All’Università di Catania, l’incontro con Mario Marazziti per la presentazione del suo nuovo volume “Life”.
“Sospendete le esecuzioni, il comandamento ‘Non uccidere’ vale anche per i colpevoli”. Ancora nell’Angelus di domenica scorsa, Papa Francesco lanciava questo nuovo appello per fermare la pena di morte, tuttora vigente in molti stati, chiedendo, come già aveva fatto in occasione della Giornata mondiale della Pace nel 2014, un “gesto esemplare” ai governanti cattolici: che, durante il 2016, l’anno del Giubileo della Misericordia, non vengano eseguite condanne a morte.
Proprio di questa tematica si parlerà venerdì 26 febbraio alle 11, nell’aula magna del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania (Palazzo Pedagaggi, via Vittorio Emanuele 49), in occasione della presentazione del volume “Life – Da Caino al Califfato: verso un mondo senza pena di morte”, scritto da Mario Marazziti, editorialista del Corriere della Sera e portavoce della Comunità di Sant’Egidio.
Il libro aggiorna le vicende del movimento mondiale che ha portato molte delle nazioni del pianeta (oggi in maggioranza), a rinunciare alla pena capitale. E l’autore, attraverso l’attività della Comunità di Sant’Egidio, ha avuto un ruolo personale in questo cambiamento epocale.
Il testo di Marazziti è perciò dedicato alla vita, all’arte di vivere che si scopre assieme alle famiglie delle vittime, ai condannati, agli innocenti. E leggerlo diventa quasi un’avventura: dentro il braccio della morte in Texas, nel sistema giudiziario e nelle sue contraddizioni, nella vita di un condannato a morte innocente, il ‘numero 100’ in America. Scritto in presa diretta, “Life” è anche un resoconto dettagliato del ruolo che l’Italia e l’Europa hanno in questa intelligente diplomazia umanitaria.
Alla conversazione con l’autore prenderanno parte il portavoce siciliano della comunità di Sant’Egidio Emiliano Abramo, don Gaetano Zito, vicario episcopale per la Cultura dell’Arcidiocesi di Catania, il direttore del dipartimento di Scienze politiche e sociali Giuseppe Barone e i docenti Salvatore Aleo e Fabrizio Sciacca.