Vietato indossare smartwatch durante gli esami universitari. Già molti atenei, Europei e non, avevano bandito l’intromissione in aula di questi nuovi apparecchietti e il divieto sta prendendo piede molto rapidamente nei restati.
Lo smartwatch, in effetti, funge quasi da smartphone permettendo al proprietario di visualizzare appunti e connettersi a internet ottenendo le informazioni necessarie alla buona riuscita dell’esame senza alcun tipo di sforzo. Inoltre sono molto discreti e spesso non si distinguono dai comuni e classici orologi. Così sono stati presi i necessari provvedimenti per garantire il corretto svolgimento degli esami e la giusta valutazione conseguente ad essi.
Ad esempio, nelle università di Chieti e di Pescara, gli orologi, di qualunque genere, vengono sottratti agli studenti prima dell’esame e restituiti al termine. Nei college e atenei Usa e Londinesi sono assolutamente vietati o scrupolosamente esaminati prima dell’inizio dell’esame. In Australia, invece, nell’università del Nuovo Galles del Sud, gli orologi devono essere custoditi all’interno di un sacchetto di plastica e tenuti sotto la sedia. Anche a Kyoto vigerà la nuova regola anti-smartwatch a partire dal 2016, decisione presa a seguito dello scandalo del 2011: un ragazzo, nel tentativo di trovare le risposte sul web durante il test di ammissione, è stato arrestato.
Insomma, la tecnologia fa passi da gigante e assiste ottimamente l’uomo ma, quest’ultimo, deve pur essere in grado di comprendere in quale caso e in quali dosi sia giusto utilizzarla e l’università ne sta dando un esempio.