Marco Antonio Molino, il siciliano che ha lasciato la sua terra per intraprendere una nuova avventura in Amazzonia e dedicarsi a chi, troppo spesso, viene dimenticato.
Il Polmone della Terra ha accolto, negli ultimi anni, il catanese Marco Antonio Molino che ha deciso di dedicare la sua vita a chi è meno fortunato. Un viaggio in Amazzonia non solo gli ha permesso di conoscere uno dei cuori pulsanti del mondo, ma anche di aiutare con semplici gesti chi ha bisogno. Nasce dalla voglia di spendersi per gli altri il percorso di Marco Antonio Molino, un percorso che lo ha portato lontano dal mare e dall’Etna, che gli hanno dato i natali, per raggiungere la Foresta Amazzonica.
A farci dono di questa esperienza e a parlarci del progetto ONG Nuestro Horizonte Verde è lo stesso Molino.
- Quando ha deciso di trasferirsi in Amazzonia e perché?
Un viaggio ha cambiato la mia vita. Era una vacanza e da quel giorno ho capito che il mio posto era qui, tra questa enorme e unica biodiversità, tra questi paradossi naturali e umani. La Foresta Amazzonica è qualcosa di unico. Io ho la fortuna di poterla ammirare da vicino, di toccarla, di farne parte! Vivendo qui, ogni giorno vedo qualcosa di diverso: emozioni che appagano i miei occhi, il mio cuore e la mia anima. Già da più di 5 anni vivo qui, ma in precedenza, 9 anni fa, vi ho soggiornato per quasi 2 anni.
- Cos’è la ONG Nuestro Horizonte Verde?
Vivendo qui non potevo stare con le mani in mano e rivolgere lo sguardo solo alle cose belle che vede il turista. L’Amazzonia è come un diamante: ha varie sfaccettature Siamo nel cosiddetto “Terzo Mondo”. A Iquitos, città dove vivo adesso, basta uscire dal percorso turistico e a due passi si può vedere il vero volto della periferia. A ridosso del fiume si vedono migliaia di palafitte, abitate da gente che vive con poco o quasi nulla. Per 6 mesi l’anno, l’acqua alta del fiume arriva spesso, addirittura, dentro le palafitte. Lì vivono migliaia di bambini, di uomini e di donne in condizioni estreme; non esiste un bagno e nemmeno una fognatura. Molti bambini non raggiungono neanche l’età dell’adolescenza. Vivono circondati dall’acqua contaminata, le loro palafitte non hanno fognature e si contamina quindi sempre più l’acqua che li circonda! Altra piaga di questi luoghi è il livello di istruzione. Di per se il Perù è uno dei Paesi meno avanzati nel settore dell’istruzione, ma qui , nella Foresta Amazzonica, è ancora peggio: è disastrosa. Tanti, troppi bambini, vivendo in estrema povertà e non avendo la possibilità di comprare quaderni, penne, matite e altro, lasciano la scuola ed entrano spesso nella spirale del lavoro minorile, della prostituzione, della pedofila e della delinquenza. Nasce da qui il nostro progetto “Adozione Scolastica” . Con soli 35 euro l’anno, riusciamo a mandare, per un intero anno scolastico, un bambino a scuola. Tra questi bambini poverissimi ho pure incontrato alcuni bambini disabili, essere poveri è un dramma ma essere poveri e con multidiscapacità è l’estremo dell’estremo. Il tutto è contornato da famiglie, spesso, con un bassissimo livello culturale. Ciò fa si che questi bambini disabili si spengano come candele dopo pochi anni di vita. Grazie a Tommaso Ferraro che è un mito vivente e l’esperienza che sempre con Tommaso ho avuto a Catania gestendo una Cooperativa Sociale che si occupava di tutti i tipi di disabilità e la vicinanza come volontario ed attivista dell’Associazione 104Orizzontale di Acireale non potevo con NHV non aiutare e sostenere questi meravigliosi Angeli Disabili che qui chiamano Bambini Speciali, stupendo nome che rappresenta questi Angeli di Luce. Nacque così il progetto “Dona un Sorriso” e vari progetti che con NHV e Nativi Digitali 1×1 sostengono varie scuole per Bambini Speciali che non hanno niente o quasi. Furono questi i motivi principali che mi spinsero a fondare e costituire Nuestro Horizonte Verde, con donazioni dirette riusciamo ad aiutare i bambini, tenendoli lontano dalle insidie del più abietto degrado e dando a loro la umanità quasi persa in questi luoghi estremi. Abbiamo altri progetti rivolti al sociale e all’ambiente, di cui si puo’ conoscere il contenuto consultando il sito. Con Nuestro Horizonte Verde ho dato un senso alla mia vita!
- E cosa può dirci del progetto Nativi Digitali 1X1?
