L’1 giugno è arrivato. Parte la sessione estiva e con essa la seconda ondata di scioperi dei professori universitari. Le ragioni della protesta dei docenti sono le stesse del primo sciopero proclamato l’autunno scorso e riguardano la cosiddetta vertenza degli scatti stipendiali congelati nel quinquennio 2011-2014.
I firmatari dello sciopero proclamato dal Movimento per la dignità della docenza universitaria, 6.857 professori e ricercatori di 79 università e istituti i ricerca italiani guidati dal professor Carlo Ferraro del Politecnico di Torino, dichiarano di aver adottato una modalità di sciopero pensata per tutelare i diritti degli studenti. I docenti che aderiranno allo sciopero, infatti, si asterranno solo dal primo appello mentre assicureranno lo svolgimento regolare del secondo, e qualora non fosse stato previsto, s’impegnano comunque a garantirne almeno uno.
Tuttavia, l’autorità di Garanzia ha stabilito che i docenti che alla fine dell’anno i docenti assicurino almeno 5 appelli (fra sessione autunnale, invernale ed estiva), garantendo appelli straordinari anche per laureandi, Erasmus, studentesse incinta e studenti con problemi di salute.
Resta però il rischio che anche il salto di un appello da parte dei docenti possa danneggiare gli studenti percettori di borse di studio. Un appello in meno rappresenta un ostacolo per coloro che hanno bisogno di raggiungere un certo numero di esami per poter ottenere borse di studio e esoneri o sgravi dalle tasse universitarie.
Ricordiamo che la lista dei docenti che aderiscono allo sciopero non è definitiva. I docenti infatti potranno scegliere di scioperare anche senza averlo dichiarato in precedenza.
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