Che si parli di episodi, di sfortuna, di dea bendata che se la fa alla larga dalle pendici dell’Etna, di occasioni e di scienze non esatte, il risultato è sempre uno: per il Calcio Catania arriva la quarta sconfitta consecutiva e la crisi diventa sempre più nera.
Anche quest’oggi, allo stadio Angelo Massimino, i punti portati a casa sono stati nulli, gli stessi delle ultime settimane che hanno visto i rossazzurri perdere incessantemente contro squadre più o meno blasonate, più meno che più, a volerla dire tutta. Il Foggia, attuale prima della classe, ha strappato tre punti con un pizzico di fortuna, dettata dalla casuale autorete di Gil, non concedendo quasi mai nulla agli etnei, segno di una squadra compatta e determinata che sta dominando il girone C di Lega Pro.
Determinazione che, probabilmente, in questo periodo manca al Catania, complici i risultati tutt’altro che favorevoli e un morale sotto i tacchi, con mezza città che quest’oggi ha preferito disertare i gradoni del Massimino per riempire quelli del Paolone dove, come di consueto, si gioca con la palla ovale. La stessa determinazione che in alcuni frangenti di gara fa perdere di vista il reale valore della maglia indossata e l’obiettivo comune di una pronta guarigione e risalita. E ha ragione l’amministratore delegato Lo Monaco quando dice che basta poco a questa città per far scattare quella scintilla d’amore che riempia i cuori dei tifosi rossazzurri, arrabbiati senza dubbio, ma mai disinnamorati; che la facciano scoccare allora questa scintilla i giocatori, che rivedano i video dei fasti del magico Catania e della gente catanese, pronta a mettere da parte tutto pur di seguire senza remora alcuna la propria squadra del cuore.
A quel punto non ci saranno traverse che tengano, squadre ‘spuntate’ che facciano mormorare i tifosi del Massimino, cambi tardivi e sfortune che ronzino intorno alla squadra: Catania ha dimostrato di saper amare e saprà farlo anche in futuro, qualora si decida di remare nella stessa direzione e di metterci i mezzi, senza che la colpa vada a finire ad una delle “cinque componenti”, probabilmente la più sana ed emotiva: i tifosi.
PAGELLE
PISSERI 6.5 – I suoi guantoni sono una tranquillità per tutta la squadra, privi di sbavature e sempre decisivi. Mantiene in gara i rossazzurri con una delle sue magnifiche parate, incolpevole nell’autorete subita.
SCOPPA 5 – Ancora altamente insufficienti le sue geometrie in campo, che tendono a rallentare la manovra piuttosto che farla ripartire in maniera ragionata. Le sue giocate diventano prevedibili per gli avversari, non riuscendo mai a verticalizzare per i compagni davanti.
DI GRAZIA 5.5 – Il giovane pupillo catanese è meno pimpante del solito, spesso sbaglia anche i controlli più elementari e, stranamente, ha difficoltà a saltare l’uomo nell’uno contro uno. Colpisce un legno su punizione, complice la deviazione avversaria di Mazzeo, e sfiora il goal da posizione angolata nel finale.
RUSSOTTO 6.5 – Positiva la prestazione del laterale laziale, l’unico capace di far salire la squadra e saltare gli avversari, che lo stendono un paio di volte beccandosi il cartellino giallo. Ci prova dalla distanza, ma il più delle volte le sue conclusioni vengono murate dall’attenta retroguardia pugliese.
PISSERI 6.5; MARCHESE 5.5, BERGAMELLI 6, GIL 5,5, PARISI 5,5; BUCOLO 6 (TAVARES 5.5), SCOPPA 5, BIAGIANTI 5.5; MAZZARANI 5.5 (POZZEBON S.V.), DI GRAZIA 5.5, RUSSOTTO 6.5. ALL. GIOVANNI PULVIRENTI: 5