Sono sempre di più i “potenti tecnologici” che entrano negli affari del sistema scolastico americano. Tra questi, Mark Zuckerberg sogna una scuola fatta dagli studenti.
A ognuno il suo lavoro, verrebbe da pensare. Eppure non sono della medesima idea i miliardari della tecnologia della Silicon Valley i quali, forse non del tutto soddisfatti di aver radicalmente trasformato il mondo e la società, dopo aver costruito aziende milionarie dal nulla, creato milioni di posti di lavoro e, detenendo, in un qualche modo, le informazioni più riservate della popolazione globale ed esercitando su essa un certo controllo, mettono le mani adesso anche sul sistema scolastico americano.
Se Marc Benioff, direttore esecutivo di Salesforce, concede finanziamenti pari a 100,000 $ al sistema scolastico di San Francisco per l’innovazione, incentivandolo altresì ad agire alla stregua di fondatori di start up e non di burocrati, il capo di Netflix fornisce, alle scuole di Maryland, Virginia e Texas, un programma per l’insegnamento della matematica che, basandosi su similari algoritmi del sito di streaming, stabilisce quali lezioni imparare.
Non può certo essere da meno il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che immagina già un ambizioso progetto in merito all’istituzione scolastica. Il progetto prevede, infatti, che ogni bambino diventi l’educatore di se stesso, servendosi di appositi programmi ideati e costruiti, ovviamente, dalla compagnia del magnate dei social network. Si tratta, secondo Zuckerberg, di una concezione moderna e avveniristica dell’insegnamento, non più nelle mani degli educatori tradizionali, gli insegnanti, bensì degli alunni stessi. In quest’ottica il professore non è più perno e punto di riferimento della classe, ma aiutante esterno e marginale.
L’idea, espressa in più di post su Facebook e in occasioni pubbliche, è quella di creare una classe in cui i bambini stiano insieme, ma lavorando al computer e decidendo autonomamente, grazie al software, i propri compiti. In caso di difficoltà entra in scena l’insegnante per guidare e indirizzare lo studente.
Tuttavia alcuni dubbi sorgono spontanei. Dove andrebbero a finire, se tale progetto prendesse piede, il rapporto alunno-insegnate, il rispetto per l’autorità, il ruolo di guida dell’insegnante? E come possono, ancora, alunni ancora inesperti determinare in autonomia la propria istruzione? Tra l’altro non si correrebbe il rischio di affidare le giovani menti non mature dei bambini nelle mani delle multinazionali della tecnologia?
Che il progetto di Zuckerberg sia realmente valido o meno resta ancora da decidere, fatto sta che già nel 2015 diciannove scuole del Paese hanno già brevettato il programma, mentre quest’anno sono state più di cento, e il fondatore di Facebook prospetta che per il prossimo autunno molte centinaia di scuole saranno aggiornate.