Per molte persone il computer rappresenta uno strumento essenziale per svolgere il proprio lavoro. Risulta fondamentale anche per numerosi (la maggior parte) scrittori che alle macchine da scrivere di una volta, o alla tradizionale carta e penna, preferiscono decisamente un comodo portatile.
Tuttavia, c’è chi, dinanzi la deriva tecnologica che invade anche il campo dell’editoria protesta visibilmente all’eccessivo uso della multimedialità, dicendo “No” all’uso dei pc. A denunciarlo è il sitoMashable che elenca i 10 scrittori che ammettono di non far uso delle moderne tecnologie per la stesura dei loro romanzi. Al primo posto troviamo il celebre regista Quentin Tarantino, che afferma di essere particolarmente legato al rituale di recarsi in libreria a comprare un notebook cartaceo su cui scrivere accuratamente. George R.R. Martin, altro nome di rilievo nell’editoria, ammette di usare una vecchia macchina con sistema operativo DOS da più di vent’anni. Il celebre autore Tom Wolfe, scrittore de “Il falò delle vanità” (The Bonfire of the Vanities, il titolo originale del romanzo), preferisce realizzare le sue opere con la macchina da scrivere. Anzi ha addirittura scritto la parte finale del suo ultimo romanzo Back to Blood, nel 2012, interamente a mano. Alla lista si aggiungono Joyce Carol Oates, autrice di Blonde, George Clooney (anche lui, scrittore oltre che attore), Neil Gaiman, Amy Tan, Danielle Steel, Jumpha Lahiri e infine P.J.O’ Rourke.