Nativi Digitali 1×1 è un pensiero che divenne realtà grazie al mio grande amico Leonoda Bombace, siciliano come me e compagno di Mission in Nuestro Horizonte Verde. Egli e un altro siciliano,Tommaso Ferraro il mio amico fraterno e colui che mi ha insegnato a guardare la vita con il cuore e non con gli occhi, sono le persone che mi animano e mi sostengono anche quando il sentiero si fa tortuoso qui in Amazzonia. Tra la moltitudine di persone che ci segue e ci sostiene via Facebook e via Web , abbiamo costatato che è nato un gruppo che vuole sostenere direttamente persone che hanno bisogno e da qui il nome a questo gruppo. E’ nata una vera Tribù che dall’Europa o meglio da varie parti del Mondo vuole sostenere direttamente chi ha veramente bisogno. A questa nuova Tribù, nata via Web via Facebook, abbiamo dato il nome di “Nativi Digitali 1×1”, una forma di cooperare che abbandona gli schemi classici e adotta il sistema circolare e diretto. Noi non abbiamo i grandi fuoristrada, andiamo in bus locali, quelli vecchi di legno dove a ogni staffa il cuore ti arriva in bocca, camminiamo in sentieri o andiamo in barca, in canoe tanto piccole che, a volte, si rivoltano nel fiume, arriviamo direttamente e sopratutto nel cuore di chi chi riceve e del Nativo Digitale 1×1 che invia l’aiuto, arrivando dove spesso grandi organizzazioni non vogliono o non sanno arrivare. Con Leonida e Tommaso abbiamo pensato che questa esperienza fatta qui in Amazzonia possa sostenere progetti e aiuti diretti anche in altri luoghi del Sud del Mondo, infatti già inviamo sostegni in India tramite una fantastica organizzazione il CETRI-TIRES che ha sempre sostenuto anche i progetti di Nuestro Horizonte Verde e mi ha inserito nel suo fantastico Comitato Scientifico. Il nostro motto è: “Volevano seppellirci, ma non sapevano che siamo SEMI!”.
- Lo scorso anno le è stata dedicata una scuola. Questa è una delle testimonianze più grandi del legame che la unisce agli abitanti di Calipso e ai bambini del luogo. Può parlarci della vostra storia?
Il centro urbano denominato Calipso nasce dopo l’inondazione del 2012, quando l’acqua arrivò ad allagare moltissime palafitte situate intorno ai fiumi che circondano la città di Iquitos. Più di 2.500 persone che abitavano nelle palafitte furono trasferite in questo villaggio che si trova a circa 20 km dalla città. Sono case piccolissime, senza niente, senza acqua, senza luce, senza fogna, prefabbricate in cartongesso con una unica stanza di 3×6. Il terreno su cui sono costruite è un’enorme distesa di sabbia che si trova all’interno della foresta. Quando arrivai per la prima volta in questo villaggio ebbi un colpo al cuore. Dentro e fuori la casetta la forte calura dà la sensazione di essere veramente nell’inferno di Dante. Qui, con opera lenta e difficoltosa, abbiamo iniziato a sostenere vari bambini con il progetto denominato “Adozione Scolastica”. Abbiamo cominciato a cercare e trovare padrini e madrine che hanno fornito il materiale scolastico per consentire ai bambini di andare a scuola. Ancora oggi, ogni volta che arrivo in questo inferno dantesco, sudo ben più di 7 camicie. Un giorno mi venne l’idea di trasformare questo deserto in un Giardino Botanico, mettendo alberi di diverse specie in modo tale che, grazie ad essi, l’ombra e il microclima sarebbero cambiati . Quindi sviluppare un grande giardino botanico nelle strade di Calipso che, oltre migliorare l’estetica e il microclima, avrebbero attirato molti turisti che verrebbero per vedere l’unico Giardino Botanico della regione Amazzonica Loreto e non solo, l’unico Giardino Botanico situato all’interno di un piccolo centro urbano in Perù. Questo progetto della “Comunità Botanica” continua ad andare avanti. Infatti, in questi giorni finalmente iniziamo la progettazione tecnica, presupposto essenziale per la concreta realizzazione. I bambini e i giovani di Calipso avranno qualcosa di unico per il Perù e per tutto il Sud America e saranno loro che pianteranno gli alberelli, diventandone padrini e seguendone la crescita e lo sviluppo. Adesso devo citare, con malcelata modestia, qualcosa che in realtà mi inorgoglisce. Fino all’anno scorso a Calipso non c’era la scuola . I bambini erano costretti a percorrere molti chilometri in una strada molto pericolosa. A dicembre 2014, mi informarono che nel mese successivo si sarebbe inaugurata a gennaio la scuola Elementare e che, con mia grande sorpresa , avevano deciso di denominarla col mio nome e l’Asilo con il nome di Anna Maria Vassallo, la madre di Leonida, cooperante che tanto ha aiutato i bambini di Calipso. Fu un giorno tanto emozionante che, al solo pensiero, mi vibra ancora cuore e l’anima.
