Università di Catania

Sciopero prof: docenti spiegano le motivazioni, ma perché penalizzano gli studenti?

Gli studenti già penalizzati dal sistema universitario italiano, dovranno affrontare anche la protesta dei docenti che in questi giorni sta facendo tanto discutere.

Con una lettera pubblicata il 27 giugno, moltissimi professori universitari hanno proclamato l’astensione dallo svolgimento degli esami di profitto per la sessione autunnale dell’anno accademico 2016/17, tra il 28 agosto e il 31 ottobre 2017. 

La motivazione di tale scelta è il blocco degli scatti stipendiali. “Il governo Berlusconi – spiega il prof. Carlo Ferraro del Politecnico di Torino, che è tra i promotori dell’iniziativa – bloccò gli scatti per tutto il pubblico impiego dal 2011 al 2014., ma mentre per tutti gli altri pubblici dipendenti, dai magistrati alle forze dell’ordine, il primo gennaio 2015 sono ricominciati non solo gli aumenti ma anche gli effetti giuridici degli scatti persi, per noi questo non è successo: e in più abbiamo avuto una proroga di un anno del blocco”.

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“È come se non li avessimo vissuti – ha precisato Giuseppe De Nicolao sul Corriere.it – significa che fino alla liquidazione avremo meno scatti di tutti: per un professore ordinario si parla di una perdita complessiva in tutta la carriera di centomila euro almeno”.

Una rivendicazione che può essere considerata legittima, leggendo le motivazioni, ma che allo stesso tempo penalizza non poco gli studenti nella prossima sessione autunnale. Il prof. Ferrero ha rassicurato i ragazzi, sottolineando che nella sessione autunnale è disponibile più di un appello e che, nel caso in cui ve ne fosse solo uno, se ne richiederà uno straordinario al rettore. 

Eppure, al di là del numero di appelli, la difficoltà reale potrebbe essere proprio la data. Gli studenti che dovrebbero laurearsi a novembre o dicembre hanno delle scadenze da rispettare e tra i due appelli è proprio il primo quello da cui si asterranno i docenti. 

O ancora, in alcune università, i ragazzi potrebbero avere problemi con i crediti conseguiti e le scadenze per presentare la richiesta per il conseguimento della borsa di studio. Se così fosse, sarebbe una grossa beffa, dato che gli studenti italiani si trovano al terzo posto in Europa perché pagano le tasse più alte e potrebbero rischiare di essere idonei non beneficiari. 

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