Nella giornata del 3 dicembre 2019, la Camera dei Deputati ha scelto il futuro del sistema scolastico italiano: in 282 hanno, infatti, approvato il Decreto scuola, pronto adesso a passare al Senato. Sappiamo che, nell’eventualità in cui anche quest’ultimo votasse a favore, il provvedimento diverrà legge ma quanti hanno piena consapevolezza di quanto questo influirà sulle università?
Tra i punti del Decreto vi sarebbe la modifica della riforma Gelmini del 2010 relativa all’abilitazione scientifica nazionale per accedere alle cattedre universitarie: questa, infatti, aumenterebbe da 6 a 9 anni.
La riforma del 2010 cambierebbe anche in relazione alla possibilità per gli atenei di procedere alla chiamata nel ruolo di professore di prima e di seconda fascia di soggetti già in servizio nella stessa università e di utilizzare fino a metà delle risorse disponibili per coprire i posti di professore di ruolo per le chiamate a professore di seconda fascia di ricercatori a tempo determinato di tipo B.
Verranno, inoltre, esplicitati i requisiti per accedere alle procedure per la trasformazione dei contratti o degli assegni di ricerca in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
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