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Mare inquinato, nella Sicilia orientale sei località off-limits: i dati di Goletta Verde

I dati di Goletta Verde 2019 nelle province della Sicilia orientale: sei i i siti fortemente inquinati tra Messina, Catania, Siracusa e Ragusa.

Nei giorni scorsi hanno riscosso molto scalpore i dati presentati da Goletta Verde per il 2019 sulle coste della Sicilia. Su 25 siti monitorati, la qualità delle acque è stata considerata “inquinata” o “fortemente inquinata” in sedici punti. Le cause principali sono sempre canali e foci che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati.

Le analisi di Goletta Verde

Naturalmente, i controlli effettuati dall’imbarcazione di Legambiente non vogliono sostituirsi ai controlli ufficiali, ma puntano a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, prendendo prevalentemente inconsiderazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento. Foci di fiumi, torrenti, scarichi e piccoli canali rappresentano i principali veicoli dell’inquinamento, dovuti all’insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali. Il monitoraggio della Goletta Verde in Sicilia è stato effettuato dal 6 al 10 luglio scorsi.

I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli). Vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due supera il valore previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia; “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

Facendo riferimento ai valori previsti dalla legge, i siti sono stati classificati come “inquinato” se i valori degli enterococchi intestinali sono maggiori a 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli  maggiori a 500 UFC/100ml. Come “fortemente inquinato” se i valori sono pari o superori al doppio.

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I dati di Goletta Verde 2019 sulla Sicilia orientale

La situazione sulla Sicilia orientale appare particolarmente critica, con sei siti inquinati o fortemente inquinati, sui sedici totali, tra Messina, Catania, Siracusa e Ragusa. 

A Messina, nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto, risulta “fortemente inquinata” la località Cantone, nel punto della foce del torrente Patrì. A Siracusa, nella zona del Porto Grande, la foce del Canale Grimaldi ha avuto lo stesso risultato.

L’inglorioso primato di provincia più inquinata nella Sicilia orientale, tuttavia, spetta a Catania. Su quattro siti monitorati da Goletta Verde, due risultano fortemente inquinati e uno inquinato. In particolare, ad Aci Trezza lo sbocco dello scarico fognario all’inizio del lungomare Galatea i parametri superano più del doppio il limite, e si tratta dunque di un sito fortemente inquinato, e a Mascali, nel punto della foce torrente Macchia, considerato “solamente” inquinato. L’ultimo sito risultato con valori superiori a quelli previsti dalla legge, tra Catania e Messina, è la foce del fiume Alcantara, considerata come fortemente inquinata. Si trova tra i comuni di Calatabiano e Giardini Naxos.

Infine, in provincia di Ragusa risulta fortemente inquinata la foce fiumara di Modica, ad Arizza, frazione di Scicli.

La lista completa dei siti analizzati da Goletta Verde.

Tra le criticità evidenziate dai tecnici di Goletta Verde, oltre all’inquinamento delle acque, spicca anche l’assenza di cartellonistica informativa adeguata. In particolare, si tratta di indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni,  in nessuno dei venticinque punti monitorati i tecnici di Goletta Verde hanno segnalato la presenza di questi cartelli.

Infine, altro fattore inquinante spesso poco considerato è lo smaltimento corretto degli oli esausti. Nel 2018, in Sicilia, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, partner di Goletta Verde, ha proceduto alla raccolta di 7.964 tonnellate di olio minerale usato. L’olio – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti.


Sicilia, mare inquinato in sedici punti: le zone contaminate