Cresce il numero degli aventi diritto a borse di studio e alloggi, ma mancano i fondi per garantire a tutti il naturale diritto allo studio.
I primi sondaggi dell’anno accademico appena iniziato vedono un aumento considerevole del numero di aventi diritto a borse di studio e alloggi all’università. Al crescere delle domande, tuttavia, corrisponde un’allarmante penuria di risorse che spinge gli studenti, in gran parte dei casi, ad abbandonare il percorso di studi in anticipo.
I dati, diffusi da Link, hanno analizzato la situazione di alcune importanti università italiane in materia di assegnazione delle borse di studio e degli alloggi, tracciando un profilo preoccupante che mette a rischio il principio stesso di diritto allo studio. In Piemonte, ad esempio, le richieste di alloggio sono aumentate del 20% dallo scorso anno, portando la quota a 5063, ma innalzando anche il numero degli esclusi, che salgono a 1572, un quarto in più dell’anno precedente. In Lazio, ancora, a fronte di 1937 vincitori di posto restano fuori 3082 studenti, mentre in Puglia, su quasi tremila richieste, sono disponibili solo 1873 abitazioni.
Alla mancanza di posti abitativi disposizione degli studenti, inoltre, si somma il costo sempre più elevato degli affitti, i quali, secondo il rapporto annuale di Immobiliare.it, hanno avuto un’impennata del 4%. La media nel Paese, infatti, si aggira intorno ai 416 euro per una singola e 302 euro per la doppia, costi che possono addirittura triplicarsi a Roma e Milano. Se si considera poi il costante flusso migratorio di studenti del Sud verso le università della Capitale e del nord Italia, le criticità non possono che evidenziarsi.
Il discorso è il medesimo anche se si pensa alla questione delle borse di studio, sempre in numero insufficiente rispetto a quanti, per diritto, ne fanno richiesta ogni anno. Si pensi che lo scorso anno le domande di assegnazione delle sovvenzioni universitarie si aggiravano intorno ai ventimila studenti, a fronte di una disponibilità di appena diecimila borse di studio. Questo significa che la metà dei richiedenti si è vista costretta ad arrangiarsi in altro modo o, nei casi limite, a rinunciare all’istruzione universitaria. Tutto ciò, non è da trascurare, avviene in un Paese dove il numero di laureati annui è tra i più bassi in Europa.
Sull’argomento si è espresso anche il coordinatore degli universitari di Link, Francesco Torti, che ha affermato: “È chiara l’urgenza di politiche di rifinanziamento nel diritto allo studio, a partire da un investimento ingente di fondi nella prossima Legge di bilancio. In mancanza di un intervento pubblico, diversi studenti sono nella posizione di dover abbandonare gli studi a percorso iniziato. Senza nuovi finanziamenti in Legge di stabilità, sarà emergenza nazionale”.