Bambini nei panni di guide per un giorno, grazie alla nuova mappa interattiva del Monastero dei Benedettini, presentata ieri da Officine Culturali.
MonasteroJunior è il nome della nuova app che permette di visitare il Monastero dei Benedettini tramite una mappa interattiva, che contiene quiz e disegni realizzati dai bambini dell’Istituto Coppola di Catania. Il progetto è stato presentato ieri mattina, quando i bambini della scuola catanese si sono calati nei panni di guide turistiche e, muniti di tablet, hanno accompagnato i loro compagni in un piccolo tour all’interno del plesso monastico.
MonasteroJunior è stato realizzato da Officine Culturali, in collaborazione con l’Istituto Coppola, Micron Foundation e il Dipartimento di Scienze umanistiche. Come funziona la nuova app?
“Abbiamo sperimentato la tecnologia dei beacon – ci racconta Patrizia Vinci, che si è occupata dei servizi educativi – perché nel Monastero ci sono problemi di copertura. Per usarla è necessario attivare il bluetooth, ci sono diversi punti di interazione sia all’interno che all’estero. Quando l’applicazione è aperta, man mano che ci si avvicina a un punto di interesse parte un segnale e si apre un contenuto. Per lavorare con i bambini, abbiamo usato un esempio tratto da Harry Potter, quello della Mappa del Malandrino. Sono stati stimolati nell’apprendimento attraverso la scoperta e attraverso il lavoro di ricerca nel Museo della Fabbrica. Il valore di forza di questo progetto è il coinvolgimento attivo, i bambini hanno scritto loro i contenuti ed elaborato i disegni che sono stati inseriti all’interno della mappa”.
Il progetto ha permesso di avvicinare i bambini alla valorizzazione del patrimonio culturale, che è una delle missioni di Officine culturali.
“Uno dei nostri obiettivi – racconta Ciccio Mannino, presidente di Officine culturali – è essere un agente della trasmissione di eredità culturale. Ad esempio, proprio la Convenzione di Faro, che si pone il problema del rapporto tra patrimonio culturale e comunità, si basa sul concetto di trasmissione e di eredità. Se noi non lavoriamo su questi nessi, stiamo vivendo solo qui e ora. Lavorare con i bambini è importante per capire quanto è complessa la storia che abbiamo alle spalle. Loro sono fondamentali, per noi non sono clienti, ma anche partecipanti. Sono un pezzo di comunità che si fa carico di alcuni valori e poi li utilizza. Il Monastero non è soltanto un luogo bello da vedere, ma è anche un luogo per fare. È una questione di socialità e socializzazione”.
“A Catania siamo in una fase di sperimentazione. – conclude, riflettendo sul rapporto tra tecnologia e siti culturali della città – La tecnologia deve essere considerata come abilitante, lì dove ci sono delle cose che l’analogico non può fare, la tecnologia può supportarle e migliorarle ma non è tutto. Io penso che bisogna lavorare sulla tecnologia come idea di supporto delle pratiche sociali, come quella di MonasteroJunior. Questo sta avvicinando i bambini al patrimonio culturale della loro città”.