La forbice della Giunta Crocetta potrebbe colpire anche le università. La nuova manovra finanziaria proposta dalla regione Sicilia sembrerebbe attuare tagli qua e là. Niente di nuovo, penserete. Questa volta però, per coprire il buco del bilancio, i tagli di circa 25 milioni di euro colpiranno anche la cultura e l’istruzione: alcuni tra i destinatari saranno le università, gli enti per il diritto allo studio e i teatri. La manovra dovrà essere approvata entro il 30 aprile dall’Ars.
Gli enti per il diritto allo studio riceveranno 2,5 milioni in meno rispetto agli scorsi anni. Colpiti anche i consorzi universitari, che perderanno ben 800.000 euro. Per le borse di studio degli studenti di Medicina vi saranno invece 4,2 milioni in meno. Vittime della stangata anche i teatri: il Bellini di Catania riceverà 1,7 milioni in meno.
La risposta di Giacomo Pignataro, rettore dell’Università di Catania e presidente del coordinamento regionale universitario della Sicilia, non tarda ad arrivare:
«Apprendiamo da notizie di stampa che il disegno di legge sul bilancio della Regione siciliana, approvato dalla Giunta di Governo, conterrebbe tagli significativi a vari capitoli di spesa riguardanti l’istruzione universitaria (diritto allo studio, Consorzi universitari, borse di specializzazione medica). Se queste notizie fossero confermate, si tratterebbe certamente di decisioni estremamente negative e inaccettabili perché comprometterebbero ulteriormente il diritto di accesso all’istruzione universitaria, in un momento in cui in Sicilia si registra una gravissima riduzione delle immatricolazioni (- 30% negli ultimi cinque anni, a fronte di una riduzione del 10% a livello nazionale). Le Università siciliane, pertanto, chiedono un incontro urgente con il Presidente della Regione e con gli Assessori all’Economia, all’Istruzione e alla Salute, per fare chiarezza sulla manovra finanziaria della Regione, per la parte che riguarda l’istruzione universitaria, nonché al fine di individuare le misure necessarie per evitare che ancora più giovani perdano l’opportunità di una qualificazione formativa, indispensabile per il loro futuro e per quello dell’intera Sicilia».