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TRASPORTI – Varato un piano di potenziamento ferroviario. Esclusa la Sicilia

La vita di uno studente fuori sede è dura. Ti ritrovi a vivere quasi due vite: due letti, due gruppi di amici, due stili di vita molto diversi tra loro. Durante la settimana sei un individuo, durante il week end, un altro. Ci sono momenti in cui ti senti sperduto. Un vero disagio. Ma lo studente fuori sede che si rispetti vive un ulteriore disagio: i mezzi con cui deve tornare a casa. Se poi sono firmati Trenitalia, quello non è disagio, è un tour de force.

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Ma veniamo al punto: sono stati programmati grandi investimenti per potenziare le stazioni delle grandi città del Nord, dove si prevede che potrà entrare un treno ogni tre minuti, mentre gli interventi programmati al Sud sono meno di un decimo di quelli messi in cantiere nel resto della Penisola. Una sola domanda: perché? Personalmente sono stufa di aspettare ore (letteralmente) ferma in mezzo al nulla, la maggior parte delle volte, perché ci sono dei treni che non sono ancora giunti a destinazione. Catanese o milanese,  il disagio è  uguale per tutti. E tutti noi, popolo di pendolari, non crediamo al famoso “Trenitalia si scusa per il disagio”.

Gli investimenti previsti e annunciati dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio riguardano Roma (172 milioni), Firenze (70 milioni), Milano (45 milioni), Torino (30 milioni) e Bologna (30 milioni). Nulla è invece programmato nelle città metropolitane del Sud: Palermo, Catania e Messina. Fa sorridere il fatto che Delrio conosca bene la situazione delle stazioni siciliane, quella di Palermo in primis. Secondo i piani di Delrio, nelle stazioni delle grandi città del Centronord potrà entrare un treno ogni tre minuti. Sui convogli merci saranno caricati direttamente i Tir. I treni porteranno i passeggeri fin dentro gli aeroporti.

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La cura del ferro dovrà cambiare il volto dei trasporti, non solo alta velocità ma migliori tecnologie e servizi, con nuovi investimenti per quasi 9 miliardi di euro, ma nell’intero Mezzogiorno gli interventi programmati prevedono un investimento di soli 400 milioni per i pendolari.

Ora, mio caro Renzi, sappi che anche noi paghiamo il biglietto e le tasse. Ed anche noi abbiamo diritto ad arrivare nelle nostre case senza fare traversate verso la terra promessa.