Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, uno degli interventi infrastrutturali più ambiziosi nella storia recente d’Italia, si trova a un nuovo ostacolo legale, come evidenziato nell’articolo Ponte sullo Stretto, slitta la fine dei lavori: “Pronto nel 2033”. La Corte dei Conti ha infatti bocciato la delibera del CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo) del 6 agosto 2025, sollevando preoccupazioni per violazioni di normative europee e per il mancato coinvolgimento delle autorità competenti. Il governo italiano, tuttavia, non si arrende e promette di risolvere le problematiche sollevate, per arrivare finalmente alla realizzazione di un’infrastruttura ritenuta strategica per il Paese.
La bocciatura della Corte dei Conti: due violazioni europee
La Corte dei Conti ha motivato la sua decisione di bocciare la delibera del CIPESS, evidenziando la violazione di due direttive europee fondamentali;
- La prima riguarda la direttiva 92/43/CE, che tutela la conservazione degli habitat naturali e seminaturali. La Corte ha infatti rilevato che il progetto del Ponte sullo Stretto non è stato adeguatamente istruito e motivato in relazione agli impatti sull’ambiente e sugli ecosistemi locali. Questo aspetto è particolarmente rilevante data la delicatezza dell’area coinvolta, un importante punto di transito per molte specie migratorie.
- La seconda violazione riguarda l’articolo 72 della direttiva 2014/24/UE, che regola le modifiche contrattuali. Secondo la Corte, il progetto del ponte ha subito modifiche sostanziali che non sono state correttamente analizzate e giustificate nel contesto contrattuale originale. Queste modifiche non solo riguardano gli aspetti tecnici e progettuali, ma anche le modalità di finanziamento e le condizioni legali.
Il piano tariffario e la mancanza di parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti
Un altro elemento criticato dalla Corte dei Conti riguarda la mancata acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) sul piano tariffario del Ponte sullo Stretto. Secondo la legge italiana, infatti, la progettazione di grandi opere infrastrutturali come questa deve includere un’analisi dettagliata delle tariffe previste e delle modalità di regolazione economica, al fine di evitare fenomeni di monopolio o abusi nel mercato dei trasporti.
La Corte ha rilevato che il piano economico-finanziario del progetto non è stato sottoposto al parere obbligatorio dell’ART, un’omissione che mette in discussione la trasparenza e la sostenibilità dell’intervento.
La risposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
In seguito alla bocciatura della Corte, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha reagito in maniera decisa. In una nota ufficiale, il Ministero ha dichiarato di essere già al lavoro con i propri tecnici e giuristi per superare i rilievi sollevati dalla Corte dei Conti.
Il MIT ha anche ribadito la convinzione che il Ponte sullo Stretto rappresenti una proposta unica per l’Italia, in grado di garantire maggiore sicurezza, sostenibilità e modernità nelle connessioni tra la Sicilia e la Calabria. Nonostante le difficoltà burocratiche, il Ministero ha confermato che l’iter progettuale proseguirà, con l’intento di rispettare le normative europee e risolvere i problemi legali.
La posizione di Palazzo Chigi e il futuro del progetto
Il governo italiano, attraverso una nota di Palazzo Chigi, ha espresso fiducia nel superamento delle problematiche sollevate dalla Corte dei Conti. Secondo il governo, le motivazioni della Corte riguardano aspetti che possono essere chiariti e risolti tramite un ulteriore confronto costruttivo. “Le motivazioni della deliberazione della Corte dei conti sul Ponte sullo Stretto saranno oggetto di attento approfondimento da parte del Governo, in particolare delle amministrazioni coinvolte, che da subito sono state impegnate a verificare gli aspetti ancora dubbi”. Lo afferma una nota di Palazzo Chigi”.
In particolare, si ritiene che ci sia un ampio margine di chiarimento con la stessa Corte per risolvere i punti controversi. La volontà dell’esecutivo è quella di garantire che il Ponte sullo Stretto diventi una infrastruttura strategica per il Paese, attesa da decenni e considerata fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno.
Il futuro del Ponte: tra sfide legali e opportunità economiche
Nonostante i rallentamenti burocratici, il Ponte sullo Stretto rimane uno dei progetti più significativi per il futuro dell’Italia. La realizzazione di un collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria avrebbe impatti enormi, sia a livello economico che sociale, aprendo nuove opportunità per il turismo, il commercio e la mobilità.
La sfida principale per il governo, ora, è superare gli ostacoli legali e normativi, garantendo al contempo la protezione dell’ambiente e la sostenibilità economica del progetto. Il Ponte sullo Stretto è un progetto che divide l’opinione pubblica italiana, ma che rimane centrale per il futuro delle infrastrutture nel nostro Paese.
Le recenti critiche della Corte dei Conti hanno sollevato dubbi importanti, ma il governo italiano appare determinato a proseguire il cammino verso la realizzazione di questo ambizioso progetto.












