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Sicilia, previste 56 mila assunzioni nei prossimi mesi

cerco lavoro Catania
Cresce l'Italia dal punto di vista occupazionale. In Sicilia è boom assunzioni: 56 mila previste tra luglio e agosto. La FIPE però lancia l'allarme: mancano le competenze.

Sono stati resi noti i risultati del Bollettino Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. E, la gran parte dei dati riportati, porta luce sulla crescita italiana dal punto di vista dell’occupazione. Risulta, infatti, un aumento significativo delle assunzioni da parte delle imprese: ben 227mila contro le 189mila dell’anno passato.

Infatti, sono circa 38mila in più le posizioni lavorative impiegate, quest’anno, rispetto al 2017, e si pianifica che per settembre i posti da occupare saranno circa 1 milione e 62 mila, dei quali un buon 31% sarà offerto e assegnato ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

A questo riguardo, la Sicilia si trova tra le regioni più attive in campo occupazionale: solo a luglio sono programmate circa 23.500 assunzioni, tra agosto e settembre saranno ben 56.380. Il lavoro, per ora, resta ancora perlopiù stagionale: il 56% dei posti assegnati, infatti, sono caratterizzati da un tempo determinato; solo il 25%, invece, è a tempo indeterminato.

Sono comunque in aumento, tornando all’Italia, i contratti su base annua. Cresce, infine, soprattutto il settore terziario, con le assunzioni che passano dal  14% al circa 18%, con un ben +23% circa nel settore del turismo.

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Nonostante i dati rosei, però, ne emergono altri preoccupanti, dai toni allarmanti: le imprese, infatti, trovano le figure da inserire ma non riescono ad assumerle. Secondo la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), sono circa 50mila i posti vacanti, soprattutto per quanto riguarda le figure di cuochi, camerieri, baristi, pizzaioli, gelatai. Il motivo? Mancano le competenze. Solo per il 26% dei posti vacanti analizzati, infatti, serve solamente il diploma. Per il resto, servono certificati specifici delle competenze, non sempre posseduti.

Questo è uno dei tanti motivi, dunque, che denota ancora una volta il bisogno di dare una formazione più completa ai giovani che scelgono di studiare per una determinata professione, per fornire loro tutto ciò ch’è necessario per entrare, un giorno, a far parte di un  mondo lavorativo che li cerca e che, soprattutto, ne ha davvero bisogno.