Un complesso di regole che esprimono i valori dell’intera comunità universitaria catanese: docenti, personale tecnico e amministrativo, studenti. È stato pubblicato in questi giorni sul portale internet dell’Ateneo il nuovo Codice etico dell’Università di Catania, approvato la scorsa estate dagli organi accademici di governo, in attuazione della legge 240 del 2010, la cosiddetta riforma Gelmini.
Le nuove disposizioni si affiancano a quelle già presenti nel codice di comportamento dei dipendenti pubblici del 2013 (e in quello, sostanzialmente conforme, dei dipendenti Unict del 2014). L’obiettivo della nuova ‘carta’ è pertanto quello di determinare i comportamenti eticamente rilevanti, nel rispetto del ruolo e dell’importanza di ciascuna delle componenti Università, come spiega il rettore Giacomo Pignataro: “In un momento nel quale la reputazione delle università spesso viene messa strumentalmente sotto attacco – osserva il rettore -, il Codice intende rappresentare la riaffermazione di questi doveri per l’intera comunità e contiene gli strumenti per garantire il loro adempimento”.
Negli articoli del Codice vengono ad esempio affermati principi e valori quali la lealtà e la correttezza, anche nell’uso e nella gestione delle risorse, la trasparenza, la libertà accademica e la valorizzazione del merito; e ancora la responsabilità sociale e la protezione della salute e dell’ambiente. Il Codice condanna e persegue, invece, anche con specifiche sanzioni, fenomeni quali abusi e discriminazioni, nepotismo e favoritismi. La Commissione etica di Ateneo, di cui farà parte anche uno studente, vigilerà sull’applicazione delle norme, potendo inoltre definire i provvedimenti da assumere per le eventuali violazioni.
“Più delle regole – conclude il rettore – sarà importante il comune riconoscimento nell’Università di un luogo di formazione integrale della persona e dei conseguenti doveri sostanziali che scaturiscono da questa importante “missione” che l’Università ha sempre avuto e cercato di perseguire nella sua storia secolare”.