Abbiamo già chiarito il punto: sono passati venti anni dal fatidico anno 2000 e dovremmo iniziare a farcene una ragione. Se l’elenco dei 6 film che hanno compiuto vent’anni non è bastato a farvi sentire sufficientemente vecchi, è arrivato il momento di fare un altro viaggio sul viale dei ricordi e riportarvi a un’epoca in cui non esistevano Netflix, Amazon e le altre piattaforme per lo streaming.
Parliamo di un’epoca in cui si era costretti ad aspettare pazientemente l’uscita di un nuovo episodio ogni settimana e non esistevano repliche (chiedetevi perché fino al 2010 vostro zio ha conservato ostinatamente il suo videoregistratore scassato). Siete entrati nel mood giusto? Perché adesso è arrivato il momento di presentarvi l’elenco delle sei serie che quest’anno compiono vent’anni – e che probabilmente alcuni di voi ancora guardano.
Una mamma per amica
In una minuscola cittadina del Connecticut, talmente piccola da permettere all’intera popolazione di partecipare alle assemblee cittadine all’interno di una stanza delle dimensioni di un granaio, nel 2000 iniziava la storia di Lorelai e Rory Gilmore. Il duo madre-figlia con la parlantina da record e un problema con il consumo di caffeina ha fatto la storia della TV con una narrazione semplice e a tratti divertente. La serie Una mamma per amica (titolo tradotto con la solita accuratezza italiana dall’originale Gilmore Girls) è riuscita, contro ogni previsione, là dove molte altre hanno fallito: convincere genitori e figli a guardare lo stesso telefilm. Perché che vi sia piaciuto o meno, dovete ammettere di essere caduti in quella trappola almeno una volta e di essere rimasti fino alla successiva scelta di vita sbagliata di Rory – e il sequel in quattro episodi voluto da Netflix a sedici anni di distanza ne è la prova.
Malcolm
Prima di diventare Heisenberg, Walter White era un padre di famiglia. E prima di diventare Walter White, il grande Bryan Cranston era un pattinatore. Ma forse siamo andati troppo indietro. Parliamo invece di venti anni fa, quando veniva trasmessa in TV la serie Malcolm in the middle. In Italia il titolo venne accorciato in Malcolm, dal nome del dotatissimo terzogenito interpretato da Frankie Muniz che nel corso delle sette stagioni accompagna lo spettatore attraverso vicende sempre più assurde e divertenti. Certo che con ben cinque figli maschi a carico ci si sarebbe aspettati più da Lois una svolta sulla pericolosa strada del narcotraffico…
CSI: scena del crimine
Questo programma ha sempre avuto tutto: indagini della scientifica, Las Vegas,tre spin-off e a un certo punto anche Ted Danson e Morpheus, conosciuto anche come “quello di Matrix”. Mandare in prima serata immagini forti è stato un azzardo che è stato ampiamente ripagato nei quindici anni in cui CSI: scena del cimine è stato trasmesso con un totale di 335 puntate e un film per la TV. Bonus aggiuntivo: grazie alla serie la gente ha capito di cosa si occupa un analista forense, ma per capire che “ingrandisci e migliora” non funziona nella vita vera c’è voluto decisamente più tempo.
Dora l’esploratrice
A questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti: se sei una bambina con una scimmia al seguito in grado di risolvere i grandi misteri della cultura dell’America centro-meridionale, meriti un posto nella storia. E con il film live-action uscito nelle sale l’anno scorso, a diciannove anni dalla prima messa in onda, Dora l’esploratrice non soltanto ha dimostrato di avere ancora una grande presa sui più giovani, ma anche di aver accreditato Danny Trejo come Boots la scimmia. Machete a parte, nel corso degli anni Dora ha segnato una grande svolta soprattutto per il mercato statunitense, un prodotto rivolto a tanti bambini latinx che finalmente potevano sentirsi rappresentati nei programmi del sabato mattina grazie anche alla scelta dei produttori di non dare un’origine geografica precisa alla loro allegra esploratrice.
Even Stevens
Perché parliamo di Even Stevens? Perché era un telefilm della Disney o perché ci siamo sentiti dire tutti almeno una volta “dovresti essere come tuo fratello/tua sorella” e quindi siamo tutti un po’ il povero Louis Stevens? O forse perché vogliamo dimostrare che è esistito uno Shia LaBeouf prima di Transformers e dell’infame clip “just do it” che probabilmente adesso avrete in testa? Partendo dal presupposto che le ipotesi non si escludono a vicenda, la Disney ha da sempre l’abilità di creare prodotti in grado di parlare alle generazioni più giovani con il linguaggio che più si adatta al periodo; e anche se in Italia Even Stevens è arrivato con qualche anno di ritardo, in sordina e nell’ordine cronologico errato (perché non tutti sanno che un film conclusivo non può essere trasmesso prima della serie che ha il compito di concludere), la premessa della serie resta tutt’ora una delle più facili con le quali identificarsi: non sei tu mediocre, è la tua famiglia ad avere standard troppo alti. I bambini e i pre-adolescenti del 2000 (ossia gli adulti del 2020) ti ringraziano, Shia LaBeouf.
Don Matteo
Perché diciamocelo: arrivati a questo punto se siete ancora qui è per sentire come finisce la battuta. Ebbene sì: Don Matteo, il corrispettivo ecclesiastico di Jessica Fletcher, colui che ha reso le strade di Gubbio più pericolose di quanto lo siano i peggiori bar di Caracas, è a piede libero – pardon, in bicicletta – da ormai 20 anni. In longevità ha probabilmente battuto tutti i colleghi italiani, dopo Terence Hill aver smesso i panni da cowboy si vede più in RAI di quanto abbia mai fatto Pippo Baudo. Compagno delle prime serate delle vostre nonne, imbattibile nei monologhi di fine episodio recitati a mezza voce, con molta probabilità sopravviverà anche alle sue parodie sul web. Accettatelo.