Popolare, virale la nuovissima campagna di sensibilizzazione per il rispetto dei lavori creativi: “Giovane sì, #coglione no”, nata da tre giovani videomaker: Niccolò Falsetti, Stefano De Marco e Alessandro Grespan; insieme formano ZERO, una community di creativi.
Da poche ore hanno pubblicato tre video emblematici della condizione del creativo, del freelance a cui molto spesso si chiede di accontentarsi della visibilità o dell’accumulo di esperienze nel curriculum a discapito di una equa e giusta retribuzione per il lavoro concesso. Nei video tre categorie diverse sono protagoniste di una situazione imbarazzante e irritante che spesso il govane creativo si trova a dover affrontare: un idraulico, un antennista e un giardiniere “sfruttati”, a cui viene detto di non esserci “budget” per il lavoro prestato ma che ,piuttosto, avrebbero potuto puntare sulla visibilità offertagli in quel momento.
Il tutto è una parodia, perchè questa categoria di lavori manuali non accetterebbe mai di lavorare solo con la visibilità né verrebbe loro proposto, cosa che invece spesso accade, appunto, ad altre categorie.
Uno dei promotori, Niccolò Falsetti, ha raccontato a noi di Liveunict un po’ del progetto, le speranze e le sensazioni.
“E’ un progetto – dice- che, nasce da un video promozionale fatto da noi per un Festival, collaborazione andata molto bene ma da cui non abbiamo avuto un compenso. Ed è qualcosa di inconcepibile, dal momento che ad esempio ad un idraulico ciò non sarebbe successo.”
Da Dicembre Niccolò, Stefano ed Alessandro lavorano ad un progetto Erasmus che li ha portati in giro per sette paesi europei stando a stretto contatto con gli universitari, al fine di creare un documentario, il tutto autofinanziandosi.
“Stiamo cercando di capire quale riscontro possa avere questo progetto, utilizziamo il nostro lavoro per comunicare un certo tipo di messaggi. Ci sono tanti contenuti che la gente riversa su questi video, e allora ci è capitato, dopo averli pubblicato, di sentire esperienze di lavoro gratuito che non riguardano solo creativi in senso stretto ma anche geometri, avvocati, giornalisti.
Speriamo che questa campagna possa avere il giusto riscontro e il messaggio di protesta possa essere recepito chiaramente.”
A giudicare dalla velocità con cui i video e la campagna in sé vengono visualizzati e condivisi sui social network e in giro sul web, il messaggio direi che è arrivato forte e chiaro.