Il gioco di origini russe “Blue Whale“, cioè “La balena blu”, è diventato una tendenza tra i giovani e non sono mancati alcuni servizi televisivi di denuncia che hanno mostrato video falsi.
Il Blue Whale sta avendo una grande cassa di risonanza, le 50 regole dettate da un curatore o tutor vengono seguite letteralmente dai giovani che si spingono fino al limite e giungono alla morte. Durante il programma televisivo Le Iene sono stati mostrati alcuni video russi che si sono rivelati essere falsi a causa di alcune incongruenze. La iena Matteo Viviani, ha dichiarato, in un’intervista concessa a Selvaggia Lucarelli, la sua leggerezza nel non aver verificato personalmente la veridicità dei video: “Me li ha girati una tv russa su una chiavetta e ammetto la leggerezza nel non aver fatto tutte le verifiche“.
Dopo il servizio a Catania si è verificato un caso di Blue Whale che stava giungendo al termine con protagonista una ragazza che stava per compiere l’ultimo step del gioco che l’avrebbe condotta alla morte. La giovane di origini catanese era spinta al suicidio da un 16enne di Cosenza, l’aiuto di un’amica e la tempestività della polizia postale hanno evitato la tragedia e portato all’arresto dell’adescatore.
Viviani si è pertanto difeso affermando: “Ieri sono andato in una classe e ho chiesto quanti conoscessero il Blue Whale prima del mio servizio. La metà degli alunni ha alzato la mano. Noi adulti ignoriamo parte del web, specie quella popolata dai giovanissimi. La polizia ha salvato una ragazzina che era quasi al cinquantesimo (e ultimo) giorno del gioco, quindi aveva iniziato prima della puntata“. Per Viviani il servizio non ha influito quindi sulla diffusione del gioco, ma al contrario “Non posso praticare l’omertà su un argomento e se ho contribuito a salvare anche una sola persona, il mio è stato un lavoro prezioso“.