Il docente del dipartimento di Scienze Umanistiche aderisce alla protesta, ma tranquillizza gli studenti e soprattutto i laureandi sulla possibilità di sostenere esami al secondo appello.
“Per garantire a tutti gli studenti la possibilità di sostenere l’esame siamo disposti a lavorare il doppio ad ottobre, ma lo sciopero va fatto: è un nostro diritto e al momento è una necessità”.
Queste le parole del professor Alberto Giovanni Biuso, docente del dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania ed uno degli aderenti allo sciopero che tanto sta facendo discutere la comunità accademica in questi giorni (per ulteriori informazioni leggi anche Sciopero prof: docenti spiegano le motivazioni).
“Siamo stati costretti a scegliere questa forma di protesta – dichiara il docente a Renata Giordano su Radio Zammù – perché non abbiamo mai avuto nessun’eco mediatico o tra gli studenti. Adesso sono informati tutti. Questo vuol dire che è stato efficace”.
Il prof. di Scienze Umanistiche poi tranquillizza la comunità studentesca e i laureandi nello specifico: “Coloro che sono prossimi a concludere il loro percorso universitario prima dell’inizio della sessione di laurea verranno certamente esaminati, se necessario anche attraverso una seduta straordinaria”.
Uno sciopero che non è una questione solo di stipendi, anzi. La ragione della protesta sta nella necessità, per i professori, di essere equiparati agli altri settori della pubblica amministrazione: “Rispetto agli altri comparti della pubblica amministrazione siamo come Calimero? Piccoli, brutti, sporchi e cattivi?”.
Infine Biuso conclude il suo intervento ricordando che ad essere colpita, oltre che la figura del docente, è l’intera comunità universitaria, ma “Vale la pena saltare un esame se è per avere qualcosa di meglio nel proprio futuro”.
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