La Sicilia continua a distinguersi negativamente sul fronte della Tari, confermandosi tra le regioni con le tariffe più elevate d’Italia. Secondo l’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, nel 2025 le famiglie siciliane spenderanno in media 402 euro, con un incremento del 3,1% rispetto all’anno precedente. Un dato che colloca l’Isola al terzo posto nazionale, subito dopo Puglia e Campania, ma che soprattutto riflette un problema strutturale aggravato dalla scarsa efficienza nella gestione dei rifiuti.
Tari Sicilia: Catania maglia nera delle tariffe
Il caso siciliano è emblematico di un divario che continua a penalizzare il Mezzogiorno. Nel 2024 Catania ha registrato una Tari di 475 euro a famiglia, ben al di sopra della media nazionale, che si ferma a 337,77 euro. La città etnea risulta più costosa non solo rispetto al resto del Paese ma anche rispetto agli altri capoluoghi isolani: Palermo, per esempio, si attesta a 345 euro. Tariffe alte e qualità del servizio spesso percepita come insufficiente, contribuiscono ad alimentare un malcontento diffuso tra i cittadini, costretti a sostenere costi maggiori senza benefici proporzionali.
Tari Sicilia: differenziata ferma al 55%
A incidere pesantemente sulle bollette è anche la raccolta differenziata, che in Sicilia resta fanalino di coda. Il rapporto Ispra 2023 certifica infatti un tasso del 55,2%, il più basso d’Italia e distante anni luce dal Nord, che supera il 73%. La cronica mancanza di impianti, un sistema di gestione ancora poco efficiente e la bassa qualità del materiale raccolto determinano costi più alti per il trattamento e lo smaltimento, che inevitabilmente ricadono sulle famiglie. Una spirale negativa che continua a pesare sui bilanci domestici e che rende urgente una pianificazione strutturale più moderna ed efficace.
Tari Sicilia: la posizione del Comune di Catania
Il Comune di Catania è intervenuto con una nota ufficiale dopo la diffusione dei dati che collocano la città tra le più care d’Italia per la Tari, con una media familiare che, secondo le stime citate nella nota, raggiungerebbe i 602 euro annui. In un comunicato di Palazzo degli Elefanti, l’amministrazione precisa che questo risultato è il frutto di una pluralità di fattori e dinamiche strutturali che investono l’intero ciclo dei rifiuti.
Nel commento del Comune, le principali criticità: “Il dato negativo, risente in maniera significativa del fenomeno dei conferimenti illeciti provenienti dai comuni limitrofi, i cui rifiuti finiscono per gravare sul capoluogo incrementando sensibilmente la quota di indifferenziato raccolto. Un dato che si evidenzia in uno dei fattori principali su cui poggia il sistema tariffario, cioè la produzione pro capite dei rifiuti che nel capoluogo etneo è anormalmente alto. Se in Italia ogni cittadino produce circa 500 chili di rifiuti annui, a Catania questo dato nel 2024 si è attestato a oltre 610: in sostanza più del 20% in più, che significano maggiori costi di raccolta e smaltimento a carico dei contribuenti. A ciò si aggiunge l’intensa attività di bonifica delle discariche abusive, interventi indispensabili per restituire decoro e sicurezza al territorio che tuttavia comportano un inevitabile aumento dei quantitativi di rifiuto non separato, con conseguente aggravio dei costi di smaltimento che, per legge, devono essere integralmente coperti dalla tariffa. Ulteriori criticità derivano dalla saturazione degli impianti di conferimento regionali e dalla necessità, di trasferire i rifiuti fuori dai confini nazionali, soluzione onerosa che incide pesantemente sul bilancio complessivo del servizio.”
Nonostante le criticità, l’amministrazione parla di “un’inversione di tendenza concreta e responsabile” in cui la differenziata fa da guida al cambiamento: “la raccolta differenziata continua a crescere grazie all’ampliamento delle isole ecologiche, al potenziamento delle infrastrutture ambientali e a una progressiva maturazione del senso civico della comunità, raggiungendo il 37 %. Valore che tuttavia deve rappresentare una base da cui proseguire con determinazione verso risultati ancora più virtuosi. La prospettiva resta quella di un sistema più equo ed efficiente in cui la riduzione dei costi passi attraverso il rispetto delle regole, la partecipazione consapevole dei cittadini e un contrasto deciso all’evasione tributaria“.












