Sta suscitando indignazione la recente sentenza del Tribunale di Catania che ha assolto un professore di Medicina presso l’Università di Catania, dall’accusa di molestie sessuali e verbali ai danni di sette studentesse. I fatti, secondo la Procura, si sarebbero verificati tra il 2010 e il 2014 durante le attività di tirocinio all’ospedale Vittorio Emanuele Ferrarotto.
Le studentesse avrebbero denunciato comportamenti inappropriati e pressioni a sfondo sessuale da parte del docente, ma il tribunale ha stabilito che non sussiste la prova del dissenso espresso, arrivando così a una controversa assoluzione. La Procura etnea ha già annunciato che ricorrerà in appello contro la sentenza, sottolineando la delicatezza del tema e la necessità di un accertamento più approfondito.
Le parole della senatrice Musolino: “Serve un intervento immediato”
In Senato, la senatrice Dafne Musolino ha duramente criticato l’esito del processo, dichiarandosi “indignata” per quanto stabilito dal Tribunale. “Nonostante le accuse siano state ritenute fondate – ha affermato – il professore è stato assolto perché non è emersa la prova del dissenso da parte delle studentesse”. Musolino ha annunciato la presentazione di una interrogazione parlamentare e ha chiesto l’invio di ispettori ministeriali presso il Tribunale di Catania, sottolineando l’urgenza di garantire un’adeguata cultura giuridica in materia di violenza di genere e abusi di potere nei contesti universitari.
Il nodo giuridico: consenso o dissenso?
La senatrice ha inoltre evidenziato come, a livello internazionale, l’orientamento giurisprudenziale si basi non tanto sulla dimostrazione del dissenso, quanto sulla necessità del consenso esplicito. “Le sentenze non si giudicano – ha detto – ma è doveroso discuterne quando emergono lacune interpretative che possono influenzare negativamente il diritto delle donne alla protezione.” Musolino ha espresso solidarietà alle sette studentesse, elogiandole per il coraggio dimostrato nel denunciare e invitandole a non arrendersi.












