Università di Catania

Piano giovani: una giornata di ordinaria follia. Sistema in tilt, sdegno Scilabra

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Nessuno se lo aspettava – dopo il 14 luglio – un’altra giornata di ordinaria follia. Nell’occhio del ciclone nuovamente il “Piano Giovani Sicilia” che nella giornata di ieri, a partire dalle ore 10 in punto avrebbe definito gli accordi di tirocinio fra i giovani e le Aziende. Un piccolo particolare però ha fatto infuriare i giovani siciliani, il sito è stato down in tutta la Sicilia già a partire dalle 9:30 del mattino,ma gli 800 tirocini sono stati assegnati ugualmente. Una situazione che mostra una gestione dilettantistica soprattutto dal punto di vista tecnico ed organizzativo.

Puntuale in serata arriva il commento dell’Assessora Nelli Scilabra che esprime con una nota diivulgata sul web il suo profondo sdegno relativamente alla conduzione tecnica e amministrativa dell’iniziativa.

«Abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato di 800 matching tra giovani e aziende – scrive in una nota su Facebook – ma non posso nascondere lo sdegno più profondo rispetto alla gestione amministrativa e tecnica dell’iniziativa. Il Piano Giovani rappresenta per i giovani della mia terra una grande opportunità, una piccola speranza di cambiamento che oggi si scontra con l’assoluta inadeguatezza di chi dovrebbe gestire le nostre azioni politiche. Sono stanca di dovermi assumere responsabilità non proprie di chi, come me e altri in questa Sicilia, esercita un ruolo politico e non tecnico».

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«Mi sono assunta responsabilità enormi – continua la Scilabra – non era facile a 28 anni sfidare un sistema di clientele, affari e truffe che ha coinvolto burocrati che destinavano nei propri conti bancari i soldi pubblici, politici che gestivano direttamente enti di formazione e soggetti dal discutibilissimo valore etico che hanno speculato sul futuro della mia generazione».

L’assessore non usa mezzi termini. «E’ arrivato il momento in cui chi ha le responsabilità se le assume in pieno, ho trentanni e non intendo assumermi responsabilità che non mi appartengono. Tantissime ragazze e tantissimi ragazzi della mia Sicilia oggi stanno vomitando la nausea più profonda rispetto a delle Istituzioni che per l’ennesima volta stanno tradendo le loro aspettative. Ma quelle aspettative, car* ragazz*, sono anche le mie. Accerterò le responsabilità di chi oggi ha causato il malfunzionamento delle procedure e farò quanto in mio potere per ripristinare un livello sufficiente di dignità per la Regione Siciliana».

Accuse non leggere quelle dell’assessore più giovane della Giunta Crocetta. «Non si può buttare al vento più di un anno di lavoro per incompetenza, superficialità e forse, perchè a questo punto devo pensar male, per un evidente tentativo di ostruzionismo e sabotaggio da parte di più soggetti rispetto alla mia azione politica. Dai ritardi dei pagamenti nel settore della formazione alle inefficienze emerse oggi su quello che, ribadisco, rappresenta un’occasione imperdibile. Non permetterò a nessuno di sabotare il Piano Giovani, costi quel che costi. Lavoro ogni giorno, senza sosta, per restituire la speranza alla mia generazione, per ricostruire un presente che chi ci ha preceduto ha cancellato».

Un appello aperto, poi, a chi – secondo l’assessore – le remerebbe contro. «Se qualcuno intende fermare la mia volontà di cambiamento lo dica apertamente ed esca allo scoperto. Sono un componente del Governo della mia Regione, non sono un dirigente di questa amministrazione, non gestisco siti informatici e non mi occupo di bandi. Da troppo tempo i confini del mio ruolo vanno molto al di là del comprensibile e del tollerabile, non sono più disponibile, non lo
sono io e non lo sono le tante ragazze e i tanti ragazzi onesti di questa terra».

«In ogni istante delle mie giornate – continua Nelli Scilabra – non passa momento senza che il mio pensiero poggi sulla sofferenza di chi ha subito la perdita più grave della propria esistenza: il futuro. Già, il futuro di una generazione che oggi si trova a
dover pagare decenni di malapolitica, di mancate programmazioni, di evidenti truffe e scandali che hanno arricchito i potenti della Sicilia e del nostro Paese e che hanno impoverito le speranze di intere generazioni. Prima ancora di essere una componente del Governo della Regione Siciliana sono, sopratutto, una ragazza di Sicilia. Ho tolto i soldi del Piano Giovani dalle mani di chi in questi ultimi dieci anni ha utilizzato i soldi pubblici per finanziare le proprie campagne elettorali, i propri circoli, le proprie aziende. Quella si, era la Sicilia della vergogna. La terra di chi pensava di poter fare tutto, senza alcun limite di etica, la terra di chi ha mobbizzato il futuro di almeno tre generazioni, trasformando la formazione in una cosa privata, in una cosa nostra. La formazione siciliana, è giusto saperlo, è costata 5 miliardi di euro negli ultimi dieci anni. Io sto combattendo una guerra quotidiana contro quel sistema, in trincea, ogni giorno contro tutti. Da due anni riceviamo pressioni, a volte sfociate anche in minacce, e nonostante tutto riusciamo ancora oggi ad avere la schiena dritta, sicuri che questa Terra può cambiare perchè deve cambiare».

Un plauso poi rivolto alla Regione siciliana perché per la prima volta l’Isola «riesce ad ottenere un credito di credibilità, di fiducia, di speranza. Saremo la prima regione del Paese a finanziare le start up sui beni confiscati alla mafia, la prima regione d’Italia ad avviare una misura di finanziamento sui
coworking e sui coworkers. Sicuri che al fallimento delle imprese del capitale e della finanza si debba iniziare a costruire un percorso che guardi alla Sharing Economy».

E per concludere: «Per carità, non staremo scrivendo la Storia, ma di sicuro una storia interessante, nuova. Una storia siciliana che non contiene la parola mafia e la parola corruzione. Una storia siciliana, che non ha vergogna. La Sicilia sta cambiando e non consentiamo a nessuno di insultare e offendere i nostri sforzi. Accetto la rabbia dei miei coetanei, ma non accetto l’inadempienza di chi, per dovere, deve garantire standard minimi di efficienza rispetto a questa Regione. Non pretendiamo di risolvere la questione giovanile in Sicilia con il Piano Giovani, ma intendiamo accendere un nuovo percorso. Adesso basta, non abbiamo più altro tempo e neanche la voglia di restare a guardare».