La legge di bilancio 2017 ha ridefinito la disciplina della tassazione universitaria e ha istituita una ‘no tax area’ per gli studenti iscritti ai corsi di laurea e di laurea magistrale.
Dal 2017/18, gli studenti delle università statali, con un’ Isee inferiore o uguale a 13 mila euro, dovrebbero pagare la sola tassa regionale per il diritto allo studio, che per l’anno accademico 2016/17 è stata di 140 euro. Otre all’Isee, per essere esonerati dal pagamento del contributo onnicomprensivo annuale, gli studenti devono soddisfare altri requisiti: essere iscritti all’università di appartenenza da un numero di anni accademici inferiore o uguale alla durata normale del corso di studio, aumentata di uno; aver conseguito, entro la data del 10 agosto del primo anno, almeno 10 crediti formativi universitari. Nel caso di iscrizione ad anni accademici successivi al secondo, gli studenti devono aver conseguito, nei dodici mesi antecedenti la data del 10 agosto, almeno 25 crediti formativi. Per tutti, in ogni caso, è previsto il pagamento della tassa regionale per il diritto allo studio. E permangono gli esoneri dal pagamento delle tasse per gli studenti idonei alla borsa di studio.
Il sistema di calcolo dovrebbe cambiare, però, anche per le famiglie il cui Isee sia compreso tra 13mila euro e 30mila euro: si pagherà proporzionalmente al reddito in base a una percentuale (l’8%) della quota di Isee eccedente i 13mila euro. Inoltre per i fuori corso con un Isee minore di 25mila euro che rispettino il requisito dei crediti (25 punti conseguiti nei 12 mesi antecedenti il 10 agosto dell’anno di iscrizione) è prevista comunque un’agevolazione sulle tasse, con una quota minima da pagare di 200 euro.
Infine, per risarcire in qualche modo gli atenei dei mancati introiti da tasse, la manovra prevede anche un aumento del fondo per il finanziamento ordinario delle università statali di 85 milioni a partire dal 2018.