Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron tenta la via della riforma universitaria. Gli studenti promettono battaglia.
“L’università non è per tutti”. Con queste parole Emmanuel Macron cerca di introdurre il numero chiuso nelle università francesi. Un lungo dibattito che vede al centro il problema del sovraffollamento negli atenei e che i precedenti governi tentarono di risolvere già negli anni Ottanta. Allora però la situazione si risolse con un nulla di fatto, scontrandosi con le rivolte studentesche. Ed oggi, la riforma presentata dal premier Edouard Philippe e dalla ministra dell’Istruzione Frédérique Vidal, non sembra trovarsi di fronte uno scenario diverso. “È un modo di fare una selezione senza ammetterlo”, sostiene Lila le Bas, la presidente della principale associazione studentesca francese, l’UNEF.
D’altro canto la riforma cerca di sciogliere lo spinoso problema introducendo l’orientamento studentesco già dalle scuole superiori, per indirizzare gli studenti verso i percorsi di studio più attinenti ai loro personali requisiti e inclinazioni. Chi poi volesse continuare un percorso diverso da quello consigliato può farlo frequentando dei corsi di perfezionamento che possono durare fino ad un anno. Non vengono mai citate le parole “selezione” o “prerequisiti”, ma ciò sembra implicito secondo le associazioni studentesche, che prevedono di scendere in piazza il 16 novembre per far sentire il loro dissenso.