Ogni anno vengono stilate e confezionate classifiche di tutti i tipi che danno per favorito uno o un altro ateneo. E così, classifica dopo classifica, le università italiane cercano di accaparrarsi più matricole possibili.
Solo qualche giorno fa era stata pubblicato il rapporto Almalaurea oggi è stata pubblicata con Repubblica la versione completa della “Grande guida 2016/2017”, che si propone come strumento di orientamento per i futuri universitari.
Nella classifica dei mega atenei, quelli che accolgono più di 40mila studenti, l’Università degli Studi di Catania si piazza in fondo alla classifica, all’undicesimo posto, subito dopo l’Università Federico II di Napoli.
Nella lista, compare anche l’Università di Palermo che conquista il sesto posto.
La più antica Università della Sicilia è stata valutata tenendo conto di alcuni indicatori: strutture, servizi, borse di studio e contributi, internazionalizzazione, presentazione sul web. Dopo aver effettuato una media tra i punteggi di ogni singolo indicatore, Unict ha raggiunto 73 punti. (2 punti in meno rispetto lo scorso anno ndr…)
Classifiche per i mega, grandi, medi e piccoli atenei. Classifiche per la didattica. Classifiche per la ricerca. Classifiche su classifiche. Ma serviranno davvero queste classifiche agli studenti? Sarà sul serio una classifica a influire sul futuro di una matricola e sugli iscritti dei vari atenei?
In alcuni casi è vero, in altri occorre sottolineare che l’Università accoglie oltre 50 mila studenti, ma ha ancora tanto da migliorare. A prescindere dalle classifiche, occorrerebbe essere competitivi, non per attirare gli studenti da altri atenei, ma per convincere a restare gli studenti che vorrebbero proseguire gli studi a Catania, ma che incontrano molti ostacoli e hanno a loro disposizione un’offerta formativa, per alcuni corsi, davvero molto poco varia.