto che permetterà l’attribuzione dei posti Quota 100 alle immissioni in ruolo con retrodatazione giuridica al 1° settembre 2019.

Nonostante la soddisfazione dei sindacati al termine dell’incontro resta sempre la preoccupazione e perplessità sul fronte dei precari. Il Decreto scuola diventato Legge il 19 dicembre 2019 ha previsto il concorso scuola straordinario del 2020 proprio per inserire stabilmente 24mila precari della scuola a partire dall’anno scolastico 2020-2021.

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Per il concorso ordinario invece la ministra ha parlato di 25mila posti. Intanto in merito ai precari per il sindacato Anief il numero di entrate previste resta però troppo lontano dalla realtà considerando che i precari sono 170mila, cifre che il concorso scuola 2020 ovviamente non copre.

Sburocratizzazione della scuola

La Ministra ha ribadito, ancora una volta, la necessità di creare una task force per aiutare le scuole a sfruttare appieno le risorse relative ai progetti: “Ho visto scuole ‘rinascere’ grazie ai finanziamenti europei che hanno saputo trasformare in progetti”.

La scuola italiana ha un grandissimo bisogno di denaro, tuttavia dovrebbe anche migliorare l’impiego dello stesso“Per questo al Ministero lavoriamo per creare una task force che aiuti gli istituti a scrivere i progetti e a gestire meglio i finanziamenti”.

Nel corso dell’incontro è emerso anche un altro gravoso problema: la burocrazia. “Lavoro poi per sburocratizzare – conclude così la ministra Azzolina – e ridurre gli adempimenti amministrativi che gravano sui docenti, sui dirigenti scolastici, sui direttori dei servizi generali e amministrativi, sul personale del Ministero”.

Essenziale quindi, nel progetto didattico della Azzolina, un’innovazione che permetta al sistema di procedere in maniera più fluida e spedita verso obiettivi ormai imprescindibili.