Spunta una nuova proposta per riformare l’istruzione italiana. A scrivere è stavolta il saggista Roger Abravanel, del Corriere della Sera, che propone un cambiamento in merito alla scuola e all’università.
A una settimana di distanza dalla pubblicazione degli esiti della maturità, Abravanel, nota che i cento e lode sono aumentati in tutta l’Italia, facendo incrementare la media nazionale del 5%. Ma Abravanel continua sul Corriere, “L’aumento non è enorme, mediamente il 5 per cento. Ma era l’unica novità da segnalare perché l’ennesimo straripante successo delle scuole del Sud che hanno molti più 100 e lode di quelle del Nord non fa più notizia, dato che sono otto anni che lo segnaliamo dalle pagine del Corriere”.
Abravanel, accenta con un tono critico nei confronti del ministro dell’istruzione e continua a scrivere: “La Puglia è il campione nazionale della maturità con 944 cento e lode, un po’ meno di tre volte dei 337 della Lombardia, ma se si tiene conto del numero degli studenti il gap sale a 5 volte. In Puglia 26 studenti su mille hanno avuto la lode contro i 5 in Lombardia. Ma l’analisi delle prove Invalsi di italiano del 2016 sulla seconda superiore (studenti lontani tre anni dalla maturità, ma un riferimento valido) dimostra che le scuole pugliesi sono decisamente peggiori di quelle lombarde: 54 per cento di risposte esatte in Puglia contro 64 in Lombardia, e punteggio complessivo di 193 contro 213“.
Al problema poi della Maturità, il saggista del Corriere, accosta anche l’università, scrivendo “su tutti gli studenti che vedono poco giustificati le proprie ansie e il proprio impegno in un momento chiave della propria vita; e poi sugli studenti eccellenti del sud che il 100 e lode se lo meritano davvero e se lo vedono svalutato a livello nazionale. Infine sulla selezione alle università. Università che, non fidandosi dei voti di maturità, sono spinte ciascuna a farsi i propri test «fai da te» con tutti le conseguenze negative che ciò comporta sulle famiglie.“
È qui che Abravanel, riesce a portare avanti due proposte: prima di tutto, sulla scuola. Abravanel scrive che “restituire dignità all’esame di maturità ha un senso morale per ripagare le ansie e l’impegno degli studenti. Ma può anche servire a migliorare una volta per tutte l’attuale inefficace processo di selezione di accesso all’università. E per agevolare quei ragazzi eccellenti, che, indipendentemente dal loro ceto familiare, devono potere andare in università altrettanto eccellenti“. Ma la proposta veramente innovativa è quella mirata al metodo d’ingresso all’università.
“Eliminare i test di ingresso alle facoltà, utilizzando i test Invalsi – propone Abravanel -. Una sperimentazione effettuata al Politecnico di Milano dimostra che è fattibile. Ci vogliono però esiti delle prove Invalsi della quarta superiore e non della quinta che arriverebbero troppo tardi per le iscrizioni all’università. Anche questo è fattibile perché già oggi un numero crescente di studenti ammessi al Politecnico di Milano e alla Bocconi sono stati selezionati con test preliminari in quarta superiore“.