- Potremmo pensare che abbia lasciato la sua Etna per la Foresta, entrambi due regali della Natura. Cosa significa per lei godere, ogni giorno, di questa bellezza verde?
Lasciare tutto: la mia Etna, il mio Mare, la mia Catania! Per me è stato difficilissimo. L’Etna, con il suo verde, i suoi boschi e la sua neve. Il mare che sin da piccolissimo mi ha visto immergere sempre più in profondità e dove con il mio amico fraterno Tommaso Ferraro abbiamo organizzato, ad Acitrezza , il suo record Mondiale di immersione per “non vedenti”! Io amo la biologia marina, amo il fotosafari sub. Arrivare qui è stato entrare come in un mondo diverso. I colori erano diversi, ma c’era un comune denominatore : il verde . Qui predomina il verde della foresta e l’azzurro del cielo riflesso nell’acqua dei fiumi . E’ un mondo incantato, popolato da animali strani, belli, brutti e diversi dai nostri… come le scimmie, le prime che hanno rubato il mio cuore, per non parlare dei pappagalli, delle farfalle dai mille colori, degli insetti strani, buffi, brutti e spettacolari… mi sembra di vivere la storia di Alice nel Paese delle meraviglie. Io , che vedevo sempre i documentari sulla Foresta Amazzonica, adesso vivo abbracciando una scimmia, accarezzando un coccodrillo o abbracciando un albero centenario che ti fa sentire la sua energia vitale, familiarizzando con un boa arcobaleno che ti stringe affettuoso o con il mio pappagallo che continua a ripetere “Hola”, “Aurora” e altre parole , mentre sboccia un’orchidea o una epifite dai colori lucenti e meravigliosi. Una cosa completamente diversa dall’Etna, che sì mi manca, dal mio bel mare azzurro da cui escono gli scogli di pietra lavica, ma questa Foresta mi ha adottato, mi ha fatto suo figlio e io devo rispettarla e devo proteggerla.
Ma la mia Mission va oltre l’amore per la Foresta: aiutare la prossima generazione, i piccoli, quelli che con Leonida e Tommaso chiamiamo i “Guardiani della Biosfera” a salvare e proteggere la Foresta!
- Qual è il suo ricordo più bello legato al Polmone del Pianeta?
Il mio ricordo più bello è quello che vedo ogni volta sul volto dei bambini quando si emozionano davanti alla donazione di quaderni e penne e dalla loro gioia sembra che gli si regali qualcosa di preziosissimo. Quando vedi i loro occhi commossi se compriamo vestiti o scarpe con donazioni di padrini; quando si spaventano, anche vivendo qui, di toccare un serpente o un insetto o un camaleonte; quando li prendo per mano e insegno loro che il camaleonte, o un insetto buffo, non fanno male e che sono splendide creature. Quando abbraccio con loro un albero secolare e gli chiedo se sentono il battito del cuore dell’albero e loro dicono “si”. Ecco, questo è uno dei ricordi più belli. I bambini sono creature meravigliose che, se vivranno queste emozioni, sapranno amare anche loro e proteggere l’unico grande e vero Polmone del Mondo che è l’Amazzonia. Un altro ricordo sono le creature che ho tenuto in braccio, in mano, sulla testa e su di me… stupendi animali, esseri che sembrano usciti da una favola, ma sono reali non sono in un documentario o in un film, qui sono reali! Un altro ricordo, di cui non posso non parlare, sono le piante, le orchidee, e gli alberi immensi, sembra di essere in un enorme vivaio dove si vedono specie di piante meravigliose che da noi, qualche volta, si possono osservare a prezzi carissimi nei vivai e che se li porti a casa muoiono dopo soli pochi giorni. Fiori stupendi e piante bellissime con colori meravigliosi. Starei giorni interi a parlare del Polmone del Mondo, purtroppo minacciato sempre più dalla deforestazione, dalla contaminazione e da quell’essere chiamato “uomo”, capace di autodistruggersi , eliminando quell’organo fondamentale della Terra: il Polmone! Ma questa è un’altra storia. Voglio ringraziare Agrippina e quelli che leggeranno questo articolo, sperando che sempre più si parli di questa parte del Mondo forse spesso dimenticata o, diciamolo polemicamente, fatta dimenticare volutamente da quella informazione pilotata che solo parla di altri Sud del Mondo e non di quello più ricco di Biodiversità, di petrolio, di legname, di oro e di principi attivi. Concludo, usando un altro dei nostri motti di NHV: “Solo l’Amore, la Condivisione e l’Empatia salveranno il MONDO”! E da buon Catanese, meridionale e italiano, saluto mia mamma e mio padre che amo tantissimo e che vivono lì, a Catania, anche se ogni tanto mi vengono a trovare. Li porto sempre nel mio cuore.