Grand Café di Parigi, 14 di boulevard des Capucines, sabato 28 dicembre 1895. Questa è la data che segna la nascita del Cinema.
Fu proprio oggi, solo 122 anni indietro, che venne proiettato il primo film della storia. Era un cortometraggio dal titolo La sortie des usines Lumière (L’uscita dalle fabbriche Lumière), girato appunto dai celebri fratelli Auguste e Louis Lumière, imprenditori francesi e primi cineasti della storia. Le prime proiezioni consistevano in una serie di fotografie scattate in rapida successione in maniera tale da dare un’illusione di movimento alle immagini. Il primo cortometraggio non era altro che un’unica inquadratura in cui venivano ripresi degli operai uscire da una fabbrica. Niente di particolarmente interessante potrebbero pensare in molti; ed infatti la pensava così perfino Auguste Lumière, che pronunciò la celebre frase: “Questo apparecchio non ha alcun futuro commerciale”. Parole che evidentemente portarono un’enorme fortuna ai due imprenditori, dal momento che in un anno i fratelli Lumière crearono oltre 500 pellicole.
La gente amava molto questa nuova invenzione, e dal 1895 in poi cominciò a mettersi in coda curiosa di guardare quella ventina di minuti di immagini in movimento, disposta a pagare un franco a proiezione. Chi fu il primo attore della storia? Niente di più che il cameriere di un caffè, scoperto nel marzo 1896.
I fratelli Lumière chiuderanno la loro carriera da cineasti nel 1905 per dedicarsi nuovamente alle loro fabbriche, lasciando però questa importante eredità a colui il quale viene considerato ufficiale fondatore della cinematografia più vicina a come oggi noi la intendiamo: Georges Méliès. Si tratta di un mago che, trovandosi per caso ad assistere alla prima proiezione dei Lumière e rimastone incantato, decise di apprendere i trucchi della settima arte, diventandone padrone. Méliès infatti realizzò qualche anno dopo il celebre Le voyage dans la lune (Viaggio sulla luna), film muto del 1902 che ispirò un secolo di arte – da cinema a musica e letteratura.
Il cinematografo, battezzato dai Lumière Domitor (dal latino dominator), aveva l’intenzione di guardare il quotidiano della gente e di se stessi, congelarlo nel tempo autoimponendosi cosi il potere sul tempo stesso, il dominio sulla morte facendosi dominatore di quest’ultima.