Secondo l’ultimo rapporto Anac, “Numeri, luoghi e contropartite del malaffare in Italia”, è la Sicilia la regione che nel triennio 2016 -2019 ha registrato più episodi di corruzione: ben 28, una cifra pari al 18,4% del totale, quasi quanti gli episodi rilevati in tutte le regioni del Nord (29 nel loro insieme). A seguire l’Isola sono il Lazio (22 casi), Campania (20 episodi), Puglia (16) e Calabria (14).
Questo è uno dei dati emersi nel corso della conferenza del Progetto educativo antimafia intitolata “La corruzione e il nuovo sistema politico – mafioso”, promossa dal centro studi Pio La Torre a Palermo. Tra i relatori della conferenza vi era Isaia Sales, docente dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che ha osservato che “se è vero che il numero degli episodi è maggiore al Sud, l’entità del fenomeno è più consistente al Nord, come ha mostrato la tangente sul Mose.”
Il dottor Sales ha poi ricordato che “la corruzione è lo sgabello sul quale le mafie sono salite per fare il salto di qualità e pervadere il sistema politico ed economico, agendo sottotraccia”. Lo ha appoggiato il sociologo Alberto Vannucci, dell’Università di Pisa, che ha sottolineato come essa sia “un reato silenzioso che non crea allarme sociale, ma diventa presto pervasivo attaccando non solo la sfera pubblica ma ogni aspetto della vita quotidiana, dagli appalti all’educazione”.
Dati pesanti ma importanti, di cui sono consapevoli gli studenti coinvolti: erano oltre 400 quelli presenti in sala, che si vanno a sommare alle 5 scuole collegate in videoconferenza da altre regioni. Per il 62% dei ragazzi che hanno partecipato al questionario di oggi, la corruzione “fa perdere la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle istituzioni politiche”, mentre ad essere convinti che sia ormai “radicata nel sistema politico amministrativo italiano” è il 50% degli studenti.