In onda ieri sera su Italia Uno a Le Iene un servizio girato a Catania sullo sfruttamento lavorativo. Protagonista Rosario, giovane dipendente di distributore di benzina, che ha avuto il coraggio di denunciare il suo titolare.
Ancora una brutta pagina per Catania è venuta fuori ieri sera dal servizio di Matteo Viviani andato in onda sul Le Iene. La storia raccontata nel servizio de Le Iene mostra un esempio di sfruttamento lavorativo, al quale in Sicilia complice la grave disoccupazione, si è ormai avvezzi. Nonostante ciò, c’è chi ha avuto il coraggio di denunciare. Questo è il caso di Rosario, giovane 26enne papà e impiegato presso un distributore di benzina nel territorio della provincia di Catania.
La Sicilia, come ribadisce Matteo Viviani nel video, è un contesto difficile per i giovani che cercano lavoro. Viviani sottolinea, infatti, citando un articolo LiveUnict che qualche mese fa la disoccupazione giovanile nell’Isola sfiorava il 58%. All’alto tasso di disoccupazione si aggiunge un sistema radicato di sfruttamento lavorativo dei giovani, di lavoro in nero e di evasione fiscale.
“Si deve denunciare, se restiamo zitti che futuro diamo ai nostri figli?” – queste le prime parole di Rosario, protagonista della storia, che ha avuto il coraggio di denunciare il suo titolare che gli chiedeva indietro parte dello stipendio che risultava in busta paga.
“Ogni mese, dopo che mi era arrivato lo stipendio, dovevo andare a prelevare e dare una somma direttamente al mio titolare”– spiega il giovane catanese al giornalista de Le Iene. In pratica, quindi, mentre sulla busta paga di Rosario risultava una cifra, che variava tra i 1.500 e i 1.800 euro mensili, lo stipendio effettivo, tolti i soldi che restituiva cash al titolare, era di 1.000 euro. Soldi che non sono sufficienti al giovane per sfamare i suoi due figli a carico e portare avanti la sua famiglia.
Da quel momento, Rosario decide di non abbassare la testa a questo sporco sistema, che il suo datore di lavoro operava anche con altri dipendenti e decide di filmare tutto ciò che avviene all’interno del distributore di benzina, persino le conversazioni con il suo capo. Dal servizio de Le Iene emerge, infatti, che pur risultando in regola Rosario e gli altri dipendenti, ricevevano uno stipendio nettamente inferiore a quanto dichiarato in busta paga. Così facendo il titolare, avrebbe fatto pagare all’Inps una parte dello stipendio dei suoi dipendenti, comprensivi di assegni familiari, che però tratteneva lui stesso, e facendosi tornare parte dello stipendio versato ai dipendenti, finiva per non pagare contribuiti.
Dopo la denuncia, chiaramente Rosario ha perso il lavoro, ma ha dato dimostrazione di grande onestà e di coraggio. Non arrendendosi di fronte ad un sistema così largamente diffuso in Sicilia, è stato un esempio virtuoso di rivalsa e cambiamento, che tanto serve oggi a questa terra.
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