Ci si aspettava qualcosa di più dalla gara post natalizia disputata al Massimino, quel qualcosa che cancellasse la prestazione contro la Juve Stabia, la più brutta della stagione in assoluto. Ci si aspettava qualcosa soprattutto sotto il profilo del gioco, che in qualche modo potesse sottolineare la potenza del blasone Catania.
Qualcosa dal gioco che però francamente oggi non è arrivato e non si è visto, con poche occasioni da rete nonostante la superiorità numerica per gran parte del secondo tempo di gara. Probabilmente la realizzazione dal dischetto di Andrea Mazzarani avrebbe fatto finire senza l’amaro in bocca questo 2016, fatto di poche gioie e tante amarezze, ma chiaramente non sarebbe bastato: tre punti che sarebbero giovati in classifica, ma che comunque non avrebbero alzato il morale tra i tifosi.
La città, infatti, è chiaramente schierata contro mister Pino Rigoli, reo secondo molti di non riuscire a dare una propria impronta di gioco e caratteriale alla squadra. Pochi e sbagliati i fraseggi, centrocampo a tratti inesistente con i difensori costretti ai lanci lunghi e un attacco che stenta a decollare; sono questi i malumori continui e insistenti dei tifosi sugli spalti che, durante tutta la partita, non hanno mai smesso di sottolineare il proprio disappunto nei confronti del tecnico siciliano. Nei gradoni e nelle postazioni tutti diventano allenatori e tutti hanno la soluzione in tasca e a portata di mano: è chiaro che da fuori diventa tutto più facile e chiacchierare lo è ancora di più, ma i tifosi, che al Massimino hanno visto passare anche allenatori dal grande carisma, non ci stanno a dover urlare contro un allenatore che ha quasi paura di portare a casa i tre punti.
Perché quello che è apparso quest’oggi è sembrato chiaro a tutti, con sostituzioni tardive e scelte tecniche opinabili nonostante la superiorità numerica, con le punte d’attacco a riscaldarsi nel gelo del prato verde in attesa di un cenno, con la paura di sbagliare e la pressione sulle spalle dell’allenatore. Catania probabilmente non vincerà mai uno scudetto di Serie A, ma il catanese nella sua indole è abituato a lottare e mai ad indietreggiare, qualunque sia il risultato finale; la gente di Catania vuole vedere il sudore bagnare la casacca rossazzurra, la rabbia dei suoi giocatori nei 90 minuti di gioco, la passione e l’onore di chi indossa la maglia con una storia alle spalle lunga 70 anni: a quel punto si potrà anche perdere, ma un applauso non verrà mai negato.
La cronaca della partita ha ben poco da segnalare per il resto, con un Catania arrembante nei primi 15 minuti di gioco che sfiora più volte il goal, un rigore sbagliato da Mazzarani nel secondo tempo ed un forcing finale in superiorità numerica piuttosto evanescente e privo di cattiveria agonistica. Finisce quindi a reti bianche l’ultima partita dell’anno per gli etnei, che adesso avranno tempo per ricaricare le pile, tra il rompete le righe forzato fino all’8 gennaio e la preparazione della gara in vista del Fondi. Sarà anche l’occasione per acquistare ciò che manca e far preparare le valigie a diversi atleti che fin qui hanno reso sotto le aspettative o hanno avuto poco spazio tra i titolari: a Lo Monaco e alla dirigenza di via Magenta onóre e ònere di dare il via ai giochi.
“Il calcio è fatto di equilibri e capacità di leggere le partite, abbiamo perso tanti punti nei minuti finali quindi sono stato prudente“, ha commentato a fine gara Pino Rigoli. Una prudenza probabilmente non gradita e voluta dalla città di Catania.
PAGELLE
PISSERI 6.5; DI CECCO 5.5, BERGAMELLI 6.5, MBODJ 7, DJORDJEVIC 5; BUCOLO 5.5 (PAOLUCCI S.V.), SCOPPA 5, MAZZARANI 5 (ANASTASI S.V.); DI GRAZIA 5 (PIERMARTERI 6), RUSSOTTO 6.5, BARISIC 5