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Start Cup Catania, dove nascono le idee: “Donne e giovani vogliono fare impresa”

La Start Cup Catania è una competizione che premia le idee d'impresa più innovative e originali, ma anche uno stimolo per molti giovani nel lanciarsi nel mondo degli startupper. Il professore Rosario Faraci, Presidente del Comitato Scientifico, ne ha parlato con LiveUnict in questa intervista.

C’è tempo fino al nove agosto per poter partecipare a “Start Cup Catania 2019”, la business plan competition dell’Università di Catania che premia le idee imprenditoriali più innovative e originali, provenienti dal mondo accademico e della ricerca. Si tratta di un evento che si rivolge a menti giovani e dinamiche, con idee chiare e tanta voglia di fare: un’ottima vetrina per presentare progetti che possono avere un futuro. Fondamentale il lavoro di gruppo, tanto che presupposto per poter partecipare è costituire un team di almeno due persone.

La competizione si tiene a Catania ininterrottamente dal 2014 e nel corso delle sue cinque edizioni ha già premiato numerose idee che si sono distinte nei più svariati ambiti. Ne ha parlato con noi il professore Rosario Faraci, docente di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Catania e Presidente del Comitato Scientifico di Start Cup Catania.

Info e chiarimenti utili per partecipare

Nonostante l’organizzazione interna sia stata rallentata dalle vicissitudini che hanno sconvolto l’Ateneo, la Start Cup è rimasto quell’appuntamento fisso che si è dimostrato essere con gli anni. “La pubblicazione del bando, a firma del Decano, è avvenuta in ritardo per via della transizione di governance che sta vivendo il nostro Ateneo – specifica il docente a proposito dell’edizione 2019 –. Gli uffici del Trasferimento Tecnologico, in via San Nullo 5, sono comunque a disposizione anche per assistere quanti avessero intenzione di partecipare alla Start Cup Catania”.

Il professore stesso si dice disposto a fornire informazioni agli interessati, invitando gli studenti a contattarlo tramite la sua mail (faraci@unict.it). “Nelle settimane scorse, prima della pubblicazione del bando – aggiunge in seguito –, abbiamo svolto alcuni incontri nei Dipartimenti proprio per informare e sensibilizzare i team alla partecipazione a Start Cup”.

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Dunque zero scuse per gli interessati, che disporranno di tutti i mezzi per mettere in risalto le loro idee nel modo più brillante possibile. Il settore delle start-up è infatti un universo in espansione continua, in cui la Sicilia arranca nei numeri, ma non nella voglia di fare. “Quelle innovative, iscritte nell’apposito registro a cura del Ministero dello Sviluppo Economico, sono 525 – enumera il docente a proposito delle start-up isolane –. Poca cosa rispetto alla Lombardia che ne annovera 2710, ma sicuramente un dato importante per la nostra Regione”.

Molti potrebbero essere i fattori di un divario così ampio, e alcuni di essi ben noti a tutti: dall’alto tasso di disoccupazione, alla costante fuga di giovani dall’Isola, si tratta di problemi a cui l’orecchio si è tristemente abituato da tempo. Ciò che è importante, per chi resta, è gettare il cuore oltre l’ostacolo, come evidenzia a ragione il prof. Faraci. “C’è voglia di fare impresa da parte dei giovani e delle donne. C’è voglia di start up, soprattutto nell’ambito del digitale e delle nuove tecnologie, da parte di tantissimi giovani collegati stabilmente al mondo universitario e della ricerca, dunque dottorandi, dottori di ricerca, giovani docenti e ricercatori”.

La Start Cup tra presente, passato e futuro

Affacciarsi in un mondo dove c’è tanta competizione potrebbe apparire un obiettivo irraggiungibile per quanti non sono esperti del settore. Niente panico, però, perché nel mondo delle imprese l’alto tasso di competitività non può essere mai un motivo per rinunciare. La formula segreta per avere successo è una sola e la svela il docente stesso, che non risparmia i consigli per i partecipanti alla Start Cup Catania: “Presentare in modo chiaro l’idea di business che i team intendono portare avanti o stanno effettivamente realizzando, specificando a quale mercato intendono rivolgersi, se nel business vi sono esperienze di altri concorrenti, individuando la road map che porterà alla costituzione della start up.

L’idea di business è bene che abbia i caratteri della fattibilità economica oltre a quelli, auspicabili, della novità, dell’originalità e della realizzabilità tecnica”, conclude.

Come si diceva in apertura, in questo settore l’Ateneo può contare già su una sua tradizione alle spalle. Inoltre, l’Università di Catania ha anche avuto il merito di fare da “rompi-ghiaccio” nell’Isola per il settore, facendosi promotrice, nel 2014, della federazione Start Cup Sicilia. “Molte idee si sono trasformate in start up – aggiunge il prof. Faraci ricordando le passate edizioni –, alcune delle quali di successo nei campi dell’informatica giuridica, della diagnostica dei beni culturali, del machine learning per la mobilità urbana, della realizzazione di materiali innovativi per l’architettura“.

Dopo aver dato una rapida occhiata alle imprese che sono state realizzate partendo da Start Cup Catania, l’ultimo sguardo è rivolto verso il futuro. In particolare, verso questo autunno, quando per qualche giorno il capoluogo etneo diventerà la capitale delle imprese innovative. “Quest’anno ospiteremo anche l’evento conclusivo nazionale – conclude il docente –, ovvero la finale del Premio Nazionale per l’Innovazione che porterà a Catania il 28 e 29 novembre oltre 250 delegati fra start up, spin off, investitori e giornalisti specializzati da tutta Italia”. A questa finalissima tra le imprese potranno partecipare anche i vincitori della Start Cup Catania.


UNICT – Start Cup Catania 2019: torna la business plan competition


 

A proposito dell'autore

Domenico La Magna

Nato a Catania, classe '95, si è laureato in Filologia Moderna all'Università di Catania nel 2020 con una tesi su Calvino e l'editoria. Inizia a collaborare con LiveUnict da ottobre 2017. Appassionato di politica, segue con particolare attenzione i temi riguardanti l’Unione Europea e l’ambiente. Frequenta il Master di 2° Livello in Professione Editoria all'Università Cattolica di Milano.