Quest’anno il Ministero ha voluto inserire tra le tracce della prima prova degli esami di maturità un argomento molto attuale e spinoso, quale può essere il fatto che il mondo della comunicazione è stato profondamente trasformato dall’avvento della telefonia e della connettività.
All’inizio della sua diffusione, il cellulare era un mezzo alla portata di quei pochi privilegiati che avevano la necessità di essere costantemente reperibili per motivi politici, sociali o imprenditoriali. Oggi, invece, il telefonino ha cominciato ad essere uno strumento di comunicazione ad ampio raggio, grazie alla sua capillare diffusione e al progresso scientifico e tecnologico dell’elettronica. È “l’era degli smartphone”, i telefoni intelligenti che danno la possibilità di essere sempre connessi a Facebook, Twitter, Whatsapp ecc., ma è anche “l’era della disumanizzazione” di un uomo talmente “connesso” col mondo da essere “disconnesso” da sé stesso, dal suo io e, spesso, dal suo mondo interiore, a causa di questo bombardamento proveniente da una morbosa e insidiosa comunicazione no-stop. Astenersi dal rispondere o “disconnettersi” vuol dire diventare fonte di stress per chi cerca di instaurare la comunicazione. Abituati come siamo a trovare qualcuno, non riuscirci risulta particolarmente ansiogeno. La frase più minacciosa di tutte è “la persona chiamata non è al momento disponibile”, scrive il filosofo Maurizio Ferraris in una delle fonti fornite agli studenti. Di Daniele Marini l’altra delle due tracce, che affronta la questione su come spesso ci si immerge nel mondo della comunicazione al punto tale da perdere il senso dell’orientamento e delle buone maniere nel mondo reale.
Gli smartphone hanno reso più vicine le persone distanti, permettendo l’instaurarsi di relazioni esclusivamente legate alla sfera mentale-emotiva ma non corporea. Quello che accade è che, talvolta, ci si conosce senza mai incontrarsi, si parla senza mai vedersi, ci si sente senza mai toccarsi.
La fiumana del progresso ha ormai travolto il mondo sviluppato e sarebbe alquanto impensabile un ritorno al passato o un distacco totale dell’uomo dal suo cellulare. È tangibile che l’uomo di oggi è entrato in una nuova e volontaria schiavitù, permettendo ai cellulari di trasformarsi da “mezzi di comunicazione” a “mezzi di vita” .